Azioni congiunte per la difesa del nome “Montepulciano”; monitoraggio dei mercati e della comunicazione delle due denominazioni. Ecco alcune delle attività congiunte che il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e il Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo porteranno avanti in sinergia, dopo la firma di un protocollo d’intesa, oggi a Roma, sottoscritto anche dalle regioni Toscana e Abruzzo e dal Ministero per le politiche Agricole, a tutela di due eccellenze dell’enologia italiana.
Il caso “Montepulciano” aveva preso avvio dalla preoccupazione del Consorzio del Vino Nobile di veder scomparire la menzione “Vino Nobile di” (apparentemente soppresso nel regolamento Ce 607/2009) e che aveva già visto il Consorzio poliziano intervenire alla Corte di Giustizia Europea. Una preoccupazione che riapriva l’annoso problema della menzione “Montepulciano” che se per l’Abruzzo identifica un vitigno, per il Vino Nobile identifica il territorio stesso. Con la firma del protocollo d’intesa, il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e il Consorzio tutela Vini d’Abruzzo opereranno congiuntamente per la difesa del nome “Montepulciano” da ogni utilizzo distorto e lesivo dell’immagine di entrambi i vini Dop. Grazie al Protocollo si stabilisce la costituzione di un Comitato permanente di monitoraggio dei mercati e della comunicazione, che, d’ora in avanti, vedrà momenti di azione comune tra i due Consorzi.
“E’ un momento importante che sicuramente rappresenta un incontro di pensiero tra le due realtà vitivinicole - spiega il presidente del Consorzio del Vino Nobile, Federico Carletti - e che dovrà essere un punto di inizio per le attività di tutela soprattutto all’estero di questo nome, “Montepulciano”, che per i due vini di qualità assume una valenza totalmente diversa ed è per questo che vogliamo per il consumatore il massimo della chiarezza”. Una esigenza di chiarezza sentita anche da Federdoc, la Confederazione Nazionale che associa i Consorzi di tutela dei vini italiani a denominazione, che si esprime positivamente su questa iniziativa, l’inizio di un percorso comune per la protezione di un elemento caratterizzante il nome delle due Denominazioni (Montepulciano), e per una informazione corretta sulla distinta peculiarità ed identificabilità di due vini caratteristici di territori diversi. L’accordo è tanto più importante se si considera che le due Denominazioni sono presenti sui mercati internazionali, chiamate sempre più a confrontarsi con fenomeni speculativi o di imitazione, non sempre rispettosi della normativa comunitaria. Un esempio recente è la possibilità concessa dal Ttb Usa per l’etichettatura dei propri varietali con il termine Montepulciano.
L’esigenza è nata dalle difficoltà interpretative della normativa comunitaria (reg. Ce 607/09) che ha suscitato più di un elemento di preoccupazione agli attori coinvolti: il Consorzio toscano, tra l’altro, vedeva indebolita la parte della propria denominazione maggiormente identificativa del prodotto, ossia le due parole “Vino Nobile” che, prese unitamente, rappresentano l’essenza stessa del vino. E Federdoc ha dato il suo contributo, coordinando una serie di incontri tra i due Consorzi e le Regioni di appartenenza per trovare un minimo comune denominatore di intervento, capace di garantire l’utilizzo esclusivo a livello internazionale del termine “Montepulciano” per le due denominazioni, nel modo soprattutto corretto e rispettoso delle due realtà produttive.
“Siamo particolarmente soddisfatti del risultato raggiunto - spiega il vice presidente di Federdoc Francesco Liantonio - primariamente perché la Comunità europea ha sancito ancora una volta il riconoscimento e la protezione delle nostre due storiche denominazioni di origine, e poi perché i due Consorzi hanno saputo trovare una intesa piena e convinta per promuovere sui mercati nazionale ed internazionale la corretta conoscenza e l’affermazione delle rispettive denominazioni”.
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