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PUNTARE SU BIOLOGICO, BIODINAMICO ED ECOSOSTENIBILITÀ PER ECCELLERE O PER DISTINGUERSI SUL MERCATO? È IL “DUELLO DIALETTICO” TRA PRODUTTORI E “TECNICI” CHE OGGI A ROMA HA APERTO I LAVORI DEL CONGRESSO AIS N. 46. SCIENZA: “IL PROBLEMA NON SI PONE ...”

Puntare su biologico, biodinamico ed ecosostenibilità, oggi, è una scelta dettata dalla voglia di eccellere o dal bisogno di distinguersi sul mercato? Ecco il tema della tavola rotonda con cui si sono aperti a Roma i lavori del Congresso Nazionale Ais-Associazione italiana sommelier n. 46 (fino a domani, info; www.bibenda.it), in cui produttori e “tecnici” del mondo del vino si sono confrontati in un “duello dialettico” tra chi sostiene la superiorità della scelta bio e chi professa il proprio scetticismo. Ma chi ha ragione? Secondo il professor Attilio Scienza, tra i relatori della convention “Eccellere o distinguersi”, “il problema non si pone: decidere di optare per una coltura biodinamica, di per sé, non è garanzia di niente, innanzitutto perché non c’è una regolamentazione seria, e poi perché l’aspetto fondamentale da tutelare in vigna è quello della biodiversità, a prescindere dal tipo di coltura sulla quale si punta”. Dopodiché, c’è l’aspetto commerciale, “in un mercato - continua Scienza - in cui il peso specifico del consumatore è sempre maggiore, ed oggi la sensibilità a tematiche come l’ecosostenibilità e la biodiversità è sempre maggiore. Ecco perché, se molti produttori scelgono il biologico “con il cuore”, altri ne fanno soprattutto una scelta commerciale”.

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