La prima buona notizia è che un Presidente del Consiglio italiano, Mario Monti in questo caso, torni ad occuparsi in prima linea di agricoltura, mettendoci la faccia. La seconda, che le istituzioni nazionali sembrano aver preso coscienza dei rischi che la cementificazione, che negli ultimi 40 anni ha bruciato 15 milioni di ettari di superficie agricola su 18 (ad un ritmo di 100 al giorno), rappresenta per il Belpaese, in termini non solo di perdita di produttività agricola (con l’Italia che riesce a produrre solo l’85% del cibo che consuma), ma anche di danni al paesaggio e di dissesto idrogeologico. Ecco gli atout emersi oggi, al Ministero delle Politiche Agricole, dove il premier Monti e il Ministro Mario Catania hanno presentato il disegno di legge contro “in materia di valorizzazione delle aree agricole e contenimento della cementificazione del suolo agricolo”. Due i cardini fondamentali del provvedimento, sul quale sarà chiesto il parere della Conferenza delle Regioni: lo stop all’utilizzo, da parte dei comuni degli oneri di urbanizzazioni per “fare cassa”, meccanismo che, ad oggi “crea una tendenza naturale delle amministrazioni comunali e dei privati a cementificare nuove aree agricole anche quando è possibile utilizzare strutture già esistenti”, ha detto Catani. E poi l’interdizione al cambiamento di destinazione d’uso per i terreni che hanno avuto aiuti dall’Ue, con un vincolo a cinque anni. “È un sistema - aggiunge Catania - che vincola l’ammontare massimo di terreno agricolo cementificabile, distribuendolo armonicamente, attraverso la ripartizione tra le Regioni, e quindi tra i Comuni, su tutto il territorio nazionale”. Un provvedimento costruito studiando le altre normative europee, ha spiegato il Ministro, e che “è particolarmente significativo e riassuntivo - ha aggiunto Monti - dei rimedi a molti mali che caratterizzano l’Italia, la società italiana, l’economia italiana, il suolo italiano. Forse avremmo dovuto logicamente inserirlo nel provvedimento intitolato “Salva Italia”, perché qui c’è molto di salvezza concreta dell’Italia”.
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“Grazie alle misure contenute nel disegno di legge contro il consumo del suolo, approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, facciamo un decisivo passo in avanti per raggiungere l’obiettivo di limitare la cementificazione sui terreni agricoli, in modo da porre fine a un trend pericoloso per il Paese. Questo provvedimento tocca temi molto sensibili, come l’uso del territorio e la sua corretta gestione, ma coinvolge anche la vita delle imprese agricole e l’aspetto paesaggistico dell’Italia. Riguarda il modello di sviluppo che vogliamo proporre e immaginare per questo Paese, anche negli anni a venire”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, intervenendo nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Chigi - alla presenza del presidente Mario Monti - al termine del Consiglio dei Ministri, durante il quale è stato approvato il disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. “Abbiamo introdotto - ha spiegato Catania - un sistema che sostanzialmente prevede di determinare l’estensione massima di superficie agricole edificabile sul territorio nazionale. Questa quota, quindi, viene ripartita tra le Regioni le quali, a caduta, la distribuiscono ai Comuni. In questo modo otterremo un sistema che vincola l’ammontare massimo di terreno agricolo cementificabile distribuendolo armonicamente su tutto il territorio nazionale”.
“Vogliamo - ha aggiunto Catania - interdire i cambiamenti di destinazione d’uso dei terreni che hanno ricevuto i fondi dall’Unione Europea, infatti abbiamo previsto che queste superfici restino vincolate per 5 anni. Inoltre, il provvedimento interviene sul sistema degli oneri di urbanizzazione dei Comuni. Nella normativa attualmente in vigore è previsto che le amministrazioni possono destinare parte dei contributi di costruzione alla copertura delle spese comunali correnti, distogliendoli dalla loro naturale finalità, cioè il finanziamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Questo fa sì che si crei una tendenza naturale delle amministrazioni e dei privati a dare il via libera per cementificare nuove aree agricole anche quando è possibile utilizzare strutture già esistenti. Le nuove norme avranno sicuramente un impatto su questo fenomeno”.
Di seguito, in sintesi, i punti principali del provvedimento:
1. Vengono definiti “terreni agricoli” tutti quelli che, sulla base degli strumenti urbanistici in vigore, hanno destinazione agricola, indipendentemente dal fatto che vengano utilizzati a questo scopo;
2. Si introduce un meccanismo di identificazione, a livello nazionale, dell’estensione massima di terreni agricoli edificabili (ossia di quei terreni la cui destinazione d’uso può essere modificata dagli strumenti urbanistici). Lo scopo è quello di garantire uno sviluppo equilibrato dell’assetto territoriale e una ripartizione calibrata tra zona suscettibili di utilizzazione agricola e zone edificate/edificabili;
3. Si introduce il divieto di cambiare la destinazione d’uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o di aiuti comunitari. Nell’ottica di disincentivare il dissennato consumo di suolo la misura evita che i terreni che hanno usufruito di misure a sostegno dell’attività agricola subiscano un mutamento di destinazione e siano investiti dal processo di urbanizzazione;
4. Viene incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l’attività di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti, anziché l’attività di edificazione e costruzione di nuove linee urbane.
