Nasce tra i filari reimpiantati secondo le antiche tecniche di viticoltura sugli stessi luoghi in cui avevano dimora 2.000 fa, in omaggio ad una delle domus suburbane più famose della storia, tra le maggiori produttrici di vino della città già nel II secolo a. C., e fino a quando l’eruzione del 79 d. C. sigillò per sempre la città ai piedi del Vesuvio sotto una coltre di cenere e lapilli: ecco il “Villa dei Misteri”, vero e proprio “vino dell’antichità”, prodotto nei vigneti degli scavi di Pompei, dove è andata in scena la vendemmia 2012, con la quale sono stati raccolti 50 quintali di uva, prospettandosi come una buona raccolta, con cui ora la celebre griffe campana Mastroberardino produrrà questo rosso particolare che ripropone in chiave moderna un tipo di vino in auge durante l’età imperiale romana.
Da quelli del Foro Boario a quelli del Triclinio estivo, da quelli della domus della Nave Europa fino a quelli della Cauponaria del gladiatore, dell’Orto dei fuggiaschi e di Eusino, sono 10 i vigneti (estesi per 1 ettaro), rinati grazie ad un esperimento del Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza Archeologica di Pompei che ha conferito alla Mastroberardino l’incarico di ripristinare la viticoltura nell’antica città di Pompei.
Il “Villa dei Misteri è realizzato con due qualità di uve autoctone, Piedirosso e Sciascinoso, con tecniche di viticoltura di 2.000 anni fa, le cui prime botti risalgono al 2001. Oggi sono state tagliate anche uve prodotte dai vigneti più giovani, impiantati nel 2009.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025