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IN PIEMONTE VENDEMMIA POVERA, MA DI GRANDE QUALITÀ PER NEBBIOLO, BARBERA E “GLI ALTRI”. COSÌ I VIGNAIOLI PIEMONTESI SULL’ULTIMA ANNATA CHE HA FATTO REGISTRARE UNA PRODUZIONE IN CALO DEL 10% SUL 2011 MA ANCHE UNA CRESCITA DEI PREZZI DELLE UVE

Italia
Vigneti del Piemonte

“5 stelle” per Arneis, Barbera, Nebbiolo, Brachetto e Freisa, “4 stelle” per Dolcetto (zuccheri non eccezionali e acidità basse), Erbaluce, Grignolino (stato sanitario delle uve non sempre perfetto), Moscato (aromaticamente non al meglio). Ecco, in sintesi il giudizio sulla vendemmia 2012 per i più importanti vitigni autoctoni del Piemonte, quelli che danno vita alle Docg/Doc più importanti di una delle regioni di riferimento dell’enologia tricolore. E’ il parere dei “Vignaioli Piemontesi”, la più grande organizzazione di produttori vitivinicoli d’Italia, che riunisce 49 cantine cooperative ed oltre 500 aziende vitivinicole, per un totale di circa 8.000 realtà produttive, per una produzione pari a 950.000 ettolitri di media all’anno, il 30% della produzione regionale di vino.

E’ una vendemmia che si può annoverare fra quelle a “quattro stelle”, visti i risultati medi. Prima il gelo prolungato a febbraio, con temperature sotto lo zero, poi il caldo e la siccità che hanno caratterizzato buona parte dell’estate: due cause che insieme hanno contribuito a rendere inferiori le rese in vigna. I bianchi hanno sofferto un po’ di più il caldo e la mancanza di pioggia, ma hanno mantenuto intatti i profumi e il quadro aromatico, meritandosi “quattro stelle”. Per i rossi, l’annata tocca punte d’eccellenza con la Barbera e i Nebbioli da Barolo e Barbaresco, che ottengono 5 stelle.

E anche se il 2012 sarà ricordato come un’annata vitivinicola fra le più povere d’uva del Dopoguerra, in Piemonte l’annuncio non crea particolari preoccupazioni.

Anzi: molti vedono come una buona notizia quel meno 10% sulla produzione vinicola del 2011 (-15 rispetto al 2010), pari a 2.410.000 ettolitri di vino. Un dato che pone la 2012 fra le vendemmie più povere di sempre. Un calo che non riguarda solo il Piemonte, peraltro, ma investe la produzione mondiale, con circa 250 milioni di ettolitri (- 6 % sul 2011), e ancor più la produzione italiana che si stima in 40 milioni di ettolitri (- 8% sul 2011 e -13% sul 2010). Una flessione dovuta anche ad una diminuzione dei vigneti piemontesi: -1.520 ettari in solo anno che portano la superficie totale a 45.522 ettari.

La conferma è arrivata ad “Anteprima Vendemmia”, l’annuale incontro promosso da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte per presentare i dati della vendemmia appena trascorsa e parlare dell’andamento del comparto vitivinicolo. L’evento è stato ospitato al Castello di Roppolo (Biella), sede dell’Enoteca regionale della Serra.

“Sono decenni che si parla di super produzioni e di eccedenze - ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto - che hanno mortificato i prezzi delle uve e impegnato Stato e Regioni ad adottare una serie di interventi onerosi per smaltire il vino invenduto. Quest’anno non ci saranno eccedenze e questo ha già avuto un effetto positivo sui prezzi delle uve”.

