Era davvero così urgente (perché il decreto legge è uno strumento per le urgenze), in un Paese come l’Italia, dove la cultura materiale e immateriale del vino “bagna” praticamente ogni territorio da nord a sud, mettere una norma che vietasse di bere un calice in un wine bar ad un minore di 18 anni? Evidentemente sì, per il Governo (lo stesso che dice che “si deve puntare sull’agricoltura”, di cui il vino è la voce più importante, ndr), visto che la Commissione Affari Sociali della Camera, nella conversione in legge del decreto Balduzzi, ha detto ok ad un emendamento che, in pratica, vieta la vendita di vino (ed ogni altro alcolico), ai minori di 18 anni, pena multa fino a 2.000 euro e sospensione dell’attività all’esercente. Non più, dunque, divieto fino ai 16 anni per l’alcol e fino alla maggiore età per i superalcolici, ma tutto in un calderone che, di fatto, equipara un bicchiere di vino ad uno “shot” di tequila ... Insomma, per colpire l’abuso di superalcolici (problema di cui l’Italia, anche grazie alla cultura mediterranea del vino, soffre molto meno di tanti altri Paesi), si colpisce uno dei simboli più belli e importanti del Belpaese. Mentre i consumi di vino in Italia, peraltro, sono storicamente in calo. Lo sanno in Parlamento?
Una notizia che segue di pochi giorni l’avvio, in Francia, nella Gironda, di un percorso di formazione sui principi della viticoltura per i bambini da 6 a 10 anni, tra “consorzio” di Bordeaux e scuole. In quella Francia che in Italia, quando si parla di politiche sul vino e di successi commerciali all’estero, viene sempre un po’ invidiata e presa ad esempio.
Ma per il Ministro Balduzzi, i comportamenti a rischio sono dilaganti tra i ragazzini, e con questo divieto “si punta a porre un freno”. Secondo il report dell’Istat (“Uso e abuso di alcol in Italia nel 2011”), la quota di 14-17enni che bevono fuori pasto è passata dal 15,5% del 2001 al 18,8% del 2011. “E fra gli 11-15enni - si legge nel report - si arriva all’11,9%. Si tratta di comportamenti gravi, anche perché pongono le basi per possibili consumi non moderati nel corso della vita”.
“Il decennio 2000-2010 ha visto in particolare - si legge nella Relazione - la crescita fra i giovani e i giovani adulti dell’abitudine al consumo, oltre che di vino e birra, anche di superalcolici, aperitivi e amari, che implicano spesso consumi lontano dai pasti e con frequenza occasionale”. In particolare, “il consumo fuori pasto si è radicato tra i più giovani e i giovanissimi: nella fascia di età 18-24 anni i consumatori fuori pasto sono passati dal 33,7% al 41,9% e tra i giovanissimi di 14-17 anni dal 14,5% al 16,9%. Tra le ragazze di quest’età, nell’ultimo, quindicennio la quota di consumatrici fuori pasto si è quasi triplicata”. E allora arriva il taglio netto: niente più bere, che sia un cocktail a base di superalcolico o un calice di vino, che sia all’aperitivo o a tavola a pranzo o cena al ristorante o al bar, se non si sono compiuti i 18 anni ...
Focus - “I giovani sono una grande opportunità per il vino”: parola di Fede & Tinto di Decanter (Radio2) da Vino & Giovani, by Ministero delle Politiche Agricole ed Enoteca Italiana
Mentre in Parlamento si dava l’ok al divieto di bere vino e alcolici sotto i 18 anni, all’Università di Torino il nettare di Bacco era proprio all’attenzione dei giovani. “Per dare un approccio più dinamico ed immediato al vino c’è bisogno dei giovani, del loro modo di comunicare”, hanno detto Fede & Tinto, autori e conduttori di “Decanter” (su Radio2) Rai e “Fuori di Gusto” (su La7), nell’incontro con i ragazzi della Facolta di Agraria dell’Università piemontese per “Vino e Giovani”, il progetto promosso dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e realizzato da Enoteca Italiana e finalizzato ad educare i giovani ad un sano e corretto approccio al vino. “Il vino - hanno aggiunto Fede & Tinto - rappresenta, di conseguenza una grande opportunità di crescita professionale e personale per i ragazzi. Negli ultimi anni la rete ha definito una generazione di nuovi consumatori, giovani abituati a usare i media e la tecnologia, ad avere accesso a un’enorme enoteca globale e a sfruttare il social networking per conoscere i nuovi prodotti. I consumatori del futuro giocheranno un ruolo sempre più importante nel panorama della domanda. Ma c’è bisogno che i giovani non dimentichino la storia, la cultura e le tradizioni del vino. Il passato serve per creare il futuro”.
Ai ragazzi è stata presentata anche l’edizione n. 6 de “I Fogli di Bacco”, la collana che raccoglie le indagini sociologiche e statistiche dedicate al rapporto tra le nuove generazioni ed il vino, realizzate con borse di studio dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Siena con il coordinamento del professor Omar Calabrese, l’insigne semiologo recentemente scomparso. La nuova ricerca, incentrata sul rapporto tra il cinema italiano e il vino, rappresenta una sorta di naturale epilogo di un percorso iniziato lo scorso anno con la realizzazione del concorso video ”Reason Wine: idee per bere con gusto!””. “La ricerca rintraccia frammenti sul vino all’interno del cinema italiano - spiega l’autore Massimiliano Coviello - la prima parte è concentrata sui banchetti, i brindisi intono alla tavola: dal cinema neorealista alla commedia all’italiana fino al cinema contemporaneo, con il Pranzo di Ferragosto di Gianni di Gregorio. La seconda racconta le tradizioni e la cultura vitivinicola del nostro Paese attraverso il documentario. Infine, l’ultima, riguarda i cortometraggi del concorso lanciato da Vino e Giovani Reason Wine: idee per bere con gusto!”.
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