5. Si istituisce un registro presso il Ministero delle politiche agricole in cui i Comuni interessati, i cui strumenti urbanistici non prevedono l’aumento di aree edificabili o un aumento inferiore al limite fissato, possono chiedere di essere inseriti.
6. Si abroga la norma che consente che i contributi di costruzione siano parzialmente distolti dalla loro naturale finalità - consistente nel concorrere alle spese per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria - e siano destinati alla copertura delle spese correnti da parte dell’Ente locale.
Focus - Focus - Difesa del suolo agricolo: le associazioni di categoria pronte a sostenere il ddl sulla cementificazione del ministro Catania per “un futuro con più agricoltura”
“È un provvedimento che va nella direzione giusta - sottolinea il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi - per questa ragione ribadiamo che siamo pronti a dare tutta la nostra collaborazione per una strategia capace di bloccare la cementificazione selvaggia, le speculazioni sulla terra tolta agli agricoltori, l’incuria e l’abbandono. E per rafforzare questa nostra azione daremo vita nelle prossime settimane a una serie di iniziative e manifestazioni in tutte le regioni per sensibilizzare società civile, istituzioni, forze politiche, sociali ed economiche sul tema prioritario del suolo e della sua effettiva salvaguardia. Il territorio è da preservare e da consegnare alle generazioni future senza comprometterlo. Per tale motivo apprezziamo il ddl proposto dal ministro Catania”.
“E’ apprezzabile - commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - l’impegno del governo di mettere al centro dell’attenzione del Paese l’agricoltura produttiva e gli spazi che possono essere ad essa recuperati. Dobbiamo comunque arrivare ad una gestione ragionata e ad un governo del suolo agricolo. Per fare questo occorre una programmazione territoriale che da una parte ponga un drastico freno alla cementificazione, dall’altra dia priorità all’utilizzo dei siti e degli immobili dismessi, introducendo forme di premialità e di incentivazione. Oltre il 4% della Sau (superficie agricola utilizzata) è a riposo e che, unendola alla superficie attualmente non utilizzata, si potrebbe rimettere in coltura un’estensione pari ad oltre il 9% della Sau: ovvero 1,2 milioni di ettari oggi improduttivi. Si tratta di superfici che in buona parte possono tornare rapidamente in produzione - conclude il presidente degli imprenditori agricoli - e che rappresentano un potenziale immediatamente disponibile per rafforzare la nostra agricoltura e creare nuove opportunità per i giovani imprenditori”.
Della stessa opinione anche il presidente della Coldiretti Sergio Marini “Il 46 per cento degli italiani è preoccupato che la produzione di cibo non sia sufficiente a soddisfare il fabbisogno della popolazione e per questo l’84 per cento ritiene che si dovrà produrre più cibo in futuro, per essere meno dipendenti dalle importazioni ed è per questo che bisogna fermare l'erosione di terra fertile con buone norme, ma sopratutto con riforme delle politiche agricole che sappiano offrire opportunità di reddito ed evitare l'abbandono da parte delle imprese agricole”
Focus - Burdese, Slow Food Italia: “primo grande passo nella direzione giusta e siamo pronti dare tutta la collaborazione possibile”
“Riteniamo di fondamentale importanza l’approvazione del disegno di legge, fortemente voluto dal Ministro Catania, sulla valorizzazione delle aree agricole e sul contenimento del consumo del suolo, avvenuta durante il Consiglio dei Ministri di oggi”. A dirlo è Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. “Questo provvedimento - continua - non fa altro che mettere l’accento sulla gravità del fenomeno della cementificazione e sulla necessità di porre urgentemente freno all’erosione dei suoli e alla perdita di terreno agricolo. Concordiamo con il Presidente del Consiglio Monti, secondo cui avrebbe dovuto essere inserito nel primo provvedimento Salva Italia. Il Ministro, portandolo subito all’approvazione, è stato coerente con quanto promesso a luglio. Si tratta di una battaglia strategica per noi, tra i punti centrali del nostro documento congressuale, e Slow Food è tra i promotori del “Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio - Difendiamo i Territori”. Siamo anche coscienti - conclude Burdese - che gli interessi sono tanti e che è molto difficile sintetizzarli tutti in una legge. Si tratta comunque di un primo grande passo e noi siamo pronti a sostenere l’iniziativa. Speriamo adesso che l’iter della legge sia migliorativo e che l’apporto della Commissione Stato-Regioni e della Commissione Agricoltura vada in questo senso”.
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