02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

VENDEMMIA 2011 - ASSOENOLOGI & PREVISIONI: PRODUZIONE IN CALO (-5%) A 44 MILIONI DI ETTOLITRI, QUALITÀ OTTIMA PER I BIANCHI. INCOGNITA SETTEMBRE, CHE E’ DECISIVO PER I ROSSI. IL VENETO PRIMA REGIONE PER PRODUZIONE. IN SICILIA IL CALO RECORD -20%

Italia
Arrivano le previsioni sulla vendemmia 2011 di Assoenologi

“Nonostante i cambiamenti climatici che hanno caratterizzato le ultime annate e le bizzarrie del tempo, che hanno contraddistinto il ciclo vegetativo 2011, la vite manifesta la sua capacità di adattamento, riuscendo a superare i momenti di criticità che hanno, invece, compromesso l’esito di altre colture agricole”. Lo afferma il direttore generale Assoenologi, Giuseppe Martelli, commentando le previsioni sulla vendemmia 2011.
“Prova ne è l’andamento di questa vendemmia che, seppure abbia alle spalle un’annata contraddistinta da sbalzi di temperatura e livelli di piovosità elevati - prosegue Martelli - si sta orientando verso un risultato che, se il settembre decorrerà nel migliore dei modi, non esclude la possibilità di firmare un millesimo di alto livello in quasi tutte le regioni italiane”.
Secondo Assoenologi, sui tempi di vendemmia quest’anno si è detto di tutto e di più. Alcuni hanno lanciato previsioni a fine luglio rimarcando un anticipo di 20 giorni, altri hanno scritto che, entro agosto, la vendemmia sarebbe stata ultimata. E’ vero in luglio, in alcune zone del Nord d’Italia, si registrava un anticipo di maturazione ma sono i mesi di agosto e di settembre quelli che contano. Così l’anticipo di 20 giorni si è ridotto a una settimana, mentre in alcune regioni del Sud la vendemmia è rimasta nella norma e in alcuni casi addirittura ritardata.
Molti hanno finalizzato la comunicazione sull’inizio della raccolta delle uve precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) che sono essenzialmente utilizzate per la produzione degli spumanti e che, in effetti, per mantenere le caratteristiche necessarie vengono vendemmiate prima delle altre. Esse, però, rappresentano un’assai minima parte della produzione viticola italiana (poco più del 5%) e se pensiamo che solo in Franciacorta la raccolta è iniziata l’8 agosto, mentre nelle altre zone dopo Ferragosto, è stato un assurdo generalizzare.
“Nel 2011 si produrranno 44 milioni di ettolitri di vino e mosti, un quantitativo inferiore di poco più del 5% a quello del 2010 (46.745.000 dato Istat). L’Italia - prosegue Martelli - risulta divisa in due parti. Il Centro-Nord (fino alla Toscana) manifesta un’incidenza produttiva abbastanza omogenea che va da 0 a -5% sul 2010. Il Centro Sud (dalle Marche alla Sicilia) evidenza, invece, un decremento che oscilla da -5% a -20%. Unica voce fuori dal coro la Sardegna che, dopo 3 anni di decrementi, aumenta del 15%. Il forte decremento della produzione siciliana è dovuto anche all’abbandono, nel 2011, di oltre 2.000 ettari di superficie vitata e dalla cosiddetta “vendemmia verde” (che consiste nel rendere improduttivo il vigneto per un anno), per un totale di 13.000 ettari. Il Veneto (8.370.000 ettolitri) si conferma, per il quinto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono 26.000.000 ettolitri, ossia quasi il 60% di tutto il vino italiano. Il caldo della seconda quindicina di agosto ha influito sulla resa uva/vino, diminuendola e quindi ridimensionando ulteriormente la produzione.
“Nel 2011 si riscontra una certa omogeneità in quasi tutte le regioni - aggiunge il direttore generale Assoenologi - visto che il ciclo vegetativo è decorso in modo altalenante ma con una certa regolarità sia al Nord che al Sud d’Italia. Complessivamente, la qualità delle uve è ottima e pertanto si prevedono vini di alto profilo. Se per alcune tipologie di bianchi questo può essere quasi definito, un punto di domanda rimane soprattutto per i vini rossi le cui uve saranno vendemmiate nel mese di settembre con punte anche in quello di ottobre”. Anche per la qualità il caldo della seconda quindicina di agosto potrà riservare delle sorprese sia per i vini bianchi sia per quelli rossi, in quanto alcuni vigneti, in particolar modo di collina, potrebbero negativamente risentire delle eccessive temperature. Quindi, sarà l’andamento climatico e meteorico delle prossime settimane a decidere il livello qualitativo della produzione 2011. Infatti, se settembre decorrerà nel modo più opportuno, ossia con giornate soleggiate ma fresche, con adeguate precipitazioni e, soprattutto, con buone escursioni termiche notturne, le possibilità di ottenere vini bianchi profumati, ricchi di finezza e freschezza, e vini rossi ben strutturati, tipici ed equilibrati, ci sono tutte.
“Le vendite all’estero nel 2010, sul 2009, hanno fatto registrare - afferma Martelli - un +11,9% in valore e un +11% in volume. I più recenti dati 2011 indicano un ulteriore incremento: +15% in valore e +16,5% in volume, sempre sullo stesso periodo del 2010.
La ripresa del settore c’è e si comincia a vedere: performance importanti visto che, nel 2010, è stato esportato quasi il 50% della produzione nazionale. Dati che sono confermati anche dall’incremento delle quotazioni all’ingrosso di uve, mosti e vini, in quasi tutte le regioni italiane, con incrementi medi che vanno dal 5% al 20% per le tipologie più richieste. Va ricordato che i prezzi all’ingrosso dei vini, nel 2010, erano stati uguali a quelli del 2009, che erano scivolati del 30% sul 2008.
Secondo Assoenologi, i consumi interni di vino nel 2010 si sono attestati sui 43 litri pro-capite, contro i 47 del 2007. La tendenza è verso un ulteriore decremento, tanto che, nel 2015, l’Assoenologi li stima sotto la soglia dei 40 litri, con un calo del 70% sugli anni Settanta, quando in Italia si consumavano poco meno di 120 litri a persona per anno: in pratica dai due bicchieri pro-capite bevuti negli anni Settanta, siamo passati a solo mezzo bicchiere di oggi.
La produzione mondiale di vino è di 300 milioni di ettolitri (40 miliardi di bottiglie) il 60% prodotti nell’Unione Europea. Il 17% della produzione mondiale ed il 30% di quella europea “parlano italiano”. Nel 2010 l’Italia ha prodotto 46,7 milioni di ettolitri (media decennale: 47,6 milioni). La superficie di uva da vino in Italia, nel 1980, era di 1.230.000 ettari, nel 1990 era scesa a 970.000 ettari ed oggi è di 684.000. In 20 anni, il nostro Paese ha perso 286.000 ettari, quanti ne hanno oggi la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme. Per alcuni questo è un dramma per altri un bene visto che oggi è inutile produrre quello che il mercato non vuole.
Le prime regioni a tagliare i grappoli per le uve precoci base spumante sono state, tra l’8 e il 16 agosto, la Lombardia, la Puglia, la Sicilia, l’Emilia Romagna e il Lazio.
Il pieno della raccolta, in tutt’Italia, avverrà nella seconda decade di settembre, per concludersi entro ottobre, e i primi di novembre, con i conferimenti degli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico del Taurasi in Campania e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell’Etna. Da qui l’inattendibilità delle previsioni fatte in luglio, con tanto di quantità e qualità, in particolar modo per un’annata come questa e ben sapendo che, anche in una situazione normale, l’andamento di agosto e di settembre è fondamentale per siglare o meno una buona campagna vitivinicola. A riprova di questo, basti ricordare i 40°C toccati in molte zone nella seconda quindicina di agosto, che ha ulteriormente modificato la situazione, accelerando la raccolta per poter mantenere i necessari standard qualitativi.
Sul fronte della “rottamazione” dei vigneti, in Italia, fra il 2007 e il 2010, sono stati cancellati (con premio Ue che, a seconda delle zone, poteva arrivare fino a 12.000 euro a ettaro) 30.000 ettari di superfici vitate. Fra le regioni la fetta maggiore di espianti definitivi è stata effettuata in Puglia (11.000 ettari) e in Sicilia (7.000). Ma riduzioni importanti sono state registrate anche in Emilia Romagna (3.200 ettari), Abruzzo (3.000), Lazio (1.800) e Marche (1.600).
La “vendemmia verde”, cioè la possibilità di rendere improduttivo il vigneto per un anno e che garantisce un premio comunitario al produttore di 1.700 euro a ettaro, nel 2010 ha coinvolto quasi 9.700 ettari di vigneti, ai quali si prevede se ne aggiungano altri 15.700 nel 2011. La misura ha riguardato all’87% la Sicilia, ma è stata utilizzata anche in Piemonte (3%), in Umbria (2,8%), nelle Marche (1,8%) e, in Lombardia, (1,6%), mentre la rimanente percentuale è frammentata nelle altre regioni, ad eccezione di Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto che non hanno fatto alcuna richiesta.


