Oggi è la prima volta e, con ogni probabilità, non sarà l’ultima, perché il direttore di VeronaFiere Giovanni Mantovani, e l’executive editor di Wine Spectator Thomas Matthes rispondo all’unisono: “se l’altro vuole, continueremo questo cammino insieme”. E così OperaWine, la prima degustazione organizzata in Italia da Wine Spectator (www.winespectator.com) con Vinitaly (www.vinitaly.com), di scena oggi a Verona, con oltre 100 tra i più prestigiosi produttori del Belpaese, sembra destinata a diventare un format per contribuire alla promozione dell’immagine del grande vino italiano nel mondo. Non a caso è stata presentata insieme ad Altagamma (www.altagamma.it), la fondazione che riunisce il meglio del made in Italy, dal vino alla moda al design.
“La degustazione - spiega Matthews - dimostrerà che i vini italiani sono largamente in linea con gli standard di Altagamma, un gruppo di aziende italiane che si posizionano nella fascia più alta del mercato, si distinguono per innovazione, qualità, livello dei servizi offerti, design e prestigio, esprimendo la cultura e lo stile italiano attraverso i loro prodotti e il loro modo di fare affari. Non molto tempo fa, gran parte del vino italiano era un semplice piacere quotidiano al pari di pane e olio d’oliva. Però, i viticultori italiani hanno fatto grossi progressi nella passata generazione. Oggigiorno, i vini sono prodotti ad arte secondo i più alti livelli scientifici, e i migliori esempi sono talmente ineguagliabili da poter essere collezionati come pezzi d’arte, quali gioielli, articoli d’alta moda o profumi. Ciò detto, sono ancora solo e semplicemente deliziosi, e parte integrante della cultura italiana”.
“Il legame tra vino e moda non è certo una cosa nuova, anzi c’è sempre stato, ma con questo incontro diventa qualcosa di “istituzionale” - ha detto il presidente di Altagamma Santo Versace - e le imprese riunite in Altagamma rappresentano il meglio “made in Italy”, sono il fiore all’occhiello della nostra industria, ma sono anche qualcosa di più. Il made in Italy ha questo di diverso dalla produzione di altri paesi, che è davvero rappresentativo dell’anima del Paese: è frutto di tenacia, creatività e capacità imprenditoriale, è sinonimo del nostro stile di vita unico nel mondo, ed è legato indissolubilmente al territorio. E la crescita del settore del vino italiano, qui rappresentato da tante eccellenze, racchiude tutti questi aspetti, anzi ne è l’esempio più chiaro. E il nettare di Bacco è anche la testimonianza migliore che il nostro “rinascimento”, come Paese che fa qualità, non è mai finito e mai finirà. Sempre di più il settore del vino di fascia alta si avvicina agli settori del made in Italy: cresce l’export, si consolida un approccio manageriale alla gestione dell’azienda, e si assiste ad una sempre maggiore brandizzazione delle aziende vinicole, secondo un modello tipico di moda e design. Si cerca cioè di rimediare, attraverso un modello manageriale e di comunicazione moderno ed efficiente, ad alcuni limiti che derivano dalle piccole dimensioni delle nostre aziende vinicole. Le imprese italiane hanno nel Dna il proprio mondo di valori, il richiamo allo stile di vita italiano, alla nostra storia, al territorio, alla bellezza, alla creatività. Non hanno bisogno di inventarsi nulla, devono solo rimanere fedeli a se stesse. Ancora una volta, questo è vero a maggior ragione per il vino, che racchiude in sé il legame con il territorio, la convivialità, il gusto”.
