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L’EUROPA ARRETRA, GLI USA SUGLI SCUDI, I “BRIC” CRESCONO: ECCO LA “CARTOLINA” DEL CONSUMO DI VINO NEL MONDO. AD “INVIARLA” LO STUDIO DI INTERNATIONAL WINE & SPIRIT RESEARCH. ITALIA PAESE N. 2 AL MONDO PER CONSUMO DI VINI FERMI DOPO GLI STATES

Italia
Nei Paesi Bric si gioca il futuro economico del vino

L’Europa continua a perdere terreno, gli Stati Uniti sembrano essere tornati quelli di una volta, ma a tirare la crescita sono i Paesi emergenti del Bric - Brasile, Russia, India e Cina. Sembra il riassunto della situazione economica mondiale, ed è anche il panorama che si sta delineando nel mondo del vino. Se, dicono i dati dell’International Wine & Spirit Research, gli Usa sono il primo mercato per il consumo di vini fermi, a quota 300,6 milioni di casse, davanti all’Italia, scesa a 297,3 milioni, è sui mercati emergenti che si gioca la partita più importante. È vero che negli Usa c’è ancora un grande margine di crescita, e che le importazioni, nel 2011, hanno ripreso a volare, ma in Brasile, Russia, India e Cina vivono il 40% degli abitanti della Terra, e il Pil cresce ad una media del 7% annuo. Possibilità, ma da saper cogliere: il Brasile, nel 2011, ha conosciuto una crescita dei consumi enoici del 15% sul 2010, eppure non è un mercato facile su cui puntare. Colpa delle misure protezionistiche messe in campo da Governo carioca, che mettono in grande difficoltà le importazioni. Va meglio in Russia, un Paese che cresce più lentamente (+4,7% nel 2011 sul 2010), ed in cui la “battaglia” con birra e superalcolici è appena cominciata: si bevono solo 7 litri di vino pro capite ma, dopo gli embarghi a Moldavia e Georgia, è quasi tutto vino del Vecchio Continente. Ben per noi, ma anche qui, una semplice decisione del Cremlino può cambiare le carte in tavola. Troppo acerba, invece, la situazione dell’India, cresciuta del 5% nel 2011, ma ancora lontanissima dal rappresentare un serio mercato di riferimento: molti gli ostacoli, da una domanda limitata ad abitudini di consumo che ancora relegano il vino alla “grande occasione”, da una pressione fiscale esagerata ad una cultura molto distante da quella occidentale. Il vero motore, alla fine, è sempre la Cina: con 15,53 milioni di ettolitri di vini fermi consumati nel 2011, ed una crescita del 20,5%, rappresenta il 58% dei consumi totali dei Paesi Bric (dati Euromonitor).

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