È giallo sul vino delle cene ufficiali alla Casa Bianca. Perse le tracce dal 2011: l’ultima bottiglia nota versata nei calici del presidente Barack Obama e del suo ospite, il presidente cinese Hu Jintao, è un Cabernet Sauvignon prodotto a Washington, che in origine costava 115 dollari, ma che al momento della cena ne valeva 400, poi solo vaghi riferimenti a vini americani. Sono top secret anche i vini della cantina di casa Obama per la cena di stato con il Primo ministro britannico David Cameron. Per Tyler Colman, docente alla New York University e blogger esperto di enologia, il desueto comportamento è dovuto al non voler “mostrare ricchezza in un momento in cui l’economia non va a gonfie vele”.
Informare gli ospiti del vino, a Washington, non è mai stato solo un dettaglio, infatti, tutti gli ex presidenti degli Stati Uniti hanno sempre reso noto ogni particolare sul menu delle cene di Stato. E Anche Obama, al principio del mandato, non lasciava nulla al dubbio. Per i leader indiano, messicano e cinese era infatti stato servito un vino rigorosamente americano, indicandone qualità e azienda produttrice. Però, è dal 19 gennaio del 2011 che alla Casa Bianca aleggia un alone di mistero intorno alle bottiglie di vino servite durante le cene ufficiali.
L’ultima di cui si sa qualcosa, appunto, è quella bevuta con il presidente cinese Hu Jintao: un Cabernet Sauvignon prodotto a Washington. Così, anche sulla tavola imbandita in questi giorni per accogliere il Primo ministro britannico David Cameron in visita formale a Washington per discutere di Afghanistan, Siria e Iran, il silenzio. “Un vino americano sarà abbinato a ciascuna portata”, recita un vago comunicato di casa Obama. Lo stesso diramato per la prima volta il 7 giugno 2011, quando negli Stati Uniti sbarcò il cancelliere tedesco Angela Merkel.
Del resto, “forse sono attenti a non mostrare ricchezza in un momento in cui l’economia non va a gonfie vele”, ha commentato Tyler Colman, “tuttavia una cena di Stato non è un picnic” ed è giustificabile un investimento per promuovere il vino americano in un’occasione diplomatica.
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