E anche Wine Spectator è d’accordo: “la nostra rivista - aggiunge Matthews - ha ammirato i progressi dell’Italia, e a nostro modo li abbiamo incoraggiati, e siamo compiaciuti di partecipare a questo evento. Molte delle aziende vitivinicole più prestigiose d’Italia, da ogni Regione del paese, saranno presenti alla degustazione. Wine Spectator ha invitato a partecipare un campione rappresentativo dei migliori produttori di vino d’Italia. La selezione è stata basata sul profilo di qualità delineatosi nel tempo e sull’importanza storica dei produttori nelle rispettive regioni. E’ evidente che nessun gruppo di 100 produttori possa essere esaustivo o racchiuda per intero la bontà dei vini italiani. L’obiettivo è di offrire un campione rappresentativo che rifletta in modo accurato le tradizioni e i successi dei viticultori italiani. Wine Spectator esamina il mondo del vino dal vigneto alla tavola, esplora il ruolo del vino nella cultura contemporanea e rende fruibili ogni anno oltre 15.000 profili di vini compilati con competenza. Siamo molto compiaciuti di partecipare a questo magnifico evento”.
Focus - La “voce del vino” nella fondazione Altagamma: l’intervento di Matteo Lunelli
Partiamo da una constatazione: nel mondo il vino italiano cresce e riscontra un forte apprezzamento. Il vino è la principale voce del nostro export agroalimentare e nel 2011 il fatturato realizzato fuori dai confini nazionali ha superato quota 4 miliardi di Euro: le vendite all’estero hanno sorpassato proprio quest’anno i consumi interni.
I motivi di questo successo sono molteplici. Sicuramente è frutto della qualità delle nostre etichette, della diversità, vocazione e tradizione dei nostri territori ed è il risultato della passione degli uomini e delle donne del vino italiano. Tutto questo però non basta, secondo me, a spiegare il fenomeno. Io ritengo che il grande successo del vino italiano sia legato anche all’amore che esiste in tantissimi paesi per il nostro stile di vita, la nostra storia e le nostre tradizioni. Viaggio spesso all’estero per promuovere Ferrari e resto sempre piacevolmente colpito da come viene percepita l’Italia, nonostante tutti i problemi del nostro paese.
Come ha detto Renzo Piano: “c’è un’italianità che non è quella dell’orgoglio nazionale. Noi italiani siamo come nani sulle spalle di giganti. Il gigante è la cultura, la cultura antica, che ci ha regalato una straordinaria e invisibile capacità di cogliere la complessità delle cose, di articolare dei ragionamenti, tessere assieme arte e scienza. Per questa italianità c’è sempre un posto a tavola, in tutto il resto del mondo”.
I prodotti italiani di eccellenza hanno una elevata forza evocativa: agli occhi dei consumatori esteri richiamano tradizioni, luoghi, atmosfere e, in generale, l’elevata qualità del nostro vivere quotidiano.
I vini italiani nello specifico si accompagnano al piacere del nostro cibo che tanto successo riscuote nei ristoranti in ogni angolo del mondo e spesso tiene vivo il ricordo di una città o di un paesaggio visitato in una vacanza indimenticabile.
Ciò che dell’Italia si ammira è quel gusto per la vita nella sua pienezza che sa apprezzare il bello e il buono, quell’attitudine che porta a godere dei piccoli piaceri quotidiani dando valore ad ogni dettaglio e quella capacità di instaurare relazioni autentiche. Quell’ars vivendi fatta di eleganza nella semplicità, un’eleganza impeccabile ma non ingessata.
Ebbene, se un grande vino deve trasmettere emozioni e, come disse Mario Soldati, il vino deve essere la poesia della sua terra, le nostre etichette hanno successo anche perché sanno trasmettere l’emozione della cultura e dello stile di vita del nostro paese.
Per questo motivo, con profonda convinzione, in questa sede desidero sostenere l’importanza di promuovere sempre di più il vino come parte dello stile di vita italiano, sfruttando tutte le potenziali sinergie che esistono nella promozione dei settori simbolo del made in Italy nel mondo. Oggi più che mai occorre muoversi uniti e l’obbiettivo di Fondazione Altagamma è proprio quello di fare sistema per sostenere e tutelare l’eccellenza, unendo le forze di tante aziende protagoniste dei vari settori, favorendo il confronto e l’incontro oltre che la condivisione di contatti e informazioni di mercato. L’Italia è arrivata al vertice nel mondo con la moda, il design e la gastronomia e adesso anche con il vino che, orgoglioso della propria identità, riveste un ruolo di primo piano nella simbologia del made in Italy.
