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CHE VENDEMMIA SARÀ QUELLA DEL 2050 PER IL VINO? MANCANO QUASI QUARANT’ANNI, MA C’È CHI, IN AUSTRALIA, HA PREFERITO TOGLIERSI LA CURIOSITÀ CON LARGO ANTICIPO. SONO I RICERCATORI DEL SARDI - SOUTH AUSTRALIAN RESEARCH & DEVELOPMENT INSTITUTE

Che vendemmia sarà quella del 2050 per il vino? Mancano quasi quarant’anni, ma c’è chi, in Australia, ha preferito togliersi la curiosità con largo anticipo. Sono i ricercatori del Sardi - South Australian Research and Development Institute, che hanno vendemmiato le uve nelle stesse condizioni climatiche del 2050, con temperature in aumento di 2-4 gradi ed un certo deficit idrico. I più fortunati hanno già potuto apprezzare le differenze, ma per farsi un’idea meglio c’è da aspettare qualche decennio ...

La ricerca portata avanti dal team del professor Victor Sadras è stata un vero e proprio salto nel futuro per l’industria vinicola della Barossa Valley, culminato nella degustazione comparativa andata in scena al Jacob Creek Visitor Centre, dove 50 produttori della zona hanno potuto apprezzare le differenze tra il vino del 2011 e quello del 2050. “L’aperura di questa finestra sul futuro - dice il professor Sadras - aiuterà molto l’industria del vino sud-australiano, che può iniziare già a pensare alle misure da prendere, sia in termini tecnologici che vitivinicoli ed enologici”. Ma com’è stata la sperimentazione? A raccontarlo è ancora Sadras: “abbiamo replicato lo stesso processo con quattro varietà diverse, coltivate sia nelle condizioni attuali, sia alle condizioni del 2050 ( quindi con temperature superiori di 2-4 gradi durante il giorno). Un secondo studio, invece, include Shiraz coltivato in condizioni ancora più estreme, ossia immaginando un probabile deficit idrico. A differenza dei confronti che si fanno tra i vini provenienti da regioni calde o fredde, o tra annate più calde e più fredde della stessa regione, questi studi consentono una diretta, inequivocabile valutazione degli effetti della temperatura”.

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