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CONFAGRICOLTURA ACADEMY A TAORMINA (DA OGGI AL 31 MARZO). INDAGINE CENSIS: L’AGRICOLTURA MENO INDIVIDUALISTA SCOPRE I VANTAGGI DI LAVORARE IN NETWORK. FOCUS: PRIORITÀ DEGLI AGRICOLTORI, PARTNERSHIP CON MICROSOFT & ENEL, NUOVA RIVOLUZIONE VERDE

C’è un nucleo vitale di imprenditori che sta proiettando avanti l’agricoltura italiana e che costituisce una “minoranza trainante” portatrice di una moderna cultura del fare azienda. Era emerso nel 2007 in una ricerca del Censis commissionata da Confagricoltura. Cinque anni dopo l’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha chiesto al Censis di aggiornare la mappa e di comprendere come stanno lavorando le aziende-modello e, soprattutto, come stanno affrontando la crisi in atto. I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi al Forum economico di Confagricoltura Academy, di scena a Taormina, da oggi al 31 marzo, dedicato all’analisi ed allo studio delle strategie imprenditoriali per far crescere e ristrutturare aziende e settore, con la partecipazione del mondo della politica, dai Ministri delle Politiche Agricole Mario Catania e dello Sviluppo Economico Corrado Passera ai segretari del Pdl Angelino Alfano, del Pd Pier Luigi Bersani e dell’Udc Pier Ferdinando Casini (info: www.confagricoltura.it).
Cosa dice l’indagine del Censis? E’ emerso che le imprese che, pur in un contesto di mercato molto difficile, continuano a crescere o che reggono meglio alla fase congiunturale di crisi, sono quelle che hanno attivato una strategia produttiva ed una capacità di innovazione che non si ferma ad un solo aspetto aziendale (quello della produzione), ma che si allarga ad aspetti differenti. L’agricoltura di punta, insomma, è meno individualista e scopre i vantaggi di lavorare in network. In generale il 76,3% delle imprese analizzate ha operato in reti di collaborazioni con clienti e fornitori per il miglioramento del prodotto e del processo produttivo; il 52,3% ha operato in collegamento con altre aziende per promuovere e tutelare specifici prodotti agricoli; il 48% entra in una rete di cooperazione con Università e centri di ricerca e sperimentazioni. “Le reti d’impresa, e ancor più i contratti di rete previsti dalla normativa recente, non possono essere certamente considerati come la soluzione totale ai molti problemi di competitività del sistema produttivo e, ancor meno, del sistema agricolo. Sono però una delle più valide opzioni oggi praticabili su cui varrebbe investire in termini di policy”, avvertono il Censis e Confagricoltura. I mali del sistema agricolo attuale sono noti: è parcellizzato, ha un limitato potere contrattuale e di mercato, una limitata proiezione sui mercati esteri, avverte la necessità di rafforzare e di controllare maggiormente le fasi a monte (potere contrattuale verso i fornitori) e a valle (maggiore potere verso i canali distributivi e le industrie di trasformazione) del processo produttivo. Proprio per questo deve necessariamente tentare, più che nel passato, la carta delle reti di collaborazione.
E’ interessante rilevare come le reti rappresentino, per un numero ampio di imprenditori agricoli un valore e non un semplice costo. Ai network molti imprenditori agricoli attribuiscono una funzione pratica, poiché si possono configurare come uno strumento per affrontare alcune criticità, spesso gravi, che caratterizzano il settore agricolo. Non è un caso, infatti, che il 53% degli imprenditori intervistati ritenga che le reti di collaborazione possono servire per accrescere il potere contrattuale delle stesse aziende partecipanti; il 52% che potrebbero consentire un migliore accesso al credito; il 42% che esse possano essere uno strumento per il migliore accesso a forme di incentivo pubblico. E’ emerso poi che un numero molto ampio tra le aziende analizzate nell’indagine di Censis-Confagricoltura abbia partecipato negli ultimi anni a qualche forma di collaborazione. Le aziende del vino e dell’olio partecipano a consorzi per lo smaltimento dei rifiuti, l’utilizzo delle acque di depurazione ed altri servizi in comune (47%); un campione ancor più ampio è attivo in reti per la promozione (67%). Le aziende a seminativi partecipano a reti di scambio di informazioni con fornitori e clienti (79%) ed aderiscono a gruppi di acquisto forniture (44%); le aziende zootecniche soprattutto collaborano con Università e centri di ricerca (56%) e gruppi di acquisto di forniture (45%); le aziende ortofrutticole e florovivaistiche vedono utili le reti di collaborazione con il mondo scientifico e della ricerca (52%) e per lo sviluppo di marchi comuni per identificare e valorizzare la produzione (34%).
Si chiede, infine, di fare rete con le organizzazioni di rappresentanza. Infatti, tra le prime leve per il rilancio del sistema agricolo, gran parte degli imprenditori intervistati ha segnalato il rafforzamento della capacità di rappresentanza delle associazioni di categoria. “Ciò - commenta il Censis - non va inteso certamente come la denuncia di un deficit di rappresentanza, ma piuttosto come il riaffermare che la rappresentanza ha ancora un ruolo strategico determinante per le imprese, un ruolo che va ridefinito a partire dai nuovi processi di crescita che innervano il sistema agricolo nazionale”.

