I vini rosati in Italia sono usciti dalla nicchia, e mietono un successo dopo l’altro, conquistando il gusto di milioni di wine lovers del Belpaese e del mondo. E per decidere qual è il più buono, parte dalla Puglia l’iniziativa del “Concorso enologico nazionale dei vini rosati d’Italia” n. 1: prima tappa Bari, dove il 20 e 21 gennaio andranno in scena le selezioni, che porteranno direttamente alla premiazione del 5 maggio ad Otranto, dove tra i rosati in gara, divisi in tre sezioni, “Tranquilli”, “Frizzanti” e “Spumanti”, a loro volta suddivisi in categorie “Dop” e “Igp”, verranno premiati i migliori. Ad ospitare la presentazione del neonato concorso, il Ministero delle Politiche agricole, con il Ministro Mario Catania, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, l’assessore all’agricoltura della Regione Puglia Dario Stefano e Antonio Calò dell’Accademia della Vite e del Vino.
Segno tangibile di come il vino rosato rappresenti ormai una produzione importante per l’Italia enoica: siamo al secondo posto in Europa per produzione con 4,5 milioni di ettolitri, dietro la leadership dei rosé francesi con 5,9 milioni di ettolitri. In Italia, il trend dei consumi è in crescita, secondo i dati di Vinexpo/Iwsr. Un capitolo a parte poi riguarda lo spumante rosé per il quale si può parlare di vera e propria tendenza : si contano 750 etichette con una produzione nazionale di 950.000 bottiglie con il metodo Classico e 15 milioni con il metodo Charmant, quasi tutta in quattro Regioni dalla grande tradizione di rosati, la Puglia, l’Abruzzo, il Veneto e la sponda lombarda del lago di Garda.
Ma troppo spesso questa tipologia di vino, realizzato quasi sempre con vitigni rossi, ha subito “maltrattamenti” a causa di produttori poco seri che ne hanno offuscato onore e credibilità come hanno ricordato tutti nel corso della conferenza stampa, a cominciare dall’assessore Stefano al ministro Catania, che hanno parlato di “battaglia vinta insieme a Bruxelles per far approvare il Regolamento che vieta la produzione di vini rosati attraverso la mescolanza di vini bianchi e rossi”.
“Questa iniziativa del concorso - ha spiegato Catania - serve a colmare una profonda ingiustizia nei confronti di un prodotto, il rosato, che aveva un’accezione di sottocategoria senza pari dignità del vino bianco e rosso perché considerato un ibrido. E il paradosso è che in Italia non si era capito che facciamo il rosato migliore del mondo, e lo abbiamo fatto prima ancora dei francesi. Anche il presidente della Puglia Vendola, con la sua presenza, ha suggellato l’iniziativa dicendo che “i rosati sono una cartolina mandata a tutto il mondo agricolo, dove il messaggio è “uscire dall’individualismo”. Vendola ha parlato anche della necessità di “coniugare la scienza all’economia della campagna” esaltando il ruolo di un’agricoltura che possa fare da “presidio ecologico”. Tra i rosati si contano vitigni tra i più rinomati, come Negramaro, Uva di Troia e Aglianico in Puglia, Montepulciano in Abruzzo, Corvine sul lago di Garda, per fare alcuni esempi.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025