“Nel dl liberalizzazioni (che aspetta, a momenti, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ndr) c’è anche tanto per il rilancio dell’agricoltura italiana, che occupa più di 1 milione di persone e fa più del 10% del Pil, anche se è stata data più attenzione mediatica ai taxi”. Con un velo di pacata polemica, il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania ha spiegato, oggi a Roma, il pacchetto di novità per l’agricoltura nel dl liberalizzazioni, “che vuole cancellare soprattutto alcune zone grigie della filiera del settore, a cui è già stato chiesto tutto il sacrificio possibile”.
Si parte dai contratti di filiera: niente più prezzi stabiliti dopo lo scambio delle merci soprattutto per i prodotti più deperibili, come accade spesso, con gli agricoltori spesso costretti a non sapere quanto gli sarà pagata la merce se non dopo averla consegnata: tutto sarà scritto nero su bianco e, soprattutto, si interviene sui termini di pagamento: niente più attese di mesi e mesi da parte degli agricoltori per vedersi pagare le forniture: 60 giorni al massimo per gli alimenti non deperibili, 30 giorni per quelli deperibili. Questo non vuol dire demonizzare la distribuzione, al cui interno, per altro, ci sono comportamenti diversi tra operatori più o meno virtuosi. Ma vuol dire ripristinare la correttezza della filiera che, soprattutto al Sud, ha troppe zone grigie”.
Ci sono, poi, dai 250 ai 300 milioni nei prossimi tre anni per rilanciare gli investimenti nel settore con contratti di filiera e di distretto, ma anche l’istituzione di un “fondo credito”, attraverso l’Ismea, per facilitare l’accesso al credito bancario delle imprese agricole per lo sfruttamento delle risorse pubbliche dei Piani di Sviluppo Rurale (a cui i privati devono compartecipare). “Da un lato - spiega Catania - c’è una normativa comunitaria che mette a disposizione risorse, ma gli agricoltori devono partecipare all’investimento in quota parte, e questo Fondo con cui Ismea garantisce agli istituti di credito la copertura della parte pubblica, permetterà alle banche di rispondere più rapidamente, e con interessi più contenuti, alle richieste delle imprese”.
Altro grande tema, invocato da tutte le organizzazioni di categoria, quello dell’utilizzo dei terreni agricoli del Demanio. “Abbiamo rivisto e migliorato il meccanismo previsto dalla Finanziaria di Novembre 2011: il limite economico per la contrattazione privata passa da 400.000 euro a 100.000, e il vincolo di mantenere la destinazione agricola del terreno venduto sale da 5 a 20 anni, per evitare speculazioni. E poi anche gli agricoltori stessi potranno indicare su che appezzamenti di terreno trattare, e questo va soprattutto in favore dei piccoli che magari hanno già terreni privati confinanti con quelli del demanio. E i giovani agricoltori saranno agevolati. Il provvedimento, poi, non sarà “una tantum”, come previsto, ma diventerà strutturale, con la revisione dei terreni vendibili una volta all’anno. Anche perché ci aspettiamo risultati migliori in futuro, quando speriamo che l’economia si un po’ migliore, che non oggi con le aziende agricole in difficoltà di liquidità”.
Altro tema caldo, che ha calamitato molti investimenti, quello delle agroenergie, e in particolare sul fotovoltaico: “fatte salve le concessioni già in essere, niente più impianti sui terreni agricoli. E questo secondo me è già un grande beneficio per gli agricoltori, che negli ultimi anni hanno visto non solo sottrarre terreni utili all’attività agricola, ma anche crescere le tensioni sui prezzi degli affitti dei terreni stessi, che li hanno penalizzati. Questo non vuol dire stop al fotovoltaico: si potrà sempre installare sugli immobili rurali, con particolari vantaggi per le serre”.
Ma se questi sono i punti chiave di quanto fatto fino ad oggi, la riforma (almeno in parte) che tutta l’agricoltura attende, potrebbe arrivare dal “decreto semplificazioni” di cui il Consiglio dei Ministri discuterà il 27 gennaio: “abbiamo preparato un pacchetto di articoli che tende ad alleggerire il peso degli oneri amministrativi e burocratici per le imprese agricole - anticipa Catania - soprattutto per l’erogazione di fondi comunitari. È prevista una cosa che andava fatta da tempo: Agea da un lato e altri enti pubblici dall’altro (Inps, Camere di Commercio e così via) saranno obbligate a scambiarsi le informazioni in loro possesso, evitando di dover chieder ai produttori tutta una serie di cose di cui la Pubblica Amministrazione nel suo complesso, è già in possesso”. E già questo rappresenterebbe un buon risparmio di lavoro, tempo e denaro per tante imprese agricole, soprattutto quelle meno strutturate letteralmente “sommerse” dalla burocrazia.