Focus - La vendemmia 2011, regione per regione


Piemonte

L’inverno in Piemonte è decorso in modo regolare con punte di freddo in alcune zone, mentre la primavera ha avuto, sin dall’inizio, un andamento inconsueto. Il mese di marzo è stato molto piovoso tanto da rimettere in movimento le frane del 2009 e provocarne di nuove (in media sono caduti 170 mm di pioggia rispetto ai 40 mm della media decennale). Il mese di aprile è stato decisamente secco con temperature, per molti giorni, superiori ai 30C°. In maggio sono calate le temperature ma senza precipitazioni. In giugno si sono avute due settimane di pioggia che sono rientrate nella norma in luglio con temperature al di sotto della media stagionale. Diverse, ma mai catastrofiche, le grandinate. Il caldo insolito di aprile ha accelerato il ciclo vegetativo sfociando in una fioritura regolare, iniziata il 10 di maggio invece del 25 come da norma. Durante i mesi di giugno e luglio la vite ha perso parte dell’anticipo accumulato, che oggi è sceso a 8 giorni rispetto allo scorso anno. La raccolta delle uve Chardonnay e Pinot base spumante Alta Langa è iniziata il 18 agosto, dal 23 agosto è stata la volta delle uve Moscato e Brachetto le cui operazioni sono state accelerate a causa dell'incremento delle temperature delle ultime due settimane di agosto. Faranno seguito quelle di Dolcetto e Barbera. Il pieno della vendemmia in Piemonte è previsto a metà settembre, mentre l’inizio dei conferimenti per le uve di Nebbiolo per Barolo e Barbaresco si stima nell'ultima decade dello stesso mese. Tutto il Piemonte produrrà una quantità complessiva pari a quella dello scorso anno e cioè 3 milioni di ettolitri di vino di ottima qualità, anche se saranno fondamentali le condizioni climatiche e meteoriche del mese di settembre. Da segnalare anche quest’anno la forte moria di piante a causa della Flavescenza dorata e Legno nero: il Barbera e lo Chardonnay continuano a essere i vitigni più colpiti e la lotta obbligatoria pare che non dia i risultati auspicati. Le scorte di vino risultano inesistenti per il Moscato; molto basse per Barbera, Barolo e Barbaresco, mentre restano consistenti per il Dolcetto. Le contrattazioni, trainate dalle uve Moscato, sono partite bene, tanto che per le altre uve si spuntano prezzi, rispetto allo scorso anno, con incrementi fino al 10%.

