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MALGRADO LA CRISI, IL FUTURO È NEL SEGNO DI BACCO. NON SI ARRESTA IL TREND POSITIVO DEI CONSUMI ENOICI MONDIALI CHE, ANCHE NEL PERIODO 2012-2016, CRESCERÀ DEL 5,31%, A QUOTA 25,85 MILIARDI DI LITRI BEVUTI, SECONDO LE PREVISIONI DI VINEXPO E ISWR

La crisi, che negli ultimi 5 anni ha rappresentato un ostacolo importante per la crescita economica mondiale, non ferma e non fermerà il trend positivo dei consumi enoici mondiali che, anche nel periodo 2012-2016, crescerà del 5,31%, a quota 25,85 miliardi di litri bevuti, con un’impennata degli spumanti (+8,52%, per un totale, nel 2012, di 2,11 miliardi di litri). È questo il dato più rappresentativo e rassicurante dello studio di Vinexpo e Iswr - International Wine & Spirits Research (www.iwsr.co.uk) sulla congiuntura attuale del settore enoico e le sue prospettive per il 2016, che mette in luce una crescita del valore totale del comparto dell’8,66% (il vino nel 2016 varrà, in tutto il mondo, 182,89 miliardi di dollari), e uno spostamento delle preferenze verso i vini rossi, che rappresenteranno il 55,9% dei consumi complessivi (seguiti dai bianchi al 34,78% e dai rosati al 9,32%).
Tra i motivi per cui essere ottimisti, specie se si osserva l’orizzonte dal punto di vista di un Paese rinomato per la qualità della propria produzione, c’è il boom delle vendite di vini di fascia alta (sopra i dieci dollari a bottiglia), che cresceranno del 30%, mentre quelli di fascia media (5-10 dollari a bottiglia) aumenteranno la loro quota del 10%, e quelli di fascia bassa (meno di 5 dollari) solo del 2,77%, con un’incidenza sul venduto totale che, tra il 2007 ed il 2016 sarà passata dal 75,51% al 67,37%.
A fronte di una tale crescita dei consumi, però, la produzione rimarrà stabile, sui 27 miliardi di litri l’anno, con un leggero aumento previsto proprio a partire dal 2016. Al top tra i Paesi consumatori ancora gli Usa, la vera certezza, che crescerà di un altro 12,16%, a quota 3.362,13 miliardi di litri, seguiti da Germania (oggi al quarto posto), Francia e Italia, il cui crollo dei consumi appare inarrestabile, e Cina, che metterà a segno la miglior performance (+39,7%, seconda la Russia, a +17,8%). Proprio dalla Cina e dalla Russia, ma anche dal Brasile e dall’India (su cui c’è ancora molto da lavorare), passerà il futuro dei grandi Paesi esportatori, a partire dall’Italia, che tra il 2007 ed il 2011 ha visto il valore del proprio export aumentare del 52,7%, ma non sarà diverso per Francia, Spagna, Cile, Usa e Argentina, con l’incognita Australia, un Paese enoicamente in declino ma pronto a rialzarsi.

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