Focus - Cosa chiedono le imprese? Meno buracrazia, più credito, miglior logistica e contratti agrari: ecco le priorità secondo Confagricoltura

Cosa chiedono le imprese? Come è cambiata la domanda di servizi alla luce dei nuovi scenari che hanno interessato il settore agricolo? La risposta arriva da una ricerca svolta dal professor Felice Adinolfi, docente dell’Università di Bologna e componente del Comitato scientifico di Confagricoltura, su un campione ragionato di aziende agricole associate all’organizzazione, presentata oggi all’Academy di Taormina. L’indagine fa riferimento ad aziende professionali, per le quali l’industria di trasformazione rappresenta il principale canale di collocamento per le proprie produzioni, accanto alle cooperative. Un terzo del campione esporta sui mercati esteri, generalmente imprese che “chiudono” il ciclo produttivo, in particolare del comparto olivicolo e vitivinicolo, e che commercializzano con un marchio proprio.
Dal punto di vista delle relazioni associative la cooperazione tende ad essere un riferimento importante e stabile, seguito dalle associazioni di categoria e dalle organizzazioni di produttori. Mentre per quanto riguarda le attività istituzionali i contatti con i referenti pubblici è minimo e mediato dall’organismo di rappresentanza della categoria. Il 70% del campione ha fatto domanda per interventi cofinanziati sui programmi di sviluppo rurale, anche se oltre il 15% degli interessati giudica l’attuale configurazione delle misure non adeguata alle esigenze d’investimento delle aziende. Sempre su questo terreno emerge che solo il 7% ha effettuato investimenti finalizzati all’innovazione e all’aggiornamento tecnologico dell’azienda. Le esigenze più sentite sono la riduzione del carico burocratico che, per oltre il 50% degli intervistati supera le 60 giornate annue, il miglioramento della logistica, la stabilizzazione delle relazioni contrattuali con i soggetti a valle della filiera. L’accesso al credito è percepita come una criticità dal 60% degli intervistati, con motivazioni riconducibili soprattutto alla despecializzazione e alla conseguente difficoltà delle banche di valutare correttamente il rating aziendale.
Dal punto di vista dell’accesso alle informazioni le riviste specializzate e le associazioni di categoria restano le fonti principali, seguite dai servizi on line, che crescono ma si attestano ad una quota ancora molto bassa (16%) e soprattutto appaiono nella forma di servizi non specializzati. Un dato che si inserisce in quello più ampio del bisogno di innovazione tecnologica e gestionale che vede la Confagricoltura svolgere un ruolo fondamentale per gli associati, insieme al sistema dei tecnici agronomi. “Interpretare tali bisogni e rendere disponibili servizi adeguati - spiega l’organizzazione - è una delle grandi sfide della Confagricoltura di oggi”.

