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L’ORIZZONTE DEL VINO ITALIANO È IL MONDO. TANTE LE TENDENZE E LE CURIOSITÀ DA OGNI ANGOLO DEL PIANETA DA TENERE D’OCCHIO. DAL CANADA, DOVE IL BUSINESS ENOICO VALE 6,8 MILIARDI DI DOLLARI, ALLA RUSSIA CHE RIAPRE AI VINI DI GEORGIA, VIA UK E FRANCIA

L’orizzonte del vino italiano, ormai, è il mondo. E tante sono le tendenze e le curiosità enoiche che arrivano da ogni angolo del pianeta da tenere d’occhio. In Canada, per esempio, che è uno dei mercati più importanti per molti grandi vini italiani, come l’Amarone o il Chianti Classico, per uno studio realizzato per la “Canadian Vintners Association”, si scopre che il business del vino vale 6,8 miliardi di dollari, e che l’enoturismo, soprattutto nella regione delle Cascate del Niagara dove si producono celebri “ice wine”, muove 3 milioni di visitatori all’anno e 1,2 miliardi. Enoturismo che si conferma fenomeno in crescita in tutto il mondo. Così come quello del vino “bio”, al punto che nella capitale del Regno Unito, con la vendemmia 2013, potrebbe arrivare il primo “organic wine” targato Londra, dalle 7.000 viti a dimora nei terreni di Forty Hall. E sempre in Uk, il celebre magazine Decanter, ha svelato il suo “Man of the Year” 2013 (riconoscimento che, per tre volte, è arrivato anche in Italia: nel 1986 con Piero Antinori, nel 1998 con Angelo Gaja e nel 2011 con Giacomo Tachis, ndr): è il celebre sommelier francese Gerard Basset, unico uomo, ad oggi, a poter vantare, tutti insieme i titoli, di Master of Wine, Master Sommelier, Wine Master of Business Administration e World’s Best Sommelier (nel 2010). Francese Basset, come francesi, o meglio “bordolesi”, sono i due importanti châteaux che, per motivi diversi, hanno aperto il loro “capitale” ad investitori stranieri. In un caso si parla di Château d’Issan, a Margaux, acquistato al 50% dal magnate del real estate Jacky Lorenzetti (già proprietario di altre cantine) che ha “approfittato” del mancato accordo tra gli eredi di Emmanuel Cruse, che aveva acquistato la proprietà nel 1945; nell’altro caso sono stati Gerard e Chantal Perse, proprietari tra gli altri del premier grand cru classé Château Pavie di St.-Emilion, a “dover vendere” ad un non meglio precisato fondo pensionistico, parte di Château Monbousquet, secondo la stampa inglese per coprire le tasse di successione della figlia Angélique. Per finire, uno sguardo verso Est: la Russia ha tolto, dopo 7 anni, l’embargo sui vini della Georgia, storico fornitore di vino, specie di basso prezzo, del Paese ...

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