Lombardia
Anche in Lombardia come in Piemonte l’andamento climatico e meteorico primaverile e d’inizio estate ha portato a un’accelerazione del ciclo vegetativo della vite di circa 20 giorni. Anticipo che si è gradualmente ridotto in luglio a causa dell’andamento climatico fresco e piovoso che si è protratto per tutto il mese. La data di maturazione e di conseguenza di inizio vendemmia si è quindi ridotta a meno di una settimana rispetto alla media stagionale. La produzione, inizialmente leggermente abbondante, è stata ridimensionata da cascola degli acini e da alcune violente perturbazioni, come quella che si è abbattuta a metà giugno su 700 ettari della zona più vocata del Pinot nero dell’Oltrepò Pavese, azzerandone quasi la produzione. In Franciacorta i primi grappoli di uve precoci base spumante sono stati raccolti già a partire dall’8 agosto e la vendemmia di queste uve oggi è praticamente terminata. In Oltrepò la raccolta è iniziata subito dopo Ferragosto e procederà nella prima settimana di settembre con le uve di Riesling e Moscato che potranno subire un anticipo se le condizioni climatiche si manterranno ad alti livelli. Per il pieno della vendemmia delle uve rosse (Barbera, Croatina) bisognerà attendere la terza settimana di settembre. Le operazioni si chiuderanno nei primi giorni di ottobre con gli ultimi grappoli di Croatina e di Cabernet. La qualità dei mosti delle uve precoci è ottima, con giusta gradazione zuccherina e un buon accumulo di acido malico e gli indicatori dicono che si otterranno basi spumanti di eccellente livello. La maturazione è omogenea. Gli sbalzi termici che hanno caratterizzato l’andamento stagionale hanno favorito un buon accumulo di sostanze aromatiche che miglioreranno la qualità dei vini bianchi e soprattutto dei Pinot neri. In Valtellina l’anticipo vegetativo è attualmente di circa 10 giorni. Le poche uve bianche potranno essere raccolte dalla metà di settembre, mentre per le rosse si andrà dopo la prima settimana di ottobre. Ottimo lo stato sanitario. Quantitativamente in tutta la Lombardia la produzione si stima uguale a quella dello scorso anno. Il mercato al momento è calmo, a parte le uve aromatiche che fanno registrare quotazioni appena superiori ai 100 euro/quintale.

Trentino Alto Adige
In Trentino Alto Adige dopo un inverno freddo ed una primavera calda ed asciutta, che ha determinato un considerevole anticipo della fioritura, la stagione estiva è stata caratterizzata da temperature medio basse e da piovosità frequente che hanno ridotto drasticamente l’anticipo, inizialmente stimato in 14-15 giorni, a non più di 6-7 giorni rispetto allo scorso anno. L’inizio della vendemmia per le uve precoci (Chardonnay e Sauvignon) in Trentino è iniziata il 17 agosto, ed in Alto Adige il 25. In provincia di Bolzano per la raccolta dei vitigni aromatici, come il Gewürztraminer, si dovrà attendere la metà di settembre. Il pieno della vendemmia si avrà intorno al 20 settembre. Le varietà tardive come il Cabernet Sauvignon saranno conferite alle cantine verso la metà di ottobre. In generale la produzione in Alto Adige sarà del 5% maggiore rispetto a quella del 2010, per un totale di circa 350.000 ettolitri di vino che si prevede di alta qualità. In Trentino il quadro complessivo lascia prevedere una vendemmia breve, a causa anche delle alte temperature di fine agosto, con poco intervallo fra le varietà a bacca bianca e a bacca nera. Il pieno della vendemmia è previsto nei primi giorni di settembre con i conferimenti di Chardonnay, Pinot grigio e a seguire con le uve rosse di Teroldego e Marzemino. La campagna si chiuderà nei primi giorni di ottobre con la raccolta degli ultimi grappoli delle colline più alte e delle uve Cabernet. Ottimo lo stato sanitario dei vigneti. Maggiore criticità ha rappresentato all’inizio dell’estate la difesa dell’oidio. Diverse le grandinate in Trentino; la più dannosa è stata quella del 13 luglio che ha colpito la Vallagarina e la Valle dei Laghi. La produzione risulta inferiore del 5-7% rispetto a quella del 2010. Ottima la qualità dei vini bianchi in particolare per Chardonnay base spumante e Pinot grigio che si presentano con un ideale equilibrio di zucchero ed acidità. I sopralluoghi in vigneto e i riscontri analitici lasciano ben sperare anche per i vini ottenuti da uve a bacca rossa, che manifestano un’intensa colorazione e un buon tenore zuccherino. Attualmente in mercato ristagna, le previsioni sono per un cauto rialzo dei prezzi rispetto allo scorso anno.

Veneto
Nelle province di Verona, Vicenza e Padova l'anticipo del ciclo vegetativo è passato dai 12 agli attuali 7 giorni a causa delle condizione climatiche e meteoriche che si sono manifestate un po’ in tutto il Nord Italia. Il caldo delle ultime due settimane di agosto, in alcune varietà, ha determinato un abbassamento della resa uva/vino a causa della concentrazione, ovvero della perdita di acqua dei grappoli. Le operazioni di raccolta sono iniziate il 17 agosto per le uve precoci. Per Bardolino, Valpolicella, Soave ottimo lo stato sanitario delle uve e quindi la qualità. Nella prima settimana di settembre inizierà la raccolta delle uve bianche, mentre per le rosse bisognerà attendere la seconda settimana. Diversificata la quantità, che per Bardolino e Valpolicella si stima uguale a quella dello scorso anno, mentre per il Soave è incrementata del 5%. Le uve base per la produzione dell'Amarone, e cioè Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara e Oseletta saranno conferite dopo la metà di settembre. Attualmente il mercato è stabile con tendenza a un aumento nell'ordine del 5-10% rispetto allo scorso anno riferito a tutte le tipologie di uve. Anche nelle province di Treviso, Venezia e Rovigo la primavera è stata caratterizzata da una buona piovosità e da temperature al di sopra della media stagionale, che hanno determinato una buona vigoria vegetativa con emissione di grappoli di buone dimensioni, ma un po’ più spargoli rispetto alla norma. Si sono verificati alcuni attacchi di peronospora però ben antagonizzati. L’anticipo di maturazione, calcolato in 15 giorni a fine giugno, oggi si è quasi azzerato tanto che si può considerare una vendemmia in epoca normale o al massimo anticipata solo di qualche giorno. Si è iniziato il 20 agosto con le varietà precoci (Pinot Nero, Pinot Grigio e Chardonnay) per proseguire con le altre. La vendemmia del Prosecco inizierà il 5 di settembre in pianura e una settimana più tardi in collina, anche se alcune partite, a causa del grande caldo di fine agosto, sono state conferite in anticipo per non diluire l’acidità malica. Grandi aspettative qualitative si nutrono anche per i vini rossi, la cui raccolta avverrà non prima del 5 settembre con le uve Merlot, mentre per il Cabernet bisognerà attendere il 15/20 dello stesso mese. I conferimenti si chiuderanno presumibilmente verso la metà di ottobre con gli ultimi grappoli di Raboso. Ovviamente la qualità sarà interessante solo se perdureranno belle giornate di sole e notti fresche. Attualmente la produzione in Veneto Centro Orientale è stimata con un calo di circa il 5% sulle varietà precoci, sul Merlot e sul Cabernet, mentre per il Prosecco, considerando l’entrata in produzione dei numerosi nuovi impianti, sarà superiore a quella dello scorso anno. Attualmente le contrattazioni evidenziano dei rialzi anche del 15-20% per quanto riguarda le uve Prosecco e del 5-10% per tutte le altre tipologie di uve.