In evidenza - Le nuove artnership: Confagricoltura & Microsoft per promuovere la digitalizzazione del settore agricolo ...
A Confagricoltura Academy a Taormina la Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana e Microsoft Italia hanno annunciato una partnership a supporto dell’innovazione del settore agricolo. In linea con l’obiettivo di guidare una progettualità innovativa tra le imprese agricole, Confagricoltura ha scelto Microsoft Office 365 per promuovere l’utilizzo semplice e immediato di tecnologie di collaborazione e comunicazione che possono favorire la creazione di una rete d’imprese funzionale a superare la difficile congiuntura economica che richiede un ripensamento del comparto. Attraverso il Cloud Computing di Microsoft, le imprese agricole associate potranno contare su un’efficace presenza sul web e avranno a disposizione servizi di comunicazione, di condivisione delle informazioni e di relazione con i clienti. Il Cloud Computing permetterà di rendere più immediato ed incisivo il rapporto e lo scambio di informazioni tra la Confagricoltura nazionale e territoriale e le aziende. Si potranno costruire community, condividere documenti e best practice attraverso Intranet e restare sempre in contatto attraverso strumenti di collaborazione in tempo reale. Microsoft Office 365 racchiude infatti un set di strumenti web per accedere in modo intuitivo a posta elettronica, file, contatti e calendari da qualsiasi luogo, e per creare e condividere documenti, collaborare su progetti, inviare e-mail, organizzare riunioni, prendere parte a conferenze e meeting online attraverso computer e dispositivi mobili.
La prima fase di questa collaborazione si sta articolando attraverso un progetto pilota che investe sei provincie: Ferrara, Cremona, Forlì, Roma, Verona, Grosseto. “Siamo entusiasti di questa partnership il cui obiettivo si sposa con il nostro costante impegno a supporto della digitalizzazione del Paese - ha commentato il direttore marketing e operations Microsoft Italia, Silvia Candiani - grazie alla partnership con Confagricoltura, le singole aziende potranno avvalersi di strumenti di comunicazione e collaborazione evoluta per comunicare con persone interne/esterne all’azienda in qualunque momento e attraverso qualunque device, nel rispetto degli standard di sicurezza e privacy”. “L’innovazione e l’informazione in tempo reale sono essenziali - ha concluso il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi - per favorire la competitività ed avere successo sul mercato globale. Il nostro obiettivo è favorire la crescita delle imprese, che devono evolvere in rete e al passo con i tempi. La tecnologia rappresenta un fattore abilitante e siamo sicuri che la partnership con Microsoft aiuterà nel business e nell’attività sindacale”.

... Confagricoltura & Enel per promuovere le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica
Confagricoltura ed Enel hanno siglato a Taormina un accordo quadro per lo sviluppo congiunto delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. L’accordo è stato firmato dal presidente di Confagricoltura, Mario Guidi e dall’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, nel corso del Forum economico dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli. L’intesa è il risultato di una collaborazione tra Confagricoltura ed Enel nata qualche anno fa e dalla volontà di sostenere la competitività del settore agricolo, da un lato, e di garantire l’eccellenza in materia di efficienza energetica, dall’altro. “Le agroenergie - ha dichiarato Mario Guidi - sono un’attività economica fondamentale, in grado di produrre reddito ed occupazione, ma svolgono anche un’importante funzione in termini ambientali e nel mantenimento del tessuto agricolo sul territorio. Inoltre, nella misura in cui le filiere sono alimentate da materie prime agricole nazionali, possono aumentare il grado di autoapprovvigionamento energetico del Paese”.
“L’accordo - ha aggiunto Fulvio Conti - rafforza la collaborazione tra Enel e Confagricoltura nel segno dell’efficienza e della promozione di tecnologie rispettose dell’ambiente. Enel, con la sua competenza ed esperienza, darà un importante supporto per vincere la sfida del futuro dell’impresa agricola sostenibile, contribuendo così alla competitività e allo sviluppo del nostro Paese”.
Confagricoltura ed Enel svilupperanno sinergie sul tema delle energie rinnovabili più idonee al comparto agricolo. Enel offrirà alle aziende il supporto tecnico e commerciale, favorendo la scelta corretta degli impianti da fonti rinnovabili in base alle specifiche caratteristiche territoriali. Verranno quindi valutate le opportunità legate al fotovoltaico, al minieolico, al biogas, alle biomasse, con un supporto per le attività di connessione alla rete degli impianti. Confagricoltura ed Enel collaboreranno inoltre alla valorizzazione dei sottoprodotti agricoli, al recupero a fini agro-energetici dei terreni incolti, a progetti pilota sui temi dell’efficienza energetica, delle Smart Grids e della mobilità elettrica per il trasporto di persone e merci nelle aree agricole.
Entro due mesi dall’accordo quadro, verrà costituito un “Tavolo per l’Energia” che lavorerà ai protocolli operativi, analizzerà le situazioni specifiche e individuerà eventuali misure amministrative di supporto per facilitarne l’attuazione. Verrà inoltre costituito uno “Sportello qualità” per un costante raccordo tra le aziende agricole e il servizio fornito da Enel.