Noi, come Cantine Ferrari, insieme a tutte le case di vino che partecipano alla Fondazione Altagamma, Allegrini, Bellavista, Biondi Santi, Ca’ Del Bosco e Masi dimostriamo come si possa fare sistema anche tra marchi concorrenti e desideriamo lavorare in sinergia, tra noi e con altre grandi aziende del made in Italy, che di Altagamma sono parte.
Gli esempi delle sinergie che si possono cogliere sono tanti.
Il bello e il buono vanno sempre d’accordo e i vini di Altagamma accompagnano spesso la moda e il design all’insegna dell’eccellenza italiana. Una sfilata di moda, una mostra di design, l’apertura di un negozio possono diventare un’ottima vetrina per i nostri vini. Il successo di questo approccio è ben testimoniato da un evento come la Vendemmia di Montenapoleone a Milano, che ha messo assieme per una sera i grandi nomi della moda e le migliori etichette italiane. Ma sono tante le potenziali sinergie che in Fondazione Altagamma possiamo coltivare. Pensando alla mia esperienza, le bollicine Ferrari hanno accompagnato numerosi eventi di aziende Altagamma. Santo Versace ricorderà i brindisi in occasione delle loro sfilate ma con Ferrari si è brindato anche, ad esempio, per celebrare i 20 anni di Ermenegildo Zegna in Cina oppure il rifacimento da parte di Rubelli del sipario e di tutte le tende del leggendario teatro Bolshoi di Mosca. Visto che siamo a Vinitaly, mi piace citare il fatto che il nostro stand è impreziosito da oggetti di design di Kartell.
Tra le tante iniziative di Altagamma, voglio ricordare anche l’Altagamma International Honorary Council, un sistema di relazioni con imprese e istituzioni straniere che contribuiscono a diffondere lo stile di vita italiano nel mondo: sono quasi cento gli appartenenti a questo gruppo, 98 per l’esattezza, e agiscono in più di venti paesi.
Proprio attraverso l’International Honorary Council ho avuto l’opportunità di incontrare Mikhail Kusnirovich, un grande ambasciatore del Made in Italy in Russia, importatore di molti marchi della moda italiana e proprietario dei Magazzini Gum che sono un punto di riferimento per il lusso a Mosca. Ebbene, in virtù di questa conoscenza che poi si è trasformata in amicizia, ho potuto presentare i nostri vini in questo luogo simbolo e Ferrari è diventato il brindisi di Casa Russia alle Olimpiadi di Torino, Vancouver e Pechino.
Desidero concludere sottolineando come, al di là della specificità di ogni singolo brand, nei prodotti italiani e dunque nei nostri vini c’è un “valore aggiunto” che deriva dall’italianità del marchio. Questa immagine dell’Italia nel mondo andrebbe curata e promossa con grande attenzione. Proprio Fondazione Altagamma in una ricerca dal titolo Bella e Possibile, svolta nel 2009, ha evidenziato come sia necessario mettere a punto una strategia di comunicazione del sistema Italia per promuovere il paese a 360 gradi: Italia come paese da visitare, di cui imparare la lingua e comperare i prodotti, in cui investire, venire ad abitare e di cui scoprire il patrimonio artistico e culturale.
Al vino Italiano e al Made in Italy in generale serve una comunicazione che esalti nel mondo gli elementi intangibili legati al meglio del nostro stile di vita e a tutto ciò che rende unico il nostro modo di vivere, pensare, progettare, produrre.
Opera Wine, che ha l’obbiettivo di valorizzare le caratteristiche intrinseche e distintive dei vini italiani, va sicuramente in questa direzione e ringrazio Vinitaly e Wine Spectator per questo contributo positivo alla promozione del vino italiano di eccellenza.
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