Tredicimila e cinquecento ettari vitati (tra i vitigni più coltivati spiccano 4.000 ettari a Croatina, 3.000 ettari a Pinot Nero, 2.600 ettari a Barbera e 1.300 ettari a Riesling) da cui nascono vini come Cruasè e Bonarda, per la terza Denominazione italiana per numero di ettari vitati che cambia la sua guida e anche la sua “filosofia” di lavoro e promozione: a partire da gennaio Matteo Marenghi, agronomo e giornalista, sarà il nuovo direttore per il Consorzio di tutela dei vini dell’Oltrepò Pavese. Ad annunciarlo è il presidente Paolo Massone, nel riferire le ultime decisioni del Consiglio di amministrazione: “abbiamo optato per un profilo caratterizzato sul fronte della comunicazione - spiega Massone - pur senza rinunciare a specifiche competenze tecniche nel settore vitienologico. Il nostro scopo è rafforzare decisamente l’immagine dei vini oltrepadani, fra questi in particolare il Cruasè, Metodo Classico Docg Rosé a base Pinot Nero, per meglio supportare gli ingenti investimenti delle aziende associate”.
Gli ultimi sviluppi normativi riguardanti i consorzi, introdotti dall’Ocm Vino ed ormai recepiti a livello nazionale, per il presidente del Consorzio, “sottolineano la necessità che le strutture come la nostra siano attente sul fronte promo-comunicazionale, essendo venuti meno i compiti relativi ai controlli. Rimangono invece a nostro carico le azioni di tutela e sorveglianza, che implementeremo. Il nuovo direttore ha titoli ed esperienze che riteniamo idonei alle nostre esigenze, inoltre, grazie alla lunga militanza nel giornalismo, è un interlocutore capace di incidere nel sempre più complesso ed intricato mondo del vino. Non sarà solo, ma affiancato da una squadra che ha già reso il Consorzio più moderno e dinamico negli ultimi anni”.
“Sono grato della fiducia accordatami ed entusiasta dell’incarico - dice Matteo Marenghi - pur consapevole delle non poche difficoltà. Comunicare è cruciale ma difficile, i risultati si vedono a distanza di tempo. Oltre ai rapporti con i media oggi occorre poi considerare anche il fenomeno della disintermediazione che, bypassando i tradizionali canali dell’informazione, grazie ad Internet mette a diretto contatto il mondo della produzione con quello del consumo, accelerando ogni reazione. Lavorerò comunque anche su altri fronti - aggiunge Marenghi - affinchè il Consorzio possa divenire il fulcro del dibattito sugli sviluppi del territorio e della vitivinicoltura in particolare; l’obiettivo non vuole essere la mera sopravvivenza di un nobilissimo comparto, oggi insidiato su più fronti, ma il raggiungimento di traguardi ambiziosi. Grande attenzione andrà quindi posta al mercato, che va assecondato ma avendo ben in mente la propria identità: in un mondo del vino assolutamente globalizzato non c’è più spazio per la mediocrità”.
Focus - Chi è Matteo Marenghi
Matteo Marenghi, laureato in Scienze Agrarie con tesi in viticoltura e Master in Enologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, è iscritto all’albo dei dottori agronomi e a quello dei giornalisti. Dopo esperienze di lavoro dipendente si è dedicato alla libera professione; per 11 anni ha diretto il periodico “Vignevini” edito da “Il sole 24 Ore–Edagricole” e successivamente ha scritto per le più note riviste tecniche nazionali e siti internet dove si è imposto soprattutto come editorialista. Esperto di marketing del vino è stato consulente di amministrazioni provinciali, aziende private, cantine sociali, consorzi, vivaisti. È autore di diversi libri fra cui il “Manuale di viticoltura”, opera cui hanno contribuito eminenti docenti universitari, e della versione italiana di due testi francesi “Le marketing du Vin” e “Terroirs viticoles”.
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