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LA RUSSIA DEL VINO E DELL’ENOGASTRONOMIA ITALIANA VISTA DALLA ... RUSSIA: A WINENEWS, SABINA ZANARDI LANDI, DELL’AMBASCIATA D’ITALIA IN RUSSIA. “LE POTENZIALITÀ SONO ALTISSIME, MA NON MANCANO LE DIFFICOLTÀ”. FOCUS: “CORTINA WINE CLUB - VINI ESTREMI”

Italia
Cresce la passione per i vini italiani in Russia

Tra le economie in crescita, nel mondo, che promettono grandi cose al vino italiano, c’è sicuramente quella di Russia. Paese che il 38% delle cantine più importanti d’Italia per storia, immagine e per volume d’affari (e che, complessivamente, rappresentano un fatturato di 2 miliardi di euro, più del 20% del “fatturato vino” complessivo del nostro Paese), sondate da WineNews, considera un mercato in crescita e dalla domanda reattiva, specialmente nel “gioco” dei brand del luxury wine (e che, nel 2011, ha portato nelle cantine italiane 118 milioni di euro, ndr). Un sentiment confermato anche da chi, in Russia, vive da anni e conosce la realtà da un punto di vista privilegiato, come Sabina Zanardi Landi, moglie dell’Ambasciatore d’Italia in Russia Antonio Zanardi Landi.
“Il vino italiano è amatissimo in Russia - spiega, in una conversazione con WineNews, nella presentazione dell’evento “Gusto Cortina” 2013 (Cortina d’Ampezzo, 16/17 giugno) - così come la ristorazione che, nell’alto livello, è indiscutibilmente associata all’Italia, e non alla Francia, come spesso avviene. Anzi, potremmo dire, che l’alta ristorazione a Mosca è praticamente in mano a grandi chef italiani”. E per il vino, c’è da dire che “soprattutto nell’alta gamma e nel lusso, stanno crescendo anche la conoscenza e la cultura enoica dei russi. Che non comprano più solo in base al prezzo più alto, come poteva capitare qualche tempo fa”.
Grandi potenzialità, dunque, per le nostre migliori etichette, nel Paese. Il tasto dolente, come spesso accade, è quello della promozione. “Troppe volte gli italiani si muovono in maniera individuale e disordinata. Da un lato, perché sicuramente non sono sufficienti le strutture che possano offrire coordinamento e sostegno. Ma anche perché, a volte, quando cerchiamo di mettere insieme le griffe di punta di diversi settori in sinergia, come possono essere, per esempio, il vino e la moda, capita che manchi la disponibilità a collaborare, ognuno vuol fare la prima donna”.
Ma se quest’ultimo è un atteggiamento che gli imprenditori devono capire e correggere da soli, per il bene del Paese, potrebbero essere proprio le ambasciate quelle strutture capaci di supportare le imprese nella promozione? “Potenzialmente si”, risponde Sabina Zanardi Landi. Ed in effetti, anche nella riorganizzazione della nuova Ice - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, è previsto che le ambasciate agiscano come “cappello” comune della struttura.
“In realtà è quello che cerchiamo di fare anche in Russia, magari abbinando degustazioni o presentazioni di grandi vini all’esposizioni di opere d’arte importanti e così via, unendo quelle cose per cui i russi ci amano, e che spesso loro non hanno. Il problema è la cronica sproporzione fra le strutture nostre e quelle dei nostri principali e più agguerriti concorrenti. L’Ambasciata di Mosca, in un Paese così strategico (basti pensare all’import di gas ed energia per l’Italia, ndr), per esempio, ha solo una decina di funzionari mentre la Francia ne ha più di 30 e la Germania oltre 40. Ed è un peccato, perché le potenzialità sono altissime, lo vediamo anche dai flussi turistici. Per i russi, soprattutto per quelli con un’alta capacità di spesa, l’Italia è la meta più amata in assoluto, viene prima di qualsiasi altro Paese al mondo. E lavorando meglio potremmo anche valorizzare tante realtà e territori meno conosciuti (ad esempio, i piccoli centri storici minori) di quanto sono, per esempio, Firenze, Venezia o Roma, che non hanno bisogno di grandi supporti”.
Un aspetto da tenere in considerazione, tanto più pensando che dal settembre 2013 all’autunno 2014 si svolgerà “l’anno del turismo russo in Italia”, e che “potrebbe essere l’occasione buona - aggiunge Sabina Zanardi Landi - per valorizzare i piccoli borghi d’Italia, compresi quelli più legati al vino”. Sono certa che il pubblico russo, che sembra apprezzare tutto quello che giunge dall’Italia saprà reagire positivamente . Vedendo al lavoro la squadra che lavora in Ambasciata e all’Ice , sono sicura che non si lascerà nulla di intentato, tanto più che tutti sono consapevoli di quanto delicato sia questo periodo per tante aziende italiane capaci di produrre il meglio in assoluto”.
Una lavoro che, probabilmente, segnerebbe il salto di qualità in un mercato, come quello di Russia, che potrebbe davvero diventare uno di quelli top per l’Italia del vino. Che, comunque, dal 2000 al 2011, pur partendo da cifre relativamente piccole, ha visto l’export enoico crescere del 554%, ma che deve fare i conti con una realtà sempre più complessa: secondo diverse fonti, tra dazi e riorganizzazione delle licenze agli importatori, la prima parte 2012 ha visto un calo consistente dell’export enoico italiano sul 2011, senza contare il divieto di fare pubblicità di ogni tipo di prodotto alcolico, vino compreso, in vigore dal 1 gennaio 2013 su tutti i mezzi di comunicazione.

