Secondo tutti, il futuro del vino è a Oriente, Cina in primis, e negli altri nuovi mercati del mondo, come Russia, Brasile e così via. Ma a ben vedere anche gli Usa, che ad oggi sono il mercato n. 1 al mondo per consumi complessivi, si potrebbero considerare, paradossalmente, nel novero dei mercati emergenti. Perché? Partiamo dai numeri. Il 65% delle vendite di vino, negli States (324 milioni di casse nel 2012, a +7,7% sul 2011 secondo Impact Databank) è concentrato in appena 10 stati sui 50 della nazione, con la sola California (dove si produce il 90% del vino Usa), che vale il 18,1% dal mercato, seguita da Florida e New York, che pesano per un 8% a testa, e poi, via via, dal 4,5% in giù, vengono New Jersey, Texas, Illinois, Massachusetts, Washington, Virginia e Ohio, secondo le rilevazioni dell’Italian Wine & Food Institute. Non solo: i consumi procapite sono appena di 10 litri di vino all’anno, e dei 316 milioni di cittadini americani, “solo” 100 bevono vino. Il che, in estrema sintesi, vuol dire che ci sono ancora grandi spazi di crescita, “geografici e demografici”.
Ma c’è di più. Dall’analisi realizzata dalla celebre rivista Usa “Wine Spectator” sui dati della “controllata” Impact Databank, emerge sempre più chiaramente il peso delle nuove generazioni nella crescita dei consumi, soprattutto dei cosidetti “Millennials” (ovvero chi, oggi, ha tra i 21 ed i 34 anni). Che, un po’ sorprendentemente, stanno dando vita, per “Wine Spectator”, ad una sorta di revival di quanto avvenuto negli anni 80, con i giovani che guardano sempre più ai vini d’importazioni (e pesano per il 25% sul consumo di vini “stranieri”), come dimostrano le decise crescite di vini rosati, e vini frizzanti, soprattutto italiani, Prosecco e Moscato, come noto, ma anche Lambrusco (il vino che, di fatto, aprì il mercato Usa ai produttori del Belpaese), che nel complesso hanno registrato una crescita di consumi del 15,5% nel periodo 2007-2012.
Anche se, a differenza di quanto succedeva negli anni ’80, dove il boom era solo per vini di bassissimo costo, oggi si vede una crescita in ogni fascia di prezzo. E poi c’è il peso sempre maggiore delle donne che, ormai, rappresentano oltre la metà dei consumatori regolari di vino in Usa. Paese che a ben vedere, dunque, è ancora in gran parte da capire e da conquistare per il nettare di Bacco del mondo.
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