
Nel cuore delle terre del Nero d’Avola, da un vigneto coltivato in una delle aree archeologiche più famose del Belpaese, nasce un vino protagonista del rilancio di un intero territorio: è “Diodoros”, il vino della Valle dei Templi di Agrigento (vendemmia 2012, blend di Nero d’avola, Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese, 6.000 bottiglie numerate e “vestite” da una colonna dorica scelta dagli eno-appassionati e dai visitatori del Parco), frutto di un progetto che vede alleati pubblico e privato, l’ente Parco ed i produttori del territorio (è la Cva di Canicattì ad occuparsi del vigneto), per far rinascere le coltivazioni delle aree demaniali della Valle (400 ettari di cui già 120 affidati in concessione a privati su 1.300 ettari di giacimento agricolo) per riportarli ad una vita produttiva, rilanciando i flussi turistici in questi territori colpiti da un vero e proprio processo di spopolamento. Alla base, c’è un’unione di vedute: vino e archeologia possono far grande un territorio dove l’agricoltura svela il senso e l’origine della civiltà. E il fatto che la viticoltura è l’elemento a più alto valore economico e comunicativo del comparto agricolo siciliano, traino di tutti i prodotti agricoli della Valle dei Templi.
“Il Vino della Valle” è frutto del progetto Diodoros lanciato dal Parco della Valle dei Templi, la cui sfida è quella di recuperare dall’oblio produttivo uliveti, vigneti, mandorleti e campi seminativi che, un tempo non lontano, venivano considerati dei “giardini preziosi” mettendo in campo pubblico e privato per coordinare imprenditorialità di piccola e media entità, per produrre olive ed oli, vino, mandorle e pistacchi e molto altro ancora. “Diodoros - il Vino della Valle” prende vita nei vigneti posti sotto il tempio di Giunone, un giacimento viticolo di grande interesse, frutto di una “selezione” naturale che i vignaioli della Valle hanno operato nel corso degli anni interpretando al meglio gli aspetti pedoclimatici. La grandezza di questo contesto è data dalle caratteristiche di questo terroir. Siamo nel cuore delle Terre del Nero d’Avola, dove i suoli di origine alluvionale profondi e sabbiosi, caratterizzati dalla presenza di scheletro sono molto fertili per la coltivazione delle varietà autoctone siciliane.
A curare la conduzione agronomica del vigneto è la Cva Canicattì seguendo tutte le operazioni in vigna - dalla cura delle piante sino alla vendemmia - con il suo personale. Questa prima versione del Vino della Valle dei Templi, è frutto della vendemmia del 2012, che per le varietà a bacca rossa verrà ricordata per l’integrità del frutto giunto a maturazione in perfette condizioni. Il vino è un blend delle varietà di Nero d’Avola (90%), Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese (per la restante percentuale) coltivate a spalliera; dopo una classica vinificazione in rosso il vino è stato affinato prima in vasca (2 mesi) e poi in barili di rovere (10 mesi). Questa prima annata - prodotta in 6.000 bottiglie tutte numerate - subirà un ulteriore processo di maturazione in bottiglia della durata di 6 mesi prima della commercializzazione. La veste di questa prima annata ha come simbolo una colonna dorica stilizzata scelta dai visitatori del parco e dagli eno-appassionati con il concorso “Vota l’Etichetta del Vino della Valle dei Templi” sulla base di bozzetti realizzati dal designer siciliano Antonio Giancontieri.
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