Se lo Chardonnay che beviamo tutte le sera all’ora dell’aperitivo fosse un film, che film sarebbe? È ciò che si è chiesto il critico Marco Lombardi, il teorico della “cinegustologia”. Si tratta di ascoltare la pancia più che la testa, le emozioni più che le spiegazioni tecniche fatte di sentori e profumi, anche perché, spesso, i film che più ci hanno segnato li possiamo descrivere con una griglia linguistica che ha molto a che fare con il palato: duro, acido, morbido, amaro, dolce, ruvido. Ecco allora che l’associare liberamente un film a un piatto o a un vino, e viceversa, diventa un modo nuovo, originale e personale per raccontare emozioni, tanto che il Movimento Turismo Vino Campania, sulla sua pagina Facebook, ha deciso di continuare ad ospitare la degustazione virtuale, nata nell’ultima edizione di Cantine Aperte, in cui ad un vino per ogni azienda è stato abbinato un film, come la Falanghina e l’indimenticabile “Il Postino” di Massimo Troisi perché, secondo Lombardi “il mare che circonda Neruda e Troisi sa di sale come questo vino, e “salate” sono pure le loro vite”. A scegliere l’abbinamento più convincente saranno gli internauti, e per cliccare “mi piace” c’è tempo fino al 21 giugno. (www.cinegustologia.it e Facebook)
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