Friuli Venezia Giulia
Anche in Friuli Venezia Giulia l’inverno è stato seguito da un mese di marzo eccezionalmente piovoso e da un aprile con temperature al di sopra della norma. Nella seconda decade del mese di aprile il clima è ritornato alla sua stagionalità, determinando un rallentamento del ciclo di crescita della vite. A metà maggio, con circa 15 giorni di anticipo rispetto alla media, è avvenuta la fioritura. La giusta distribuzione delle piogge e il caldo, nei primi giorni di luglio, ha fatto proseguire regolarmente le fasi fenologiche della vite. Anche l’invaiatura è iniziata con circa quindici giorni di anticipo e già attorno al 10 luglio ha interessato Pinot Grigio, Chardonnay, Pinot Nero, Traminer, per proseguire con le varietà tardive: Friulano, Merlot, Caberner Franc e Refosco. Nella notte di venerdì 22 luglio un’eccezionale grandinata ha colpito le zone collinari del Collio Isontino (Gorizia e Slovenia) interessando un’area di oltre trecento ettari vitati creando notevoli danni e perdite consistenti di prodotto. L’inizio di agosto è stato caratterizzato da un abbassamento repentino delle temperature che ha contribuito a notevoli escursioni termiche che hanno favorito le varietà a bacca bianca. La seconda decade di agosto è decorsa all'insegna del caldo secco e ventilato che ha contribuito a rallentare il processo di maturazione dell’uva e nel contempo a bloccare eventuali attacchi di botrite. La vendemmia è anticipata di soli cinque giorni. Per le uve base spumante è iniziata, in modo sporadico, subito dopo Ferragosto. Per la raccolta delle varietà a bacca rossa si dovrà attendere la metà del mese di settembre, quando inizieranno i conferimenti di Merlot e Cabernet. La vendemmia 2011 in Friuli Venezia Giulia si chiuderà nella seconda decade di settembre con la raccolta di: Verduzzo, Refosco, Picolit e Ramandolo. Se le condizioni meteoriche e climatiche continueranno a essere favorevoli non si escludono vini ai massimi livelli qualitativi, ricchi di struttura, profumi, colore e composti aromatici. Quantitativamente si prevede una produzione che non si scosterà di molto rispetto a quella del 2010 che fece registrare 1.334.000 ettolitri di vino a causa soprattutto della minor resa dovuta al grande caldo di fine agosto. Le contrattazioni attualmente risultano in rialzo del 15-20% per le uve di Pinot Grigio, Sauvignon, Ribolla Gialla e Prosecco, mentre sono leggermente stagnanti per le varietà a bacca rossa.

Emilia Romagna
Dopo un inverno regolare con una buona piovosità e temperature nella norma, abbastanza basse fino a marzo inoltrato, con l’esplosione del caldo nei primi giorni di aprile, la ripresa vegetativa è stata velocissima, passando, in una settimana, dalla gemma ferma a una vegetazione di oltre 10 centimetri. Anche nel mese di maggio, fino alla prima decade di giugno, ci sono stati periodi particolarmente caldi che hanno favorito una accelerazione del ciclo vegetativo. La fioritura e l’allegagione sono state regolari. I grappoli sono risultati da subito ben formati e abbastanza spargoli. L’invaiatura è iniziata in alcuni casi in anticipo, ridimensionata dall’abbassamento delle temperature nella ultima parte del mese di luglio. Le prime settimane di agosto sono state contraddistinte da giornate asciutte giustamente calde con temperature massime di 30/34°C e notti fresche con uno sbalzo termico di 10/15°C, condizioni ideali per la maturazione delle uve che sono però mutate nella seconda quindicina del mese per le alte temperature. La vendemmia è iniziata il 16 agosto con circa una settimana di anticipo rispetto alla norma, per piccole partite di Chardonnay destinate a base spumante, ed è proseguita il 22 con il Pinot bianco, a cui faranno seguito, nella prima e nella seconda settimana di settembre, l’Ancellotta, l’Albana, le prime uve Trebbiano e Spergola e di Malvasia per la produzione di basi spumante e frizzante, il Ciliegiolo, il Lambrusco Salamino, il Merlot, lo Syrah, per poi proseguire con il Lambrusco di Sorbara, il Sangiovese, il Cabernet Sauvignon e il Lambrusco Grasparossa. Le operazioni di raccolta si chiuderanno entro la fine di settembre con la raccolta degli ultimi grappoli di Cabernet Sauvignon e Lambrusco Grasparossa. Le uve si presentano in perfetto stato sanitario: ottima premessa per una vendemmia 2011 di grande qualità. Relativamente alla quantità si prevede una produzione stabile rispetto alla vendemmia precedente in Romagna, mentre in Emilia un calo del 5% circa dovuto ad una quantità stimata inferiore delle Ancellotte, dei Lambruschi Modenesi e Reggiani, ma soprattutto per il Lambrusco di Sorbara che ha avuto difficoltà di allegagione, mentre a Piacenza si prevede un’abbondante raccolta per le Malvasie e un modesto calo delle uve rosse. Attualmente il mercato evidenzia prezzi in rialzo per lo Chardonnay rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La tendenza è comunque per un aumento generale intorno al 5% per tutte le varietà.

