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FARINETTI “ENTRA” IN IKEA: LE BOTTIGLIE DEI PRODUTTORI DI “VINO LIBERO”, IL PROGETTO LANCIATO DAL PATRON DI EATALY, DA OGGI SI POTRANNO TROVARE ANCHE NEI RISTORANTI, NEI BAR E NEI BISTROT DEI NEGOZI ITALIANI DELLA CELEBERRIMA CATENA SVEDESE

Italia
Le cantine di Vino Libero entrano in Ikea

Farinetti “entra” in Ikea: le bottiglie dei produttori di “Vino Libero”, il progetto lanciato dal patron di Eataly, da oggi si potranno trovare anche nei ristoranti, nei bar e nei bistrot dei negozi della celeberrima catena svedese di arredamento e design. E si potranno comprare per portarli a casa, ma anche degustarli sul posto, “spillati direttamente da botti di legno - si legge in un comunicato - contenenti bag-in-box, realizzati per “Vino Libero” (www.vinolibero.it) dalla multinazionale Smurfit Kappa Italia. Un successo di cui Vino Libero va particolarmente orgoglioso, grazie all’impegno condiviso dei due marchi di rendere accessibili alla maggioranza delle persone prodotti di alta qualità, sia pure in campi diversi come il design e l’enologia”. Il progetto partirà in questi giorni negli store di Torino, Carugate (Milano), Roma e Bari, ed entro inizio febbraio sarà esteso a tutti gli altri negozi Ikea nel Belpaese.
Una partnership importante, visto che Ikea Food, il ramo d’azienda che si occupa della gestione e dell’approvvigionamento dei punti ristoro della catena, benché presente solo nei 20 punti vendita presenti in Italia, è una delle realtà più importanti nel mercato della ristorazione commerciale italiana, che nell’ultimo anno ha contato circa 15.700.000 clienti.
“L’obiettivo di Ikea - si legge ancora - è quello di servire e vendere prodotti di alta qualità che siano sicuri, controllati, sani e realizzati con attenzione sia verso l’ambiente che verso le persone; “Vino Libero” garantisce, attraverso l’applicazione di precisi standard produttivi (“Libero da concimi inquinanti, Libero da diserbanti, Libero da troppi solfiti, si propone di seguire e diffondere una nuova filosofia imprenditoriale che mira a “svecchiare” il mondo del vino e a liberarlo anche da packaging inquinanti, eccessi della burocrazia italiana, cliché, bugie, abbinamenti, mode effimere ed inutili”) la rispondenza dei propri vini al codice di condotta “IkeaWay”, che fissa requisiti minimi a cui i fornitori Ikea si devono adeguare, e che viene periodicamente verificato da esperti interni ed esterni all’azienda”.
“Ikea Italia sostiene da anni le imprese agricole italiane che producono prodotti alimentari con processi tesi a salvaguardare l’ambiente - ha detto Dino Maldera, Country Ikea Food Manager per l’Italia - limitando od eliminando l’utilizzo di concimi chimici e antiparassitari. La collaborazione con “Vino Libero” va in questa direzione, con l’ambizione di essere anche un progetto divulgativo che sostiene un consumo più sostenibile da parte della maggioranza delle persone di prodotti sani, sicuri, controllati e prodotti nel rispetto dell’ambiente”.
“Siamo orgogliosi ed onorati di aver avuto la possibilità di entrare in contatto con il mondo di Ikea. Noi di “Vino Libero” dice Andrea Macchione, Ceo di Fontanafredda, azienda capofila del progetto e firmataria dell’accordo - stiamo cercando di intraprendere nel complicato ambito del vino la stessa strada che Ikea ha già percorso con grandissimo successo nel campo dell’arredamento, rendendo la qualità ed il design alla portata di tutti, al fine di migliorare la vita quotidiana delle persone. Insieme ad Ikea, vorremmo far capire che anche un buon vino, sano e realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente, non necessita di particolari occasioni per essere bevuto”.

Focus - “Vino Libero”
“Vino Libero” riunisce in un’Associazione 12 produttori di 8 diverse regioni italiane, dal Piemonte alla Toscana, dalle Marche fino alla Sicilia: Fontanafredda, Casa E. di Mirafiore, Borgogno, Agricola Brandini, San Romano, Monte Rossa, Serafini & Vidotto, Le Vigne di Zamò, Certosa di Belriguardo, Fulvia Tombolini, Masseria San Magno e Calatrasi & Micciché. L’impegno comune è quello di realizzare innanzitutto un vino libero dai concimi chimici, dai diserbanti, dai troppi solfiti, ma anche da packaging inquinanti, dagli eccessi della burocrazia, dalle mode effimere e inutili.
Una diversa filosofia imprenditoriale, che lascia le parole per concretizzarsi immediatamente nell’osservanza di norme precise e di un vero e proprio Disciplinare Tecnico di Produzione da applicare in vigna ed in cantina, per porre in atto tutte le procedure a tutela della biodiversità dell’agroecosistema e della sostenibilità ambientale. 180 ettari vitati, 350 addetti per un totale potenziale di 1 milioni di bottiglie: questi sono i numeri del progetto “Vino Libero”.

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