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BRUNELLO DI MONTALCINO: LE RISERVA 2006 SI PRESENTANO IN GRANDE SPOLVERO, MERITANDOSI IN PIENO LE “CINQUE STELLE”. DA “BENVENUTO BRUNELLO” ESCE UN GIUDIZIO MOLTO POSITIVO SU QUESTA TIPOLOGIA: COSI’ WINENEWS ALLA PROVA DEL BICCHIERE

Se nel 2011 l’annata 2006 alla prova del bicchiere di “Benvenuto Brunello” si dimostrò molto buona, ma forse non capace di restare negli annali, declinandosi in modo ben leggibile rispetto a millesimi di pari considerazione, il discorso è decisamente diverso per le Riserva 2006, in anteprima, oggi a Montalcino, di uno dei vini più importanti d’Italia. E se nei profumi i vini hanno saputo in generale complessificare le loro caratteristiche di partenza, il balzo più grosso è stato fatto al gusto, dove la ricchezza strutturale e una certa tendenza ai toni dolci, ha lasciato spazio ad un recupero deciso di equilibrio, a vantaggio di sensazioni sapide e, in qualche caso, minerali, con vini più inclini all’eleganza che alla potenza e molto caratteriali. Un “fenomeno” piuttosto raro quello di uno stacco così evidente fra annata e riserva, specialmente se si considera il fatto che il Brunello è già un vino a lungo affinamento e, quindi, le differenze tra le due tipologie tendono, evidentemente ad assottigliarsi. Un dato particolarmente positivo e che sottolinea la capacità del Sangiovese, coltivato a Montalcino, di riuscire ad esprimersi in modo del tutto originale e assoluto, grazie ad un terroir davvero ideale per il vitigno toscano per eccellenza. Il giudizio generale sui Brunello di Montalcino Riserva 2006, secondo lo staff di Winenews (Franco Pallini e Antonio Boco), può essere così sintetizzato, dopo la prova del bicchiere.

Nel merito vediamo gli assaggi che più hanno impressionato i nostri assaggi. Il Brunello Riserva 2006 di Querce Bettina trova un profilo aromatico di finezza assoluta e un gusto magistrale di raffinata identità. Convince la Riserva di Canalicchio di Sopra, dal bel naso fruttato che alterna anche cenni di muschio e terra, preludio ad una bocca profonda e sinuosa. Di grande fascino, e giocato tutto sulle sfumature quello di Fattoi e di bella espressività Collelceto, dal palato gustoso, finissimo e leggiadro. Sapida la Riserva di Solaria; Ugolaia di Lisini, ma non è una novità, è un vino polposo, dotato di grande personalità e non privo di eleganza. Costruito sui contrasti il Brunello Riserva 2006 di Piancornello. Denso e saporito il Brunello Riserva 2006 della Fornacina. Più giocato sui tannini quello del Castello Romitorio e classicamente affidabile il Poggio all’Oro di Castello Banfi, docile in bocca e ben fatto aromaticamente. Agrumata e profonda la Riserva di Poggio Antico e dotata di grandissima sapidità quella di Mocali. Tannino terroso e aromi floreali per la Riserva 2006 de Le Macioche, e bella stratificazione aromatica, giocata su cuoio e tabacco, nella Riserva di Pian delle Querci, dalla buona progressione gustativa. Dagli aromi precisi e invitanti la Riserva 2006 di Siro Pacenti, dalla bocca avvolgente e ben ritmata. Dal gusto quasi salato e dai profumi fascinosi la Riserva di Terre Nere. Energica e dall’apporto tannico significativo la Riserva 2006 di Uccelliera, cremosa e reattiva quella di Canneta. Dolce e di buona finezza tannica la Riserva di Caparzo, più giocata su toni scuri quella di Capanna. Affumicata e dalla bella nota sapida la Riserva 2006 de Le Chiuse. Ciliegia e mirtillo segnano i profumi della Riserva 2006 de Il Poggione, carnosa e saporita al palato. Dagli aromi sfumati e dal gusto teso e affilato la Riserva 2006 di Gianni Brunelli.

Tornando alle caratteristiche della vendemmia 2006, probabilmente è stato decisivo il settembre che, con giornate quasi estive, ha permesso alle uve di raggiungere una maturità perfetta. Certo, stiamo parlando di un’annata “calda”, ma le gradazioni elevate sono state ben contrastate da una presenza acida davvero importante, derivata quest’ultima da un andamento climatico, che, a Montalcino, ha saputo sempre regalare notevoli escursioni termiche, salvaguardando la freschezza del frutto. Sul piano strutturale, la presenza tannica non è mancata, ma, si è trattato di tannini pienamente maturi che, nel caso della Riserva 2006, dopo un ulteriore affinamento in bottiglia di un anno, hanno saputo trovare una dimensione quasi ideale.
Ma evidentemente a raggiungere questi risultati ottimali hanno concorso gli stessi vignaioli, dedicando una cura particolare nella cernita delle uve destinate alla Riserva, riempiendo di contenuto e di senso una tipologia che, in altri territori, ha perso la sua valenza di eccellenza.

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