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MA CHE VUOL DIRE GREEN ECONOMY DEL VINO? MOLTO PIÙ DEL (BOOM DEL) BIO, IN ITALIA IN MOLTI NE SPERIMENTANO LA MESSA IN PRATICA. COME A MONTEFALCO, DOVE STUDIOSI E VIGNERON SI CONFRONTANO A “ENOLOGICA” (14 SETTEMBRE). FOCUS: LA KERMESSE & IL SAGRANTINO

Se ne parla tanto, ma che vuol dire Green Economy del vino? Molto più del (boom del) biologico e del biodinamico, rispetto ai quali sconta, forse, proprio un problema di più semplice comprensione - dovuto anche al fatto di poter toccare con mano, in questo caso, i prodotti - l’Italia è ricca di case history che, ormai da tempo, ne sperimentano la messa in pratica, dando un nuovo “senso ecocompatibile” all’azienda e a tutto cio che le ruota attorno (“green revolution”), ovvero al valore aggiunto del vino, al di là della semplice produzione: come a Montefalco, “capitale” di uno dei territori del vino più famosi dove nasce il Sagrantino, e vero e proprio laboratorio a cielo aperto di pratiche “green” tra i filari, dove studiosi, vigneron, politici, comunicatori ed imprenditori si danno appuntamento per raccontare le proprie esperienze, ad “Enologica Montefalco”, una delle kermesse italiane più importanti e longeve, all’edizione n. 33, dedicata al vino e alla sua cultura (www.enologicamontefalco.it) e promossa dal Comune di Montefalco, nel convegno “La Green Economy del vino. Territorio, Innovazione, Qualità, Sostenibilità”, di scena il 14 settembre nel complesso museale di San Francesco.
Da un lato, il modello vitinicolo sviluppato negli ultimi decenni si trova oggi ad affrontare nuove sfide: cambiamento climatico, richiesta di produzioni più sostenibili, mercati internazionali, concorrenza di Paesi emergenti, impongono la ricerca di nuove strategie di sviluppo e produzioni innovative che non si possono più limitare alle singole aziende - e ai singoli prodotti - ma devono coinvolgere interi territori, in grado di fare sistema nell’ottica di uno sviluppo economicamente, socialmente ed ambientalmente sostenibile, accanto al mondo della ricerca e a quello delle istituzioni nazionali e comunitarie. Dall’altro, c’è il consumatore, che, le aziende devono continuare a mettere in primo piano, coinvolgendolo ed informandolo, su questi cambiamenti in atto nel modello vitivinicolo. “Il consumatore - dice il professor Attilio Scienza, presidente del Corso di Laurea di Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Milano, tra i relatori del convegno - sempre più lontano non solo fisicamente dai luoghi dove si producono gli alimenti, mentre manifesta un comportamento fidelistico in alcuni “segni” che il produttore biodinamico adotta e che hanno solo un significato simbolico e che non sono giustificabili dai riscontri del metodo scientifico, accoglie con un atteggiamento di scetticismo le ragioni dei produttori convenzionali. Probabilmente “la virtù sta nel mezzo”, nella possibilità cioè di utilizzare gli strumenti della ricerca per dimostrare l’efficacia di alcune “buone pratiche” nella gestione dei vigneti per raggiungere un prodotto di alta qualità organolettica e nutraceutica. Per rassicurare il consumatore - sottolinea Scienza - è però necessario sostenere i riscontri analitici con un approccio olistico, che identifichi nel mantenimento della biodiversità del vigneto, in tutte le sue forme, l’obiettivo della viticoltura del futuro”.
In sintesi, “non basta dichiararsi bio per essere ecocompatibili - sottolinea Carlo Cambi, direttore di Libero Gusto, tra i conduttori del convegno - bisogna cominciare a produrre con paradigmi, anche mentali, diversi. La compatibilità deve essere non solo di prodotto o di produzione, ma di senso dell’impresa agricola. Ha senso produtte bio se il territorio non lo è? Ha senso dichiararsi compatibili se poi non si pagano gli operai con il contratto di lavoro? Che valore aggiunto c’è nell’impresa agricola se opera secondo un codice etico rispettoso dell’ambiente e degli uomini? Ecco queste sono le domande che stanno alla base della “green revolution” e che su mercati evoluti come gli Stati Uniti hanno più impatto della semplice misurazione della foot print carbon (quanta anidride carbonica si emette) o di quanti solfiti sono sciolti nel vino”.
Domande che a Montefalco, si sono posti da tempo: “Montefalco 2015: The New Green Revolution” è il progetto partito nel 2010 che vede coinvolte le aziende leader del terroir che si sono poste come obbiettivo la definizione di un protocollo viticolo di autodiagnosi aziendale che permetta di monitorare la qualità e l’impatto delle operazioni aziendali, in modo oggettivo, rigoroso e misurabile. L’azienda guidata da Marco Caprai (artefice del successo mondiale del Sagrantino di Montefalco, e primo in Italia a porsi le domande, e a porle, sul vero senso della “green revolution”) è capofila del progetto, ed ha già dedicato parte dei suoi vigneti alla ricerca sugli effetti del riscaldamento del pianeta sulla viticoltura, puntando alla riduzione delle emissioni di carbonio. Prossimo obbiettivo, arrivare all’Expo Universale di Milano del 2015 con l’adozione e la diffusione di pratiche di produzione innovative, corrette sotto il profilo tecnico e tramite le quali si ottengano prodotti di ancor più elevata qualità, dal basso impatto ambientale, sicuri per chi li consuma e produce, definendo in questo percorso del “buono, pulito e giusto” la nuova rivoluzione dell’agricoltura di questo millennio.
Ad “Enologica 33” ci saranno tutti coloro che della “green revolution” possono essere gli artefici, per raccontare il proprio percorso nella produzione “green” e confrontarsi di fronte anche all’Expo 2015, alle nuove sfide ambientali della programmazione europea per superare la crisi, ai nuovi valori, ai nuovi mercati e alle nuove opportunità per la viticoltura europea nel nuovo millennio. Dai produttori, come Michele Mannelli di Salcheto che parlerà della “Carta di Montepulciano: la Carbon Footprint quale indicatore importante della sostenibilità ambientale del vino”, Alessio Planeta di Planeta che illustrerà, invece, “Il Progetto Sostain e la multifunzionalità dell’agricoltura”, e Giammaria Cesari della Umberto Cesari che interverrà su come “Rinnovare il Sangiovese”; al mondo della ricerca, con Tito Caffi della Direzione Ricerca e Sviluppo del progetto Vitebio.net e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Leonardo Valenti, docenti di Viticoltura ed Enologia all’Università degli Studi di Milano e responsabile scientifico del progetto “Montefalco Green Revolution”, Michele Crivellaro, responsabile divisione Ambiente, territorio e Responsabilità sociale Csqa certeficazioni, Paolo Ricotti, “Fondatore” di Planet Life Economy Foundation e docente in Bicocca in Global Communication; dal mondo della comunicazione, con Fabio Renzi, segretario generale di Symbola-Fondazione per le qualità italiane, Mauro Rosati, direttore Fondazione Qualivita, e Roberto Arditti, direttore Comunicazione e Relazioni Esterne per Expo 2015; a quello delle organizzazioni agricole con il presidente di Confagricoltura Mario Guidi; da imprenditori come Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, al mondo della politica con Aldo Longo, direttore generale agricoltura e sviluppo rurale Commissione Europea, Donatella Tesei, sindaco di Montefalco, e Fernanda Cecchini, assessore Agricoltura Regione Umbria. Fino al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, del quale è previsto un intervento.