Toscana
Dopo un inverno decorso in modo regolare, la primavera è stata caratterizzata da buone condizioni climatiche, con temperature al di sopra della media e con piogge regolari. Le malattie fungine sono state controllate molto bene, creando i presupposti per una interessante qualità dei vini sia bianchi che rossi. Le diverse fasi fenologiche si sono svolte nelle migliori condizioni: fioritura e allegagione hanno fatto registrare un anticipo di 10/15 giorni rispetto alla norma. Le temperature, dalla metà di luglio, al di sotto della media stagionale, hanno praticamente azzerato l’anticipo riportando il ciclo vegetativo nella media pluriennale o in alcuni casi con un leggero anticipo. Anche l’invaiatura si è svolta in modo confacente permettendo un inizio di maturazione equilibrato che si è protratto per tutto il periodo favorito dalle eccellenti condizioni climatiche e meteoriche del mese di agosto nella cui sua ultima parte ha creato però qualche problema per le eccessive temperature. La raccolta delle uve precoci bianche (Chardonnay. Pinot, Sauvignon) è iniziata il 20 di agosto in Maremma e il 25 nelle altre zone. Per le varietà precoci di uve rosse, come il Merlot, la raccolta inizierà nei primi giorni di settembre in tutta la Toscana. Nella prima decade di settembre verranno staccate le uve a bacca rossa nelle zone di Bolgheri e del Morellino di Scansano, e quelle a bacca bianca a San Gimignano per la produzione della Vernaccia. Per la vendemmia delle uve base Chianti, Chianti Classico e quelle per la produzione del Carmignano, del Vino Nobile di Montepulciano e del Brunello di Montalcino si dovrà attendere dopo la metà di settembre. I conferimenti dovrebbero terminare verso il 15/20 ottobre con gli ultimi grappoli di Cabernet, Petit Verdot e Sangiovese. Quantitativamente, in tutta la Toscana, si stima una produzione di poco superiore ai 2.800.000 ettolitri di vino, praticamente uguale a quella dello scorso anno. Dal punto di vista qualitativo, se l’andamento climatico e meteorico di settembre sarà buono, si prevede un millesimo ottimo con punte di eccellente. Per quanto concerne il mercato, le contrattazioni sono ancora scarse, con tendenza verso una stabilità dei prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Marche
L’inverno piovoso con nevicate anche a quote basse, tra dicembre e gennaio, ha determinato una riserva idrica importante. Ai 30 gradi dei primi giorni di aprile ed ai 38 della metà di luglio hanno fatto seguito periodi piovosi con temporali anche consistenti che hanno sensibilmente abbassato le temperature. Il germogliato, la fioritura e l’allegagione si sono svolte in condizioni ottimali e con una settimana di anticipo rispetto la media pluriennale. L’alternanza di giorni piovosi e soleggiati ha consentito lo svolgimento di una ottimale sequenza dei trattamenti antiparassitari contro peronospora, oidio e botrite che hanno rafforzato le previsioni per una interessante qualità dei vini. La raccolta delle uve precoci è iniziata il 22 agosto, seguita da Merlot e Pecorino. Il pieno della vendemmia nelle Marche è previsto per la prima decade di settembre quando si accavalleranno i conferimenti di Verdicchio, Sangiovese, Maceratino, Biancame e Cabernet. Per le uve di Montepulciano, base della produzione delle docg Conero e Offida e della doc Rosso Piceno e per quelle di Verdicchio “passito” si dovrà attendere la prima decade di ottobre. Quindi ogni previsione sulla qualità è rimandata all'andamento climatico e meteorico delle prossime settimane. Le uve sono in ottimo stato fitosanitario con acini turgidi e tendenzialmente più piccoli della norma. La resa uva/vino è nella media pluriennale. La fertilità delle gemme è, per tutti i vitigni, leggermente inferiore al 2010. Quantitativamente si stima una leggera diminuzione della produzione rispetto alla scorsa campagna (927.000 ettolitri di vino) pari al 5%, ossia attestata sugli 890.000 ettolitri. Il decremento è imputabile anche agli estirpi e alla “vendemmia verde” sulla base di quanto sancito dalla Ocm vino. La valutazione dei primi parametri di cantina fanno prevedere una produzione orientata verso positivi risvolti. Se settembre manterrà il trend delle settimane appena trascorse, ci sono tutti i presupposti per prevedere un'annata ad alto profilo qualitativo. Il mercato delle uve è in lenta e graduale ripresa. Si stimano quotazioni leggermente superiori (+5%) a quelle fatte registrare nella passata campagna.

Lazio
La stagione si è avviata precocemente e in modo vigoroso grazie alle abbondanti precipitazioni invernali e all'andamento climatico di aprile, con un anticipo compreso tra i 10 e i 15 giorni. A maggio, durante la fioritura, le viti hanno subito le conseguenze di una perturbazione durata due settimane che ha provocato, specialmente su varietà precoci, difficoltà di allegagione, con un conseguente calo della produzione. Pertanto si riscontrano difformità di quantità e qualità da zona a zona e, sicuramente, una generale riduzione rispetto alle vendemmie 2009 e 2010 di circa il 5% dovuta anche alla “vendemmia verde”. L’iniziale anticipo è stato in seguito parzialmente compensato dalle piogge di fine luglio, che hanno fornito nuova vigoria alla pianta allungando di qualche giorno il ciclo fisiologico della vite. Rimane comunque un anticipo di una settimana rispetto allo scorso anno sia per quanto concerne le uve a bacca bianca sia per quelle a bacca rossa. La raccolta delle varietà precoci è iniziata a cavallo di Ferragosto. La terza decade del mese di agosto è stata caratterizzata da escursioni termiche molto elevate, anche di 15°C tra il giorno e la notte, determinando un innalzamento di qualità dovuto essenzialmente al mantenimento della dotazione acida delle uve, a una maggiore sintesi dei polifenoli in quelle rosse e di aromi in quelle bianche. Essendo il territorio laziale caratterizzato da terreni vulcanici molto vigorosi e da varietà autoctone generalmente tardive, l’anticipo del ciclo vegetativo non può che rappresentare un vantaggio dal punto di vista fitosanitario e soprattutto per una perfetta conclusione dei processi di maturazione. La vendemmia delle varietà a bacca rossa nei Castelli Romani (Sangiovese e Montepulciano) inizierà intorno al 20 settembre e si protrarrà fino alla prima decade di ottobre. Le operazioni di raccolta si concluderanno verso la metà di ottobre nel Frusinate con la varietà tradizionalmente più tardiva e cioè il Cesanese di Affile. Dal punto di vista sanitario la situazione è complessivamente buona anche se si registrano alcuni danni, superiori alla media, dovuti ad attacchi di oidio. Oltre alla diminuzione di resa dovuta a fenomeni di colatura e mancata allegagione, va registrata una dimensione degli acini e quindi un minor peso complessivo dei grappoli.

