La Vernaccia di San Gimignano rappresenta una vera e propria eccezione per la Toscana enoica. È l’unica Docg “bianchista” in una regione dove i rossi la fanno decisamente da padroni ed unico vino cantato nella “Divina Commedia” dal “sommo poeta” Dante, ma anche da messer Boccaccio, da Michelangelo e Lorenzo de’ Medici. Ma i vini di questo territorio, specie nel recente passato, hanno trovato una bella evoluzione qualitativa e, in certi casi, sono diventati davvero come i “rossi dei vini bianchi”, un azzeccato paradosso inventato da Elisabetta Fagiuoli, forse la produttrice più conosciuta di San Gimignano.
La Vernaccia di San Gimignano diventa Doc nel 1966 quasi all’indomani dell’entrata in vigore della legge sulle denominazioni italiane (n. 930 del 1964) ed è il primo vino bianco italiano a fregiarsi di questo riconoscimento (poi Docg, dal 1993).
All’“Anteprima” della Vernaccia di San Gimignano 2013, protagoniste l’annata 2012 per la tipologia “Base” e la Riserva 2011. E se quest’ultima si è espressa, in generale, in modo egregio, anche considerando le buone premesse degli assaggi dello scorso anno della “Base” 2011, anche l’annata 2012 ha saputo, in alcuni casi, esprimere vini di buona solidità. Un risultato per nulla scontato viste le difficoltà del millesimo 2012, contraddistinto da siccità e calura decisamente sopra le righe. Elementi questi, di certo, non propriamente adatti alle caratteristiche di una produzione bianchista come quella di San Gimignano, che, peraltro, concentra la sua produzione su un vitigno, la Vernaccia, particolarmente delicato a partire dalla sua boccia estremamente sottile.
Ma certo alcune criticità del 2012 sono rimaste sul tappeto, prima fra tutte, il calo di produzione pari all’11% sul 2011. A conferma che anche in questa parte di Toscana la scorsa estate, e più in generale l’intero andamento climatico, è stato molto impegnativo per le viti e per gli uomini che hanno dovuto sfoderare competenze più proprie della viticoltura siciliana che di quella toscana.
Per lo staff di WineNews (Franco Pallini e Antonio Boco) conquistano il podio delle migliori Vernaccia “Base” 2012 quella de Le Calcinaie, dai profumi intensi e ben a fuoco e dalla progressione gustativa viva e ben ritmata, quella di San Quirico dai tratti aromatici sfumati e dal gusto contrastato, e quella di San Donato dal bel carattere ammandorlato di buona tipicità. Sul fronte delle Riserva (e delle selezioni), ad emergere la Vernaccia Campo della Pieve 2011 de Il Colombaio di Santa Chiara, dai profumi delicatamente agrumati e dalla bocca scattante e gustosa. Interessante la Vernaccia di San Gimignano Riserva 2011 de La Lastra dai tratti aromatici molto tipici (mandorla, frutta bianca) e dalla progressione gustativa di bella profondità. Molti i campioni da vasca ancora non imbottigliati definitivamente, che hanno reso più difficile esprimere un giudizio più preciso sulle annate in degustazione.
Dando uno sguardo ai numeri della Vernaccia, troviamo un’altra “eccezion”. La percentuale dell’export è pari al 40% ed è cioè inferiore alle vendite entro i nostri confini. I maggiori mercati, si confermano nell’ordine Germania, Usa, Olanda, Belgio, Giappone, Svizzera, Inghilterra, Danimarca, Cina, Canada. Del 60% delle etichette destinate al mercato interno, il 40%, una percentuale decisamente ragguardevole, è venduto sul territorio di San Gimignano (nella ristorazione locale e tramite il canale della vendita diretta in azienda e nei wine shop aziendali nel centro di San Gimignano), il 30% in Toscana ed il restante 30% nel resto d’Italia.
L’estensione complessiva della denominazione è di 718 ettari e le aziende iscritte all’Albo della Docg sono 172. La produzione 2012 si attesta su 53.717 quintali di uva (erano 60.347, nel 2011) per un totale in vino 39.482 ettolitri (erano 42.168 nel 2011) Franco Pallini
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