Focus - Ecco “Enologica Montefalco” (14/16 settembre)
Degustazioni, tavole rotonde, incontri, concerti, show cooking e lezioni di assaggio e cucina, presentazione di libri, passeggiate tra i vigneti lungo Strada del Sagrantino e feste di fine vendemmia: ecco l’edizione n. 33 di “Enologica Montefalco”, una delle kermesse più famose e longeve d’Italia dedicate al vino ed alla sua cultura di scena dal 14 al 16 settembre sullo sfondo del territorio dove nasce il Sagrantino di Montefalco, uno dei fenomeni più interessanti dell’enologia italiana (info: www.enologicamontefalco.it).
L’evento promosso dal Comune di Montefalco, propone, insieme alla degustazione dei grandi vini del territorio, dal Sagrantino al Montefalco Bianco e Rosso, nei banchi d’assaggio al complesso di Sant’Agostino, un ricco programma di eventi. Tra gli appuntamento clou, accanto al convegno dedicato a “La Green Economy del vino” (14 settembre), si parlerà di vino & web nel Chiostro di Sant’Agostino nella tavola rotonda “Enoturismo: come comunicare Vino e Territorio al tempo 2.0”, alla quale interverranno Marco Sabellico, direttore della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, Alessandro Regoli, direttore di Winenews, Betsy Andrews, firma di “Saveur”, ed Alessio Carciofi, coordinatore Umbria On The Blog e Social Media Specialist (15 settembre).
Per chi ama la musica, “Enologica Montefalco” sarà animata da tanti concerti sullo sfondo degli edifici più prestigiosi della città che custodisce i bellissimi affreschi di Benozzo Gozzoli: si va da “Pylon” in Corso Mameli a “Il lungo viaggio verso il barocco da oriente a occidente” nel Museo di San Francesco, fino a “Roda de Choro” nel Chiostro di San Agostino. Non mancheranno anche gli appuntamenti per gli appassionati dell’arte con la mostra dell’artista Cesare Mirabella “Lo sguardo verso il nord” (dal 16 settembre), e per gli amanti vino & letteratura da non perdere è la presentazione del volume della “regina” delle sommelier Adua Villa, “Una sommelier per amico” (14 settembre). Da Piazza del Comune partiranno invece “Le passeggiate dei sapori sulla strada del Sagrantino” (15 e 16 settembre) con le guide enoturistiche che porteranno i wine lovers in un percorso alla scoperta del paesaggio, dei profumi, dell’arte e dei sapori nei luoghi di produzione del celebre vino.

