Era un’amica del vino e dell’agricoltura, Rita Levi Montalcini, scomparsa alla veneranda età di 103 anni a Roma. Premio Nobel per la medicina nel 1986, senatrice a vita dal 2001, e tra i personaggi che in oltre un secolo di vita hanno dato più lustro all’Italia nel mondo, la scienziata, prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze, ebrea di estrazione e nata a Torino nel 1909, legata, per l’origine del suo cognome, a Montalcino, terra del Brunello, di cui nel 1992 fu nominata cittadina onoraria. A lei, per i suoi 100 anni, il produttore umbro Caprai dedicò una limited edition di Sagrantino di Montefalco “25 anni” prodotto dal vigneto Cobra (un appezzamento sperimentale in cui sono coltivati, custoditi, catalogati tutti gli antichi genotipi di Sagrantino), il cui ricavato è stato donato alla Fondazione della neurobiologa, che si occupa di promuovere l’istruzione delle donne nel continente africano. E sebbene non fosse il suo campo di interesse principale, Rita Levi Montalcini dialogava spesso con il mondo dell’agricoltura, invitando il settore ad investire di più in ricerca e a non temere la sperimentazione e la ricerca tecnologica, “a non avere paura delle cose inesistenti”. Ci mancherà.
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