La controversia è scoppiata proprio in questi giorni, e potrebbe assumere le sembianze di un vero e proprio conflitto: l’Associazione degli industriali del vino e dei liquori della Cina ha messo sotto accusa l’Unione Europea, colpevole di aver elargito fondi ai propri produttori di vino - il 60% dei finanziamenti Ocm per la promozione 2012/2013 sono rivolti al mercato cinese, ndr - mettendo, di fatto, in svantaggio competitivo la viticoltura e l’enologia del Paese della Grande Muraglia (500.000 ettari già piantati), chiedendo al Governo di indagare sulle importazioni di vino provenienti dall’Europa e, nel caso, intervenire. La risposta Ue non si è fatta attendere, e la Camera di Commercio dell’Unione Europea a Pechino ha fatto sapere che l’adozione di forme di protezionismo commerciale nei confronti dei vini europei, non farebbero altro che penalizzare, in primis, i consumatori cinesi. La posta in gioco è molto alta, specialmente per il Vecchio Mondo: le esportazioni annuali di vini e alcolici dall’Europa alla Cina superano 1 miliardo di euro, e la quota complessiva di import rappresenta il 30% dei vini bevuti in Cina, in un mercato che, tra il 2015 e il 2020, sarà il primo al mondo.
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