L’annata si presenta ottima. “Ma l’eccellenza da sola non basta”, ha sottolineato Giulio Porzio, presidente di Vignaioli Piemontesi. “Dopo la vendemmia, occorre coraggio nelle scelte - ha continuato Porzio - finora il produttore d’uva si è fermato alla vigna e alla cantina. Oggi deve preoccuparsi sempre più della vendita diretta. Come? Noi agricoltori abbiamo l’uva, le cantine, ma soprattutto le nostre facce: andiamo a farle vedere al consumatore. Siamo noi il Piemonte”. E infine, una provocazione su come affrontare le nuove sfide dei mercati in Italia e all’estero: “La Regione dovrebbe finanziare solo più quei progetti che fanno una promozione corale. Il Piemonte non può più presentarsi al mondo in modo frammentato, ma deve avere il coraggio di fare squadra e parlare con un’unica voce. Lo stiamo facendo noi e i Consorzi di tutela con Piemonte Land of Perfection. Lo facciano anche gli altri”.

“Anteprima Vendemmia” è stata anche un’occasione di confronto sullo stato di salute del comparto vitivinicolo piemontese, che pur risentendo in questi ultimi anni della crisi mondiale dei mercati, cerca nuove strategie per affrontare le sfide del futuro. Si guarda con interesse all’estero, dove arriva circa il 60% del vino prodotto in Piemonte: 66 milioni di bottiglie di Asti (81% della produzione), 20 milioni di Moscato d’Asti (78%), 8 milioni di Barolo (65%), 2,5 milioni di Barbaresco (55%), 10 milioni di Barbera d’Asti (40%), 8 milioni di Gavi (70%), 1,5 milioni di Brachetto d’Acqui (30%). I principali paesi importatori sono: Germania, Gran Bretagna, Usa, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone. Nel 2011 il valore dell’export dell’agroalimentare in Piemonte è stato di 3.755 milioni di euro, di cui 1.300 milioni di vino e bevande. Calo del 20% dell’Asti Docg, che equivale a 13 milioni di bottiglie in meno nel 2012, dovuto in particolare alle imposizioni di licenza imposte alle importazioni dalla Russia.



Focus - I numeri del Piemonte enoico

Il Piemonte conta su 46.540 ettari di vigneto (dati censimento 2010) , che rappresentano circa il 7% del vigneto Italia.

Nel 2012 la produzione è stata di 2.410.000 ettolitri (-10% sul 2011) su una produzione nazionale stimata sui 40 milioni di ettolitri.

Le aziende vitivinicole piemontesi sono 20.659 (censimento 2010) di cui 280 imprese industriali produttrici di vini e distillati con circa 3.300 addetti e 54 cantine cooperative con circa 12.000 soci.

352 milioni di euro è il valore del vino ai prezzi di base, nell’anno 2011, che rappresenta circa il 10% del valore dell’intera produzione agricola regionale. 1.300 milioni di euro è il valore dell’export di vino e distillati nel 2011 (+ 10% sul 2010), che rappresenta circa il 30% del valore dell’export agroalimentare piemontese e circa il 20% dell’export vitivinicolo nazionale. Nel primo semestre 2012 è stato stimato un aumento del 7% sul valore del primo semestre 2011. Il Piemonte esporta circa il 60% del vino prodotto; di questo circa 1/3 è costituito dall’Asti Spumante e dal Moscato d’Asti. Il 70% viene assorbito dai Paesi Ue, il restante 30% dai Paesi extra Ue.

In Piemonte ci sono 18 Docg e 42 Doc (su 73 Docg e 330 Doc nazionali), che coprono l’85% della produzione regionale; quasi tutta derivante da una ventina di vitigni autoctoni.

Sono 14, tra grandi e piccoli, i Consorzi di Tutela che coprono tutte le Doc e Docg, 2 grandi Associazioni di Produttori. Un consorzio per la promozione, costituito dai principali consorzi di tutela dei vini.

Sono 13 le Enoteche Regionali e 33 le Botteghe del Vino, istituite con legge regionale (n. 37/80), che rappresentano circa 4.300 produttori, ospitando mediamente 1.000.000 di visitatori all’anno (metà dei quali stranieri). 7 le Strade del Vino riconosciute ed operanti.

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