Il disgelo tra Mosca e Tbilisi, capitale della Georgia, dopo la guerra lampo del 2008 per la regione georgiana secessionista dell’Ossezia del Sud si fa strada attraverso la possibile revoca del bando ai vini e alle acque minerali georgiane, che potrebbero tornare sulle tavole dei russi in primavera. È il risultato del primo round di negoziati concluso a Mosca “positivamente”, come sottolinea Gennadi Onishchenko, capo dell’organismo russo preposto alla tutela dei consumatori, e che per Levan Davitashvili, capo dell’agenzia nazionale vinicola georgiana, porterà alla ripresa dell’export già in primavera, con già 60 imprese georgiane pronte a ripristinare le loro forniture di vino e acqua minerale in Russia, sospese fin dal 2006. Si tratta di due prodotti importanti per l’economia di Tbilisi e ai quali i russi sono affezionati sin dai tempi sovietici, quando i migliori vini “made in Urss” arrivavano dalla Georgia o dalla Moldova. A favorire il disgelo, la vittoria elettorale dell’opposizione e la nomina a premier dell’oligarca Bidzina Ivanishvili, a favore di un dialogo con Mosca dopo l’isolamento maturato con il presidente Saakashvili.
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