La buona notizia, a quanto pare, è che ormai vigneti & viticoltori, nelle zone più vocate del vino italiano, hanno imparato a gestire bene i disagi del clima, soprattutto il caldo e la scarsità d’acqua. Almeno a giudicare dalle anteprime toscane, che, tra le altre, hanno visto dare un rating da “5 stelle” (assegnate dai rispettivi consorzi, il massimo possibile) o grandi giudizi in qualità, come il Chianti Classico, alla vendemmia 2012 (considerata una delle più difficili degli ultimi anni) del Brunello di Montalcino e del Nobile di Montepulciano. La “brutta” notizia (con ironia), è che, forse, si dovrà creare una nuova categoria per il rating, tipo “5 stelle lusso” o “cometa”, per le annate che godranno di un andamento climatico ottimale e che, a rigor di logica, dovrebbero dare il miglior risultato possibile.
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