Sono ormai partite le vendemmie nei territori dei grandi rossi italiani, le etichette che rappresentano la nostra punta di diamante e che regalano visibilità e consistenza a molte aziende, grandi e piccole, rivelandosi come veri e propri “marchi” a sé stanti. Sono i vini che più di tutti rappresentano l’Italia enoica nei mercati internazionali. Sono prodotti in luoghi fra i più belli e più vocati alla vitivinicoltura dello Stivale. Sono i grandi rossi che per storia, tradizione e costanza qualitativa gareggiano con le migliori etichette del mondo, francesi comprese. E se regioni come la Toscana e il Piemonte “custodiscono” questi veri e propri “tesori in bottiglia” con una storicità ormai consolidata, da un’altrettanto importante regione viticola come il Veneto, è emerso con forza, specialmente nel recente passato, l’Amarone, un vino che ormai è in grado di stare per qualità stabilmente nel Gotha dell’eccellenza assoluta e che ha saputo diventare un protagonista assoluto dei mercati. Ecco allora come i Consorzi “guardiani” di questi importanti denominazioni valutano la vendemmia 2012 ormai partita (o quasi) tra i vigneti del Bel Paese.
E’ iniziata da due giorni la vendemmia nella terra del Brunello: “i dati raccolti presentano un quadro complessivamente molto buono, in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni, con uve che possono dare prodotti di qualità elevata - spiega il Presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci - La produzione potrebbe essere più bassa rispetto allo scorso anno, con una riduzione al momento del 10%. Quantità e qualità andranno valutate comunque a fine vendemmia, con dati certi alla mano”.
In Veneto, e precisamente nella Valpolicella, terra di grandi rossi, dal Recioto all’Amarone la vendemmia - fa sapere una nota del Consorzio di tutela dei vini di Valpolicella - è già iniziata da una settimana con la raccolta dei grappoli destinati all’appassimento per la trasformazione in Amarone e Recioto. Le previsioni quantitative delle rese non dovrebbero avere scostamenti significativi rispetto alla media produttiva e tutto fa presagire che il 2012 sarà un’annata di qualità. Le alte temperature non hanno favorito l’attività fisiologica delle piante, e solo con l’arrivo delle recenti piogge le viti hanno ripreso il proprio equilibrio. La maggioranza dei vigneti del Valpolicella sono dotati di sistemi di irrigazione, e. perciò, dove si è prontamente intervenuti le viti non hanno sofferto. Le date di raccolta sono in linea con il calendario storico della Valpolicella, anche se quella del 2012 va comunque annoverata tra le vendemmie anticipate, similmente a quella del 2011, a cui si diede il via una settimana prima. La produzione totale non si discosterà di molto dalle medie produttive degli ultimi anni (da uguale a meno 5 %) - continua la nota - e il calo previsto è attribuibile esclusivamente agli appezzamenti privi di irrigazione. “Se alla selezione in vigneto farà seguito una cernita altrettanto accurata delle uve da mettere a riposo, si prospetta un’annata assai promettente, soprattutto per l’Amarone, paragonabile a quella dello scorso anno”, conferma il presidente del Consorzio, Christian Marchesini.
Una nota del Consorzio del Chianti Classico, dove le operazioni di raccolta sono quasi giunte al termine per i vitigni più precoci come il merlot e ci si accinge a tagliare i primi grappoli di Sangiovese, spiega che dare una valutazione compiuta sulla qualità è al momento “difficile, dopo una delle estati più calde degli ultimi anni in Chianti, dove però sembra essere tornato il tempo adatto per un’ottima vendemmia. L’andamento climatico sembra aver già inciso sulla quantità di uva che sarà portata in cantina, si prevede un calo di circa il 15%”, ma per quanto riguarda la qualità dell’annata nella terra del Gallo Nero c’è un clima di ottimismo. “Le piogge di inizio settembre - continua la nota - fanno ben sperare soprattutto per le varietà più tardive come il sangiovese, la cui vendemmia entrerà nel vivo tra la fine di settembre e i primi di ottobre, con una settimana di anticipo rispetto ai tempi tradizionali di raccolta”.
Dal Piemonte il direttore del Consorzio Barolo Barbaresco Langhe Roero, Andrea Ferrero, si mostra ottimista sulla vendemmia dei “Dolcetto, che è già in pieno svolgimento, e che dovrebbe dare vini di grande piacevolezza un po’ come la tipologia ha storicamente indicato. La vendemmia delle Barbera è altrettanto promettente, anzi, ci si aspetta una vendemmia per questa tipologia fra le più riuscite degli ultimi tempi. Le quantità, anche se è ancora difficile stabilire un dato certo, sono un calo e la 2012 - prosegue Ferrero - non sarà certamente abbondante. I Nebbiolo da Barolo e Barbaresco sono ancora in pianta e cominceranno ad essere raccolti fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre”.
Tornando in Toscana, il Consorzio di tutela dei vini di Bolgheri fa sapere che “la vendemmia è già stata completata per la maggior parte dei vitigni precoci, mentre i tardivi cominceranno ad essere raccolti la prossima settimana. C’è un leggero anticipo, sette giorni, sui tempi della vendemmia del 2011. Le uve sono però sane e più che mai la vendemmia 2012 sarà ricordata per essere decisamente a “macchia di leopardo”, con le viti piantate su superfici sabbiose molto più in sofferenza. Non sarà una raccolta da cinque stelle, ma sarà senz’altro buona. Quantitativi in calo con una perdita prevista tra il 15 e il 20%”.
Il verdetto finale? Come sempre, lo scopriremo nel bicchiere.
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