Abruzzo
Una stagione non molto diversa da quella del 2010, dove si sono verificati cospicui attacchi di peronospora. L’andamento climatico, a partire dall’autunno, è stato caratterizzato dalla presenza di piogge e basse temperature. L’inverno è stato piovoso con precipitazioni abbondanti su tutta la regione. La primavera è tardata ad arrivare. Si sono registrate basse temperature e piogge fino a fine maggio. Nel mese di giugno le temperature sono state al di sotto della media stagionale. Questi fenomeni hanno fatto ritardare le fasi fenologiche della vite. Nonostante ciò lo sviluppo della vegetazione è stato comunque rigoglioso e abbondante. In alcune zone interne, sia a metà luglio che inizio agosto, si sono verificate delle grandinate, anche massicce, che hanno influito sul quadro produttivo generale. La difesa fitosanitaria, effettuata con accortezza e tempestività, ha garantito una qualità della produzione assai interessante. Solo le piogge verificatesi alla fine di luglio con temperature medio-alte, in qualche zona, hanno provocato problemi sul controllo della peronospora e dell’oidio. La vendemmia 2011 è prevista con un ritardo, rispetto allo scorso anno, di circa 10 giorni. Per le varietà precoci, in particolare Chardonnay e Pinot grigio, la raccolta, nelle zone costiere, è iniziata il 25 agosto, mentre per quelle più interne e collinari, si dovranno attendere i primi giorni di settembre. La resa risulta inferiore del 10% rispetto alla vendemmia precedente. Per le altre uve bianche, Trebbiano, Malvasia, Passerina e Pecorino, l’inizio della raccolta è previsto tra la seconda e la terza settimana di settembre; su queste tipologie si riscontra una resa inferiore del 5%. Per le varietà a bacca rossa, principalmente Sangiovese e Montepulciano, si prevede che la vendemmia inizierà negli ultimi giorni di settembre e si protrarrà fine alla fine del mese di ottobre. Queste varietà hanno beneficiato del caldo di fine agosto. Sul decremento produttivo hanno inciso sia gli estirpi che le ristrutturazioni con premio comunitario. Per quanto riguarda il mercato del vino si registrano buone contrattazioni e movimentazione del prodotto anche a prezzi interessanti, superiori del 10-15% rispetto allo scorso anno. Le cantine sono giunte alla vendemmia con giacenze modestissime, che fanno sperare buone performance.

Campania

In tutta la Campania l’inizio del ciclo vegetativo è avvenuto con ritardo, in quanto la stagione invernale è stata fredda e abbastanza lunga. Nella fase del germogliamento ci sono state abbondanti piogge che non hanno creato problemi sanitari, cosa che invece hanno fatto le precipitazioni della prima decade di giugno, in coincidenza con la fioritura, determinando un’allegagione più contenuta. Le condizioni meteorologiche hanno riportato in linea le fasi vegetative, secondo le medie stagionali, azzerando un barlume di anticipo inizialmente considerato. L’inizio di agosto, è stato contraddistinto da temperature più elevate ed escursioni termiche notevoli di circa 15/18ºC. I cambiamenti di clima non hanno influito sullo stato sanitario delle uve che si sono mantenute sane, sia pure con una diminuzione della produzione stimata intorno al 10% rispetto all’annata precedente. Il decremento è dovuto in gran parte alle gelate di inizio germogliamento. Questo fa prevedere un annata di interessante qualità. La vendemmia inizierà a metà settembre con la raccolta nell’Agroaversano delle uve di Asprinio e del Fiano nel Cilento. Successivamente si raccoglieranno nel Beneventano io grappoli di Falanghina, per continuare nell’Avellinese, nella prima decade di ottobre, con quelli di Fiano e di Greco di Tufo. Nei Campi Flegrei la raccolta del Piedirosso sarà effettuata nella terza decade di ottobre. Mentre, come da prassi, l’ultima varietà ad essere vendemmiata, sarà quella di Aglianico per la produzione della Docg Taurasi, nell’Avellinese, nella prima settimana di novembre. Le analisi in campo ed in cantina confermano, oltre ad una più che buona sanità delle uve, grandi potenzialità per l’ottenimento di vini ricchi di caratteristiche e di personalità. Occorre precisare che alla data odierna (fine agosto) alcune varietà, come il Fiano nel Cilento, hanno appena terminato l’invaiatura e che alla loro vendemmia mancano ancora tre settimane che, se decoreranno in modo opportuno, garantiranno una qualità dei vini decisamente interessante. Al momento non si registra alcun tipo di contrattazioni, in quanto mancano due settimane all'inizio della vendemmia.

Puglia
In Puglia la vendemmia ha avuto inizio l’11 agosto con i conferimenti delle uve Chardonnay, tradizionalmente le prime a giungere a maturazione. In seguito si sono vendemmiate quelle di Sauvignon e a seguire, a fine agosto, quelle di Primitivo. Dalla prima decade di settembre si passerà alla vendemmia di quelle bianche autoctone, seguite da quelle di Negroamaro, per chiudere, in ottobre, con quelle di Nero di Troia. Si è pertanto, nonostante le informazioni di forti anticipi, ritornati a un calendario di raccolta tradizionale, merito e complice le piogge primaverili che hanno favorito un germogliamento uniforme dei tralci e un regolare sviluppo vegetativo, mentre la fase di fioritura, ha visto situazioni climatiche non molto favorevoli che hanno determinato qualche problema di “colatura” con conseguente riduzione delle quantità per ettaro. Lo stato sanitario di tutti i vigneti pugliesi è nel complesso più che buono, poiché i focolai di peronospora e di oidio, comparsi in forma leggera, sono stati controllati molto bene. Le previsioni qualitative, anche per il 2011, fanno prevedere un’annata di segno più che positivo, sebbene la cautela sia d’obbligo, poiché il tempo e il clima delle prossime settimane saranno determinanti per la produzione nel suo complesso. I dati, considerati gli estirpi e la “vendemmia verde”, ipotizzano una diminuzione della produzione di circa il 10% rispetto alla vendemmia 2010. E’ importante rimarcare che la destinazione della produzione vitivinicola pugliese 2011 sarà incrementata del 6% a favore dei vini doc e igt. L’accumulo glucidico attualmente risulta leggermente inferiore rispetto alla norma, a causa delle avverse condizioni meteo della prima decade di luglio, senza una diminuzione del quadro acido rispetto all’accumulo degli zuccheri. Ciò lascia presupporre all’ottenimento di vini freschi, con interessanti profili aromatici e di buona struttura. Il mercato evidenzia una sostanziale stabilità dei prezzi con quotazioni in leggero aumento rispetto allo stesso periodo del 2010.