Il futuro del pianeta? Mario Guidi, presidente di Confagricoltura: “tutto è pronto per la nuova rivoluzione verde”
L’obiettivo 2050, anno in cui saremo 9 miliardi di abitanti sul pianeta e dovremo aumentare la produzione agricola del 70% rispetto ad oggi, è una sfida per l’agricoltura italiana europea e mondiale, e l’obbiettivo della sessione inaugurale del Forum di Confagricoltura Academy vuole far proprio accrescere la consapevolezza di quanto questa sfida sia importante, stimolante e probabilmente senza precedenti. “E’ il momento di una nuova rivoluzione verde, importante quanto quella degli anni ’60-’70 - ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi aprendo i lavori - ed altrettanto decisiva per il futuro del pianeta. Ma mezzo secolo fa gli abitanti della Terra erano 3 miliardi, ora sono più che raddoppiati. Però per concretizzare la rivoluzione verde occorre prima di tutto risolvere alcune questioni fondamentali”.
Nel corso dei lavori si sono ricordate quindi le problematiche più attuali: i tassi di incremento delle produzioni agricole sono sempre più bassi; è aumentata la consapevolezza della necessità di un uso sostenibile delle risorse proprio mentre si acuisce la competitività sulle risorse naturali sempre più scarse (l’acqua e la terra, con il fenomeno del land grabbing). In questo contesto la fiducia dei produttori di materie prime agricole diminuisce anche a causa della maggiore instabilità dei mercati - influenzata pure dalla accresciuta finanziarizzazione dell’economia e da nuove produzioni non food che incidono sul rapporto domanda/offerta - e degli effetti dei cambiamenti climatici che complicano ancora di più la possibilità di programmare le produzioni. Inoltre, influiscono sulla capacità produttiva anche la difficoltà a contenere le infestazioni e a difendere le coltivazioni per una limitata disponibilità di prodotti chimici e per i pochi investimenti in ricerca e formazione. I primi segnali di queste difficoltà sono evidenti. Dal 2007 al 2010, peraltro in un contesto economico finanziario pesantissimo per le imprese, vari fenomeni hanno influenzato in maniera sostanziale i mercati, i redditi dei produttori e la disponibilità di materie prime alimentari. La “guerra del pane” e la “corsa alla terra” sono solo due questioni che negli ultimi mesi ci hanno fatto riflettere su quanto strategica sia la produzione agricola e quanto invece si faccia poco in termini di indirizzi e di strategie globali, affidando tutto alla naturale evoluzione delle produzioni e dei mercati con le loro quotazioni e gli scambi.
Confagricoltura sottolinea l’esigenza di una nuova politica agricola globale per governare questa che è stata già definita l’“era della scarsità”. Per l’organizzazione agricola, “visto che lo scenario dei prossimi decenni si presenta largamente incerto, è opportuna una riflessione su cosa potrà di qui a breve accadere in termini di evoluzione dei mercati, delle produzioni e del ruolo stesso degli agricoltori chiamati a questa nuova sfida nel nome dello sviluppo del pianeta e dando il loro contributo essenziale: il cibo per vivere ogni giorno e quel contributo alla crescita ed all’occupazione che il settore primario sa e vuole ancora garantire”.

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