Marchio mio, ti “sfrutto”, ma non ti accompagno. Le “Anteprime”, organizzate dai Consorzi in questo periodo, sono un momento di visibilità per una denominazione che è, a tutti gli effetti, un marchio collettivo e va a beneficio di tutti, consorziati o meno. Ma guardando a quanti, grandi o piccoli, arrivano sul mercato con le proprie bottiglie (per semplicità “imbottigliatori”), si scopre che, spesso, neanche la metà partecipa e dà lustro all’evento.
Il Brunello di Montalcino, forse, è il più rappresentativo, con 140 imbottigliatori su poco più di 210 (66%); ma poi, di tanto o di poco, si è sotto il 50%: dal Nobile di Montepulciano Docg (34 su 80) al Chianti Classico Docg (152 su 374), dall’Amarone della Valpolicella Docg (57 su 200) al Taurasi Docg (36 su 168) e alla Vernaccia di San Gimignano Docg (36 su poco più di 90). È vero che, spesso, quelli che “fanno mercato” sono molti meno del totale, ma resta che sono più quelli che godono della visibilità della Docg, di quelli che la costruiscono.
E le “Anteprime” sono solo un esempio di questo approccio (quotidiano), senza contare che c’è anche chi non ci partecipa, ma ne approfitta pure per fare eventi “privati” in quei giorni e nei dintorni. Eppure si devono trovare momenti e valori per muoversi insieme. Perché, diceva Gaber, “libertà è partecipazione” ...
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