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7,495 MILIONI DI ETTARI DI VIGNETO, IN CALO DELL’1,2% NEL 2011 SUL 2010 (-94.000 ETTARI), PER UNA PRODUZIONE DI 265 MILIONI DI ETTOLITRI DI VINO (+0,6%), ED UN CONSUMO DI 241 MILIONI DI ETTOLITRI (+1,7 MILIONI SUL 2010): IL VIGNETO-MONDO PER L’OIV

7,495 milioni di ettari di vigneto, in calo dell’1,2% nel 2011 sul 2010 (-94.000 ettari), una produzione di 265 milioni di ettolitri di vino (+0,6%) ed un consumo di 241 milioni di ettolitri (+1,7 milioni): ecco la carta d’identità del vino a livello planetario, “rilasciata” oggi a Parigi dall’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin, organizzazione internazionale che riunisce 45 Paesi che danno il 75% della produzione di vino mondiale (www.oiv.int).
“Una bella cura dimagrante del vigneto - spiega a WineNews il direttore generale Federico Castellucci - dovuta soprattutto all’Unione Europea che, negli ultimi 3 anni, ha estirpato 260.000 ettari di vigneto tra finanziamenti Ocm e non solo. E abbiamo molte meno eccedenze, anche grazie a 2 vendemmie, le ultime, meno abbondanti a livello mondiale (solo l’Italia ha fatto 7 milioni in meno di ettolitri nel 2011 sul 2010) che, grazie anche ad una crescita del consumo complessivo, dovuta soprattutto a Paesi “nuovi” consumatori, sta riportando le cose in equilibrio. Anzi, direi che se consideriamo che abbiamo bisogno di 30 milioni di ettolitri ogni anno per fare brandy, vermouth e aceti di vino, penso che stiamo utilizzando, in parte, anche quelli che erano gli stock. Anche se, va detto, la grande corsa all’estirpo probabilmente è finita, perché siamo alla fine dei finanziamenti per farlo”.
La cosa più interessante che si nota, sottolinea Castellucci, “è che l’export complessivo continua a salire: da 96 milioni di ettolitri nel 2010, siamo passati a 103,5 nel 2011, e questo conferma che il consumo si sta allargando geograficamente, sia perché ci sono nuovi Paesi consumatori, sia perché i grandi produttori e consumatori come Francia, Italia e Spagna nell’export non vedono più solo un motivo di vanto, ma una necessità, e quindi ci stanno investendo tanto. Possiamo dire che, ormai, 4 litri su 10 si consumano fuori dal Paese di produzione. E anche la quota dello sfuso sta crescendo, anche perché strumenti come il flexitank ne aumentano praticità e qualità garantita”.
E l’Italia? “È sempre più leader mondiale, con un incremento della quota di mercato internazionale che è passata dal 21,8 al 24,3% tra il 2010 e il 2011, e prima nell’export, con una crescita del 12% in valore e del 9% in quantità. E il bello è che è aumentato soprattutto il vino confezionato, visto che lo sfuso è sceso dell’1%”.

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