Focus - Dai 1.350 metri di Cortina alla laguna di Venezia: a Gusto Cortina nasce il “Cortina Wine Club - Vini Estremi”
Gli estremi della viticoltura si toccheranno a “Gusto Cortina” (di scena il 16-17 giugno, by Golden Moon, www.gustocortina.it): nasce il “Cortina Wine Club - Vini Estremi”, frutto del “primo contatto”, nel 2012 tra due esperienze di viticoltura fuori dall’ordinario, come “Vigna 1350”, il vigneto più alto d’Europa, messo a dimora proprio a Cortina a fini sperimentali, e “Venissa”, l’antica vigna murata sull’Isola di Mazzorbo, nella Venezia Nativa, recuperata dalla griffe Bisol dove è stato piantato lo storico vitigno veneziano Dorona.
L’edizione 2013 di “Gusto Cortina (tra appuntamenti con chef stellati e incontri che coinvolgeranno produttori d’eccellenza dell’enogastronomia di tutta Italia, e rappresentanti dell’Università, fra cui, il Roberto Stevanato, direttore del Master in Cultura del Cibo e del Vino Ca’ Foscari, ed Evelina Flachi, docente a Roma e Milano e collaboratrice di Expo 2015) sarà proprio l’occasione per il battesimo ufficiale di questo wine club “estremo”.
“Abbiamo fatto incontrare il vigneto più profondo del mondo, Venissa, con il più elevato d’Europa - ha spiegato Gianluca Bisol - e desideriamo creare un ponte enologico e culturale che unisca due eccellenze estreme: è naturale che sia nata questa amicizia speciale tra Venissa e Vigna 1350”.
Enti, aziende e privati possono sostenere Vigna 1350 di Cortina attraverso il progetto “Adotta una vite”: è possibile adottare un filare o una singola barbatella, acquistando un certificato sul quale saranno riportati numero e posizione, contribuendo così all’iniziativa, che non ha scopo di lucro, ma esclusivamente mira a sperimentare tecniche di coltivazione della vite in montagna, in collaborazione con l’Università di Udine. Sulla mappa virtuale (www.adottaunavite.it), e sulla recinzione del vigneto saranno apposti i nomi degli appassionati che avranno sottoscritto l’adozione e che saranno periodicamente informati sui momenti più importanti della stagione vinicola: una web cam monitorerà in tempo reale il vigneto. “Gusto Cortina” ha, inoltre, creato il Cortina Wine Club - Vini Estremi, che si pone come obiettivo la scoperta, la conoscenza e la degustazione dei vini, nati da luoghi estremi, del quale fanno parte di diritto tutti coloro che avranno adottato una barbatella di Vigna 1350.
“Gusto Cortina” ha già ricevuto il patrocinio del Comune di Cortina, delle Regole d’Ampezzo, della Regione Veneto, dell’Expo 2015, di Vite in Montagna e del Master Universitario di Cultura del Cibo e del Vino dell’Università Ca’ Foscari.

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