Sicilia
L’andamento del ciclo vegetativo della vite, nel periodo della fioritura e dell’allegagione, ha avuto un decorso normale grazie alle abbondanti precipitazioni cadute nel periodo invernale fatta eccezione di qualche attacco di peronospora e di oidio, che sono stati controllati efficacemente. L’invaiatura e la maturazione sono decorse in modo regolare. La vendemmia, per le varietà bianche precoci (Pinot grigio, Sauvignon) è iniziata nella settimana di Ferragosto con qualche giorno di ritardo rispetto alla precedente campagna. Nella terza settimana di agosto si sono raccolte le uve di Chardonnay, Viognier e Muller Thurgau, nonché il Moscato bianco in provincia di Siracusa. Le varietà autoctone, a bacca bianca, come il Catarratto e l’Insolia, saranno raccolte a partire dai primi giorni di settembre, mentre i conferimenti di Grillo sono iniziati nell'ultima decade di agosto. Anche la vendemmia delle uve nere, in particolare di quelle di Merlot, è iniziata nell'ultima decade di agosto, a seguire le altre varietà: Syrah, Nero d’Avola, Frappato, per finire con il Cabernet Sauvignon verso la seconda decade di settembre. In Sicilia le ultime uve raccolte saranno come sempre quelle coltivate sulle pendici dell’Etna, che verranno conferite alle cantine verso la metà di ottobre. Complessivamente in Sicilia si stima un decremento produttivo del 20% rispetto alla precedente campagna vitivinicola (2010). Tale decremento scaturisce sia dall’abbandono, attraverso i contributi comunitari, di oltre 2.000 ettari di superficie vitata, sia dagli abbandoni volontari causati dalla preoccupante situazione di mercato e non ultimo, dalla “vendemmia verde”, per un totale di circa 13.000 ettari. Tutto questo si tradurrà in un ammanco di vini e mosti pari a circa 1.100.000 ettolitri. Le previsioni per il futuro vino vanno dal buono all’ottimo a seconda delle zone e delle varietà. Le contrattazioni, al momento, riguardano solo i mosti con un aumento dei prezzi intorno al 30%.

Sardegna
L’inverno in Sardegna è stato rigido e piovoso, portando a regime terreni e riserve idriche. Il gradevole ritorno della primavera, accompagnato da condizioni climatiche decisamente favorevoli, ha facilitato una buona ripresa vegetativa delle viti. Queste hanno avuto un’ottima schiusura della gemme ma, a causa dell’eccesso della vigoria unitamente al ritorno delle piogge e delle basse temperature in fase di fioritura, per alcuni vitigni come il Vermentino, non ha favorito un'ottimale fioritura e di conseguenza la successiva allegagione. Per cui, in molte zone dell’Isola, su questa tipologia, i rachidi si presentano molto sviluppati, ma con notevole acinellatura; di conseguenza si prevede per questa varietà una flessione della produzione. Bene invece gli altri vitigni soprattutto gli internazionali. Non ci sono stati importanti attacchi di peronospora, come successo in alcuni areali del sud della Sardegna nel 2010 (Campidano e Sulcis). Si è manifestato qualche attacco di oidio nelle varietà più sensibili, peraltro ben controllato dai viticoltori. L’estate caratterizzata da un notevole rinforzo della ventilazione nord-occidentale (per oltre 20 giorni) e da un calo termico importante, accompagnato da discrete precipitazioni, ha scongiurato importanti crisi idriche per la vite. Nella prima decade di agosto si è ritornati alla normalità stagionale con un clima ed una situazione ideale, che hanno favorito la maturazione e l'accumulo di sostanze determinando un sensibile incremento della qualità. Questi andamenti climatici altalenanti hanno comunque determinato un anticipo della vendemmia di 10-12 giorni, mentre la qualità ad oggi si presenta per tutti i vini dell’Isola ottima, con punte di eccellente. La vendemmia per le varietà precoci è iniziata a metà agosto. Il pieno della raccolta è previsto dalla seconda decade di settembre, quando saranno conferite le uve autoctone dell'Isola a partire dal Vermentino, seguito dal Nuragus. Per le varietà a bacca rossa (Cannonau e Carignano) bisognerà attendere gli ultimi giorni di settembre. Il termine della vendemmia in Sardegna è previsto tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre con i conferimenti di Nasco e Malvasia per la produzione dei vini da dessert. Per quanto concerne il mercato, le prime contrattazioni evidenziano una certa stabilità rispetto alle quotazione della scorsa campagna.


Focus - Lo storico delle ultime 9 vendemmie

2002 - Sarebbe bastato che il mese di settembre ci avesse regalato meno acqua e qualche giorno di sole in più, ma così non è stato ed il recupero qualitativo ipotizzato a fine agosto è avvenuto solo in poche zone. Non è un’annata da dimenticare, ma neppure da millesimi da conservare. La qualità è risultata alquanto eterogenea: complessivamente buona, ma con molte punte di medio. I 47 milioni di ettolitri ipotizzati a fine agosto sono scesi a 44,6 milioni, contro i 54,1 milioni di ettolitri del 2000 e i 55,3 milioni della media decennale. E’ stata una delle vendemmie più scarse degli ultimi quarantacinque anni, bisogna infatti risalire al 1957 per trovarne una più deficitaria.

2003 - Poteva essere una vendemmia memorabile, sarebbe bastato un’estate meno soleggiata e con qualche pioggia, ma così non è stato e la regolarità di settembre ha permesso un recupero qualitativo solo in alcune zone e principalmente per i vini rossi che hanno fatto registrare alcune punte di ottimo in quelle zone che in settembre hanno beneficiato di un anda-mento climatico e meteorico adeguato. Tre le più povere degli ultimi 50 anni. Si sono pro-dotti infatti poco più di 44 milioni di ettolitri di vino. Il decremento produttivo è stato dovuto alle alte temperature e all’assenza di precipitazioni che hanno carat-terizzato buona parte dei mesi di maggio, giugno, luglio ed agosto. La regolarità del mese di settembre non è bastata a riequilibrare la situazione. La vendemmia 2003 sarà anche ricordata come la più anticipata: 20 giorni rispetto alla media.

