Dopo il nostro articolo di ieri, dove abbiamo raccontato dell’iniziativa di un gruppo di enoteche milanesi che, in un documento, hanno proposto una sorta di “patto di non concorrenza” ai produttori, soprattutto per coloro che si affidano alla vendita diretta in cantina, abbiamo ricevuto il commento, che ben volentieri vi sottoponiamo, di Gian Piero Staffa, presidente di Cento Vigne Italia, progetto che, come ci scrive, “riunisce circa cento produttori di vino di qualità i quali, pur mantenendo tutta la propria individualità, dividono certi costi come la logistica centralizzata, le spedizioni al cliente finale, il marketing e la diffusione di un potente portale web con una sezione di e-commerce. In pratica è il produttore che, tramite un vero e proprio sito web all’interno del portale comunica e vende direttamente al consumatore finale i suoi prodotti decidendone anche il prezzo di vendita. Il principio e’ quello della “coopetion”, cioe’ la cooperazione tra competitors di uno stesso settore che dividono costi, risorse, tecnologie per meglio competere, anche se individualmente contro concorrenti terzi piu’ deboli perché isolati”.
Buona lettura, e a ciascuno, come sempre, il suo pensiero ...
“Desidero commentare l’articolo pubblicato su Wine News il 4 Aprile relativo alla “Crociata” delle Enoteche milanesi che invocano “coerenza ed etica professionale”. Premetto che da anni mi occupo dei problemi legati alla filiera commerciale di diversi settori merceologici; del valore dei media, intesi come intermediari che agiscono tra produttore e consumatore, degli sviluppi dei mercati sulla base dell’esplosione dell’e-commerce ed il conseguente risultante ruolo di tali media. Monitorizzo inoltre l’atteggiamento dei tribunali europei davanti ai tentativi di certi operatori che tentano di “fare cartello” e fissare i prezzi al consumo. Pratica vietata e largamente perseguita in tutta la zona Ue. E’ un fatto che l’acquisto di vino presso le enoteche italiane sia in costante declino ma piuttosto che, malcelatamente, invitare i produttori ad alzare i prezzi, i signori enotecari dovrebbero chiedersi come sta cambiando il proprio ruolo, come riconquistare clienti e come generare profitti limitando i ricarichi ed ottimizzando, insieme ai produttori, gli altissimi costi di filiera commerciale a cui e’ soggetto oggi il vino in Italia. La lettera pubblicata dalla vostra testata e’ contraria allo spirito di libera concorrenza sancito dalle leggi Ue sui beni di consumo, lede gli interessi del consumatore ed e’ sanzionabile salatamente. Posso riportare giurisprudenza recente che mostra come qualsiasi tentativo di fissare il prezzo al consumo ed ogni tentativo di “cartello” tra operatori sia considerato lesivo dei diritti dei consumatori e sanzionabile pesantemente oltre che immediatamente censurabile. I tribunali competenti hanno a cuore e difendono il diritto del consumatore di cercare e pagare il prezzo piu’ conveniente per un certo prodotto. Ai tribunali non interessa il Profitto di una categoria di commercianti che, consapevolmente, cerca di alzare il prezzo di vendita di un dato prodotto.
A me la lettera dei signori enotecari suona così:
“ Cara RyanAir, per favore la smetta di vendere a 30 euro i voli che noi fino ad oggi abbiamo venduto a 300 euro. La invitiamo inoltre ad adoperare vecchie carrette come le nostre e non Boeing 737 nuovi di zecca ed a fare atterrare i suoi aerei con forti ritardi. Firmato Alitalia”. RyanAir ha cambiato i costi ed i modi di volare, altre compagnie di bandiera si sono adeguate, l’Alitalia e’ fallita. Punto! RyanAir ha interpretato le esigenze di chi viaggia in aereo a corto raggio, ha creato un nuovo tipo di turismo di cui hanno beneficiato strutture aeroportuali, alberghi, ristoranti eccetera, semplicemente analizzando le componenti di costo di un biglietto aereo. Una volta verificato che l’80% di tali costi era rappresentato dai servizi a terra, ha riclassificato tali servizi (oltre che ottimizzare molti altri costi) e, per prima ha offerto tariffe bassissime pur generando profitti. Chi cercava di fare “cartello” ai danni del consumatore ci ha lasciato le penne e, in questo caso, le ali. Ora, ci sono sicuramente Enotecari che amano il proprio lavoro, che si adoperano per fare conoscere nuove etichette, che propongono vino sfuso quotidiano, che aprono bottiglie e bottiglie da fare provare ai clienti. Io mi auguro che tali strutture possano crescere e prosperare con tutto il supporto possibile dei produttori ma questi signori si devono interrogare sul senso della filiera commerciale che lascia per strada, in alcuni casi, il 20% di costo di una bottiglia rappresentato da agenti di commercio che girano in giacca/cravatta e Suv da 80.000 pagati per aprire un listino, anzi 80 listini, considerando le case che rappresentano. Ma ci sono anche enoteche, e sono la maggior parte, che propongono i vini su squallidi scaffali di metallo, che stockano solo i vini che hanno vinto “7 bicchieri” o “9 grappoli”, che non sono disponibili ad aprire una bottiglia per fare assaggiare al Cliente un vino, che sono assolutamente indisponibili ad acquistare etichette emergenti e sconosciute e che alla fine non pagano le Fatture al Produttore. Perché mai un Consumatore dovrebbe acquistare il vino presso tali “spacci” e non presso la Gdo, o via Web o direttamente presso il produttore?
Il problema e’ di costi e di servizi: il produttore vende vino a prezzi competitivi e la stessa bottiglia arriva sugli scaffali, a volte a tre volte tale prezzo. L’enoteca, o almeno una gran parte di esse, applica ricarichi mostruosi ( su una bottiglia già gravata di alti costi di trasporto, provvigioni) ed inoltre non propone al cliente quei servizi che potrebbero giustificare almeno in parta un ricarico così alto.
E’ su questi aspetti che gli enotecari dovrebbero confrontarsi e, credo, troverebbero tutta la collaborazione dei produttori. Cercare di fare cartello ed invitare i produttori ad aumentare i prezzi in cantina non e’ solo assolutamente illegale e perseguibile, ma rileva mancanza di etica professionale e correttezza commerciale, proprio quegli elementi che gli enotecari milanesi invocano nel proprio appello ai produttori”.
Gian Piero Staffa, presidente Cento Vigne Italia
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