“Ma non finisce qui: vogliamo partire con testo più ampio, un disegno di legge da presentare entro 25-30 giorni al massimo, con una serie di norme di rilancio e tutela delle posizioni più deboli della filiera, e di inasprimento delle regole a salvaguardia del vero made in Italy, intervenendo sia sul sistema penale di tutela contro la contraffazione, che su tanti altri aspetti”.
Le imprese agricole, però, nell’immediato sono preoccupate per l’impatto che l’Imu potrebbe avere. C’è una stima ufficiale? “La abbiamo chiesta al Ministero dell’Economia - spiega a WineNews, Catania - ma ancora non ha risposto, Coldiretti parla di 1 miliardo di aumento di gettito sul sistema di imposta precedente, e credo che sia plausibile. Quello che è chiaro è che l’intervento di dicembre 2011 nel settore agricolo è stato fatto in un contesto di sacrificio generale, abbiamo chiesto uno sforzo importante al settore, ma credo che da ora in poi non ci siano condizioni per ulteriori interventi che non siano di carattere migliorativo. Anche perché non è in questo settore, per esempio, che c’è evasione fiscale massiccia e ricchezza sommersa, ed è importante che questo sia tenuto a mente in modo chiaro quando si parla di politiche fiscali nel Paese”.
Focus - In sintesi il decreto liberalizzazioni: “pacchetto agroalimentare”
Gli interventi normativi a favore del sistema agroalimentare italiano puntano al rilancio degli investimenti nel comparto e ad una maggiore solidità finanziaria delle aziende agroalimentari, sono ispirati a criteri di trasparenza nei rapporti di filiera, efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa.
Le principali misure contenute nel pacchetto sono:
- Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari
Per una maggiore trasparenza dei rapporti all’interno della filiera, viene previsto l’obbligo della forma scritta per i contratti di cessione di beni agricoli e alimentari, vengono vietati i comportamenti sleali e si interviene sui termini di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli alimentari (60 giorni per gli alimenti non deperibili, 30 giorni per quelli deperibili). La norma individua anche un regime sanzionatorio, con sanzioni amministrative fino a 500.000 euro.
- “Contratti di filiera”
La norma consente di rilanciare gli investimenti nel settore agroalimentare attraverso la riattivazione dei contratti di filiera, con l’attivazione di 250-300 milioni di euro nei prossimi tre anni per la conclusione di tali contratti, che saranno promossi dal Mipaaf di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico.
- Fondo credito
La norma prevede misure di sostegno per l’accesso al credito in attuazione di una specifica decisione comunitaria che istituisce il “Fondo credito”. L’obiettivo è agevolare le imprese ad accedere a finanziamenti bancari, per contrastare la carenza di liquidità e consentire la realizzazione di investimenti cofinanziati da risorse comunitarie, in particolare quelli dei Programmi di Sviluppo Rurale.
- Impianti fotovoltaici in ambito agricolo
La norma vieta l’accesso al sistema degli incentivi statali per gli impianti fotovoltaici con moduli collocati su terreni agricoli, facendo salve le autorizzazioni in corso. Al contempo vengono innalzati gli incentivi per gli impianti fotovoltaici costruiti sulle serre, che vengono equiparati a quelli realizzati su edifici.
- Dismissione di terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola
La norma riscrive le regole già poste dalla legge di stabilità per la dismissione dei terreni in questione, nel senso di abbassare la soglia del consentito ricorso alla trattava privata (le dismissioni dovranno essere effettuare mediante asta pubblica per terreni di valore pari o superiore a 100.000 euro), prevedere un significativo lasso di tempo (20 anni) per la conservazione della destinazione agricola dei terreni, stabilire una prelazione per i giovani imprenditori agricoli nelle procedure di alienazione ed, infine, rendere periodica con cadenza annuale l’operazione di individuazione dei terreni, attraverso decreto del Ministero delle Politiche Agricole di concerto con il Ministero dell’Economia.
- Convenzioni per lo sviluppo della filiera della pesca
La norma abilita il Ministero delle Politiche Agricole a stipulare convenzioni con le Associazioni di categoria a sostegno della produttività del settore, utilizzando risorse già disponibili e quantificabili in 6 milioni di euro. Si tratta di un intervento a sostegno di un settore in particolare crisi e che ha l’obiettivo di stimolare la nascita di nuove imprese, a garantire assistenza tecnica agli operatori del settore e facilitare l’accesso al credito degli stessi.
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