Dietro ad una collezione di automobili antiche, di opere d’arte, di sculture, di gioielli, di metalli preziosi, di monete, di francobolli o di vino, ci sono sempre dietro due motivazioni, una emozionale, ed una finanziaria, che cambiano da collezionista a collezionista, in base all’oggetto del proprio desiderio, come rivela uno studio della banca inglese Barclays, dalla quale emerge che l’investimento medio per una collezione di valore è pari a 641.000 dollari, e molti collezionisti, seppur legati ai propri “tesori”, dopo qualche anno non hanno grosse remore all’idea di “disfarsi” di qualche pezzo per rientrare dell’investimento iniziale. E questo perché alla base c’è una motivazione economica superiore a quella emozionale, specie se si parla di auto, gioielli o metalli preziosi. Non è così, invece, per chi colleziona vino: il 39% dei wine lovers, infatti, ritiene che la propria collezione non abbia prezzo, e solo un 10% la considera un mero investimento finanziario (percentuali ribaltate rispetto a chi colleziona metalli: per il 58% di loro è solo un investimento, mentre per il 21% è un fatto “di cuore”), e appena il 7% lo considera un investimento alternativo ad altri asset in declino. Un altro dato interessante riguarda poi la possibilità, e la volontà, di condividere la propria collezione con gli amici, che coinvolge il 69% dei collezionisti di vino, mentre il 15% vorrebbe che la propria collezione si tramandasse di generazione in generazione, prima ai figli, poi ai nipoti.
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