Le cantine, il motore di “Enologica Montefalco”, aprono le porte agli eno-appassionati
Sono le cantine le vere protagoniste di “Enologica Montefalco”. Infatti la città sarà animata da tanti eventi, anche le griffe più famose del terroir del Sagrantino apriranno le loro porte per accogliere eno-appassionati, ma anche turisti o semplici curiosi. A partire da Caprai, che, accanto alle classiche degustazioni e visite guidate, ospiterà una divertente “Cooking Class” con lo chef Salvatore Denaro, un “Agrotrekking” ed il concerto “Wild Piano” tra i filari dei suoi celebri vigneti. E, insieme all’azienda Moretti Omero, sarà il punto di arrivo di una visita guidata con colazione di piacere, il 15 settembre (www.arnaldocaprai.it). Le Cantine Lungarotti invitano tutti gli appassionati per un relax in cantina a bordo vigna con musica dal vivo, mentre il 16 settembre ci sarà “Wineshop, fotografie in vigna”, mini corso di fotografia guidato dal fotografo professionista Pier Paolo Metelli (www.lungarotti.it). Sarà invece la suggestiva cornice del “Macchione”, il meraviglioso bosco al centro della cantina Antonelli San Marco, a far da sfondo al “Concerto nel Bosco” del Dagos Trio (www.antonellisanmarco.it). A Còlpetrone, oltre al vino, sarà protagonista anche l’olio con la “Wine & Olive Oil Tasting (colpetrone@saiagricola.it), e, insieme alla Tenuta Castelbuono (dove si trova il “Carapace”, la cantina-scultura firmata da Arnaldo Pomodoro per la famiglia Lunelli) saranno meta di una visita guidata con degustazione e colazione di piacere (16 settembre). E mentre da Perticaia si abbinerà il Sagrantino con il formaggio Pecorino (www.perticaia.it), anche la Cantina Colle Ciocco e la Cantina Poggio Turri apriranno le porte per visite guidate e degustazioni (www.colleciocco.it) (www.cantinapoggioturri.com). I vigneti della Cantina Le Cimate ospiteranno invece quadri, sculture ed un laboratorio a cielo aperto di tintura e colori, con artisti e maestri artigiani che racconteranno come il vino e la sua terra possano trasformarsi in “altro”, prendendo forme da ammirare ed indossare (www.lecimate.it). A trasformare le barrique in piccoli orti si potrà imparare invece da Moretti Omero con un mini-corso su come coltivare ortaggi sul terrazzo (www.morettiomero.it). Terre de’ la Custodia proporrà una degustazione guidata con abbinamenti enogastronomici dell’Università dei Sapori condotti dallo chef Massimo Infarinati (www.terredelacustodia.it). Musica, infine, anche per l’evento clou da Scacciadiavoli, che, oltre ad una verticale dei suoi vini, organizza un “Concerto in cantina al tramonto” per salutare l’edizione 2012 di “Enologica Montefalco” (www.scacciadiavoli.it).

In evidenza - Il Sagrantino? 2012, un’ottima annata. Parola di Marco Caprai
Il 2012 si preannuncia come un anno “ottimo” per la produzione dei vigneti della zona del Sagrantino. Parola di Marco Caprai, alla guida della cantina leader del territorio di Montefalco. In particolare, la grande siccità ha arrecato gravi danni all’agricoltura umbra (la Coldiretti regionale li ha stimati in 70 milioni di euro) ma le piogge di fine luglio nella zona di produzione del Sagrantino e quelle della scorsa settimana hanno creato condizioni considerate ottimali per vini di qualità. “La quantità di uve - sottolinea Caprai - dovrebbe mantenersi ai livelli dello scorso anno mentre i 50 millimetri di pioggia caduti a Montefalco e dintorni a fine luglio e le precipitazioni di agosto hanno favorito l’idratazione dell’uva dopo il grande caldo. Con le giornate assolate di settembre ci sono tutte le condizioni per vini di qualità”. I vigneti della zona del Sagrantino producono mediamente 2 milioni di bottiglie di Montefalco Rosso, 1 milione di Sagrantino ed un altro milione di vini bianchi, tra i quali il Montefalco Bianco che, aggiunge Caprai, sta incontrando il consenso dei consumatori. Il 30-40% dei vini delle cantine della terra del Sagrantino vengono esportati, una percentuale che, conclude Caprai, indica come il Sagrantino “sia uno dei vini italiani più apprezzati anche all’ estero”.

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