“Imparare a lavora più uniti, lo diciamo da tanti anni, ma lo si fa ancora poco, l’associazione vuole essere la “casa comune del vino italiano” dove confrontarsi e unirsi intorno ad un pensiero comune, anche per poter fare “lobbying” in maniera più efficace”. Così Domenico Zonin, già vice presidente del gruppo Zonin, tra le realtà più importanti del panorama vinicolo italiano, e nuovo presidente di Unione Italiana Vini (dall’altro ieri al 30 giugno, www.uiv.it), dopo la scomparsa prematura di Lucio Mastroberardino.
“Ho un mandato “breve”, ovviamente, davanti a me, e faccio fatica a sbilanciarmi su quelli che dovrebbero essere gli obiettivi a lungo termine dell’Uiv”, tiene a precisare Zonin. Ma se il mandato dovesse poi rinnovato, sarebbe, dunque, nel segno della continuità, visto che uno dei punti cardine dell’azione di Mastroberardino è stato proprio il tentativo di aggregazione di tutte le anime della filiera del vino italiano, culminato con il lancio dell’idea di una “nuova costituente” del vino italiano, chiamando in causa tutte le più importanti organizzazioni della filiera. “Il sogno è che gli italiani, anche nel vino - spiega a Zonin diventino meno individualisti, guardando un po’ meno al campanile”.
Anche perché la divisione e l’andar ognun per se, sono problemi ormai “atavici” del vino italiano, così come lo è quello della “dimensione media delle aziende, che è troppo piccola - spiega Zonin - soprattutto in un contesto in cui per crescere bisogna esportare, e se l’azienda non ha le sufficienti dimensioni fa fatica sui mercati globali”. Anche se, va detto, da un certo punto di vista l’enorme varietà dell’offerta che da questa frammentazione deriva, “è stato uno degli elementi che ha aiutato l’Italia del vino a crescere nel mondo, grazie a questa caratteristica che ci distingue da tutti gli altri Paesi produttori”.
Frammentazione che, però, in qualche modo deve essere superata, anche per fare “lobbiyng” in modo più efficace anche a livello istituzionale, “perché è chiaro se andiamo in certe sedi in 10 a chiedere 10 cose diverse tutto si blocca e non si fa nulla, e a rimetterci poi è tutto il settore”. E di cose da fare, invece, ce ne sono tante, soprattutto sul fronte dell’internazionalizzazione. Che tanto importante è per il vino, quanto lo è per le macchine e le tecnologie per la vitivinicoltura, dove l’Italia è leader nel mondo, e che vedono nel Simei, organizzato dall’Unione Italiana Vino, la loro fiera più importante. “Anche in questo senso l’associazione ha lavorato molto sull’estero, e speriamo di aumentare di molto l’incoming di visitatori stranieri, soprattutto dai Paesi che si stanno affacciando ora alla produzione di vino e che stanno investendo di più, nell’appuntamento di scena, a Milano, dal 12 al 16 novembre 2013”. E chissà se il presidente di Unione Italiana Vini sarà ancora Domenico Zonin ...
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