2004 - Le previsioni di fine agosto sono state rispettate: il mese di settembre è decorso nel modo più opportuno, regalandoci giorni di sole, qualche pioggia e una buona escursione termica notturna, condizioni che hanno siglato, dopo due campagne discutibili, un’annata che, per la stragrande maggioranza delle regioni, per i vini bianchi è stata tra le migliori degli ultimi anni e, per alcuni rossi, molto vicina a quella del 1997. Si sono prodotti 53,3 milioni di ettolitri di vino con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Dopo due anni di forte decremento, siamo tornati ad una vendemmia vicina alla media decennale 1994/2003 attestata sui 53,5 milioni di ettolitri di vino. Fatta eccezione per Lazio, Abruzzo, Campania, Sicilia e Sardegna tutte le regioni hanno avuto incrementi di almeno il 20% rispetto alla campagna 2003.

2005 - Molto eterogenea la qualità. Le premesse per firmare un ottimo millesimo, nonostante le bizzarrie del tempo, c’erano tutte fino a Ferragosto. Le piogge e le basse temperature che hanno ca-ratterizzato la seconda metà del mese hanno rimesso però tutto in discussione. Le speranze riposte nel mese di settembre sono andate quasi dappertutto deluse. Tutto questo ha determinato una qualità buona con poche punte qualificate al nord e di maggiore interesse al Sud e nelle Isole. Si sono prodotti 50,6 milioni di ettolitri di vini e mosti con un decremento di circa il 5% rispetto al 2004. È un’annata tra le più scarse degli ultimi 50 anni, molto vicina a quella del 1954 (50,5) e pressoché uguale a quella del 1997. Le regioni che hanno registrato i de-crementi più cospicui sono state il Veneto (-19,8%), il Trentino Aldo Adi-ge (-16,7%), il Friuli V.G. (-13,8%) e la Toscana (-12,2%).

2006 - Nel Centro-Nord la vendemmia sarà ricordata come la migliore degli ultimi cinque anni: complessivamente ottima, an-che se con poche punte di eccellenza. Maggiormente eterogenea al Sud e nelle Isole dove si è riscontrata una più accentuata variabilità dovuta alle bizzarrie del tempo. Nonostante le stranezze climatiche e meteoriche un ottimo mese di settembre ha ristabilito una situazione più che positiva. Si sono prodotti 49.631.000 ettolitri di vino, ossia un milione di ettolitri in meno rispetto al 2005. Pertanto un quantitati-vo in linea con la media triennale 2003/2005 che fa registrare 49,3 milioni di ettolitri, con un deciso decremento al Sud e nelle Isole, fatta eccezione per la Campania, ed un sostanziale recupero al Centro-Nord, con leggere punte di incremento in Piemonte, Trentino, Veneto ed Emilia Romagna.

2007 - L’andamento climatico bizzarro ha portato, tra alti e bassi, a una qualità eterogenea ma complessivamente assai interessante per le varietà precoci. Per le tipologie vendemmiate dopo la metà di settembre i livelli sono risultati ottimi, con diverse punte di eccellen-te. Al Nord i rossi hanno raggiunto i massimi livelli, con eccellenti profumi e una esuberante carica di tannini morbidi dovuti all’ottimale maturità fe-nolica. Si sono prodotti 42.559.000 ettolitri di vino, va-le a dire la seconda vendemmia più scarsa dal 1950 (41 milioni di ettoli-tri) pari a un decremento di oltre il 14% rispetto alla campagna preceden-te, che fece registrare 49.631.000 ettolitri. Il decremento produttivo ha e-videnziato le sue massime punte nel Sud Italia e in particolare in Sicilia dove, in certe zone, ha raggiunto punte del 55% rispetto al 2006.

2008 - Le più che positive condizioni climatiche verificatesi in tutt’Italia nei mesi di settembre e di ottobre hanno prolungato il periodo di raccol-ta e permesso un forte recupero qualitativo al Centro-Nord, in particolar modo per quei vini ottenuti da uve vendemmiate dopo la metà del mese di settembre. Il 2008 sarà ricordata come un’annata eterogenea, ma complessivamente buo-na con alcune punte di ottimo. Si sono prodotti 46.245.000 di ettolitri di vini e mosti con un aumento di quasi il 9% rispetto al 2007 e praticamente uguale alla media del triennio 2006/2008 (46.145.000 di ettolitri). Gli incrementi produttivi più rilevanti si sono verificati in Abruzzo (+38%), in Sicilia (+35) e in Puglia (+23%), mentre la Sardegna (-32%), il Piemonte (-9%) ed il Trentino Alto Adige (-7%) sono state le regioni che hanno fatto registrare le maggiori carenze rispetto alla presedente annata.

2009 - La qualità ha maggiormente premiato il Centro-Nord d’Italia, dove, in molte regioni, è stata ottima con diverse punte di eccellente. Nel Centro-Sud il bizzarro andamento climatico e meteorico, caratterizzato prima da temperature elevate, poi da piogge di durata inconsueta, ha mantenuto l’eterogeneità inizialmente ipotizzata determinando una qualità a macchia di leopardo, dove il mediocre si scontra con l’ottimo e il buono con il discreto. Si sono prodotti 45,8 milioni di ettolitri, l’1% in meno della campagna 2008. Il decremento è stato dovuto all’andamento climatico o a quello meteorico che hanno caratterizzato soprattutto, nel mese di settembre, le regioni del Sud d’Italia e in particolar modo: Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia. Il Veneto (8,2 milioni di ettolitri) si conferma, per il terzo anno consecutivo, la regione più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insie-me producono oltre il 50% di tutto il vino italiano.

2010 - L’eterogeneità qualitativa di fine agosto è stata confermata a fine campagna, con un'Italia vinicola a macchia di leopardo, ove in una stessa regione il buono si è scontrato con l’eccellente e l’ottimo con il mediocre. Complessivamente la qualità della produzione 2010 è risultata buona con diverse punte di ottimo, ma con assenza di eccellenze. Si sono prodotti 46.745.000 di ettolitri di vino, circa 1 milione di ettolitri in più rispetto al 2009. Il Veneto si conferma la regione italiana più produttiva con 8.351.000 di ettolitri, seguita dalla Puglia (7.169.000), dall'Emilia Romagna (6.601.000) e dalla Sicilia (5.676.000), quest’ultima in calo di mezzo milione di ettolitri di vino sul 2009.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024