330 milioni di bottiglie vendute, per un giro d’affari di 4,1 miliardi di euro, con la Francia primo mercato, che assorbe il 55% della produzione. Alla faccia della crisi, ecco il bilancio 2011 per i produttori di Champagne, il secondo migliore di sempre secondo i dati del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (Civc) che raggruppa i vignaioli, le cooperative e le maison dei grandi marchi della Champagne e che, però, si prepara ad affrontare un calo delle performance delle bollicine più famose del mondo nel corso di prossimi 3 anni.
Nonostante la crisi, dunque, con un aumento delle vendite del 3,5% sul 2010, il 2011 sarà il secondo miglior anno di sempre (dopo il 2007) in termini di cifre realizzate dai produttori del celebre vino francese. Un anno storico, con vendite record, figlio di una ripresa iniziata nel 2010 grazie all’export, con un aumento delle vendite dell’8,9%, dopo un calo del 5% nel 2008 e del 9% nel 2009. Se i numeri saranno confermati definitivamente, le vendite potrebbero avvicinarsi al record di 339 milioni di bottiglie raggiunto nel 2007. E anche il giro d’affari del settore è cresciuto a 4,1 miliardi di euro (quanto l’export del vino italiano nel suo complesso, ndr) raggiunti grazie ad aumenti di prezzo compresi, in media, tra il 3 e il 5%. Il record precedente era stato raggiunto sempre nel 2007 con 4,5 miliardi di euro di fatturato. Oltre alla Francia, che assorbe il 55% del volume ed è il primo mercato per lo Champagne, le vendite sono andate bene negli Stati Uniti, secondo mercato e primo nell’export, in Australia, in Italia, in Belgio ma anche in Cina, Russia e Brasile, dove sono arrivati più di un milione di bottiglie di Champagne e i ritmi di crescita sono tendenzialmente molto elevati, specialmente per quanto riguarda Cina e Russia, dove la clientela facoltosa preferisce le grand cuvée e gli Champagne millesimati dai prezzi più elevati.
Tuttavia, questa euforia deve necessariamente fare i conti con la situazione congiunturale mondiale. E per il 2012 i professionisti del settore si mostrano più prudenti. Preoccupa cosa accadrà nel prossimo triennio sul mercato europeo. I grandi clienti storici di Champagne, come il Belgio, hanno fortemente ridotto i loro consumi, e in Inghilterra, altro mercato di riferimento per lo Champagne, e di solito particolarmente dinamico, la concorrenza si è fatta molto dura e il mercato è diventato molto meno redditizio che in passato. Così i produttori di Champagne si aspettano una crescita limitata al 2% in volume, nel corso dei prossimi 2 anni, e “gli Champenois hanno già previsto una crescita relativamente lenta”, spiega Thibaut Le Mailloux, portavoce del Civc.
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