Se è vero che l’industria agroalimentare italiana, che vive e cresce in gran parte grazie all’estero, non può e non deve rassegnarsi a quello che pare un inesorabile calo dei consumi sul mercato interno, è un dato di fatto che lo sviluppo maggiore passerà gioco forza dall’export. Che potrebbe passare, secondo molti, dai 26 miliardi di euro in valore di oggi, a 70 miliardi in 10 anni. É uno dei messaggi emersi da Cibus, fiera internazionale dell’alimentare made in Italy, a Parma fino all’8 maggio (www.cibus.it).
Un sentiment che trova riscontro nell’indice di fiducia tra le imprese dell’industria alimentare italiana, che cresce e torna in positivo (anche grazie ad una timida ripresa delle vendite nel largo consumo italiano, soprattutto grazie alle promozioni, ha sottolineato Nielsen), dopo oltre due anni di sentiment negativo, come rileva Ismea su un panel di 1.200 industrie italiane del settore. Con un voglia di investire in innovazione di prodotto e/o di processo che si respira nel 37% dei casi, e se l’82% delle imprese ha in programma di mantenere invariato il proprio piano di produzione, il 9% pensa di investire per cresce, e solo il 7% delle imprese ha in programma dei ridimensionamenti. A dare fiducia ai produttori di wine & food del Belpaese è la crescita del numero di Paesi che hanno fame di made in Italy, perché se come spiega una ricerca di Bain&Company sull’export italiano, i primi partner commerciali dell’Italia del gusto rimangono, nell’ordine Germania, Usa, Francia e Regno Unito, si registra una crescita notevole e solida anche in Cina, Russia Brasile, e ottimi segnali arrivano anche da Paesi come Canada e Giappone, e da mercati nuovi per i nostri prodotti come la Thailandia.
Ma certo le difficoltà non mancano, a partire da un Euro molto forte e che rischia di penalizzare le esportazioni extra Ue, alle difficoltà di pagamento che iniziano a manifestarsi anche nell’export (seppur in modo assia più blando che sul mercato italiano), con società come Atradius, che si stanno specializzando nell’offerta di servizi in tal senso, come le polizze assicurative contro il rischio di credito. Ma, in generale, il sentiment che emerge per il comparto è più che positivo, come ha sottolineato anche il viceministro per le Politiche Agricole Andrea Olivero, secondo cui “i dati positivi che abbiamo rappresentano un’ottima prova generale per Expo 2015”, e che ha anche ribadito l’intenzione del Governo di lanciare un marchio “made in Italy”. Che va tutelato anche on line, dove è sempre più gettonato. Ed in questo senso va l’importante protocollo d’intesa tra Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (Aicig), Ministero delle Politiche Agricole ed eBay, leader mondiale delle aste on-line che renderà più semplice segnalare e rimuovere gli annunci che promuovono prodotti contraffatti, e punire i trasgressori.
Focus - Il protocollo d’intesa per la tutela e la valorizzazione delle produzioni agroalimentari Dop e Igp siglato tra il Ministero delle politiche Agricole, eBay e l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (Aicig)
Rafforzare la tutela, la promozione, la valorizzazione e l’informazione delle produzioni italiane Dop e Igp anche tra i consumatori che comprano sulla piattaforma leader mondiale dell’e-commerce eBay, favorendo la presenza nel mercato online dei prodotti italiani autentici e di qualità: ecco l’obiettivo del protocollo d’Intesa firmato, alla presenza del Minstro Maurizio Martina, tra il Ministero delle Politiche Agricole , eBay e l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (Aicig).
I prodotti Dop e Igp italiani, infatti, rappresentano il 40% dell’intera produzione a denominazione comunitaria, con un fatturato complessivo alla produzione di circa 7 miliardi di euro. Si tratta di un patrimonio che istituzioni, associazioni e imprenditori intendono garantire ulteriormente anche su eBay, uno dei più grandi marketplace online del mondo e il primo in Italia, con oltre 4,5 milioni di acquirenti attivi.
Il protocollo assegna un ruolo centrale al Programma di verifica dei diritti di proprietà (Verified Rights Owner - VeRO), un sistema che può contare su oltre 37.000 utenti attivi e che consente ai titolari di diritti di proprietà intellettuale (come copyright, marchi registrati o brevetti) di segnalare eventuali violazioni.
Tramite il Programma VeRO, il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrg) del Ministero delle politiche Agricole, insieme all’Aicig, s’impegnano a inviare a eBay “notifiche di violazione di diritti di proprietà intellettuale in relazione alle produzioni Dop e Igp”. Ebay, dal canto suo, si impegna a rimuovere gli annunci dove vengono riscontrate violazioni relative ai prodotti Dop e Igp e, contestualmente l’Ispettorato repressione frodi attiva le procedure di protezione ex officio dei prodotti su tutto il territorio dell’Unione europea per il blocco della commercializzazione dei prodotti rilevati.
“Questo Protocollo - ha dichiarato il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina - si inserisce nel più ampio contesto di azioni strategiche che stiamo mettendo in campo per la tutela e la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare. Con l’intesa con eBay interveniamo su due fronti: fermare i falsi e promuovere le eccellenze autentiche. Avremo la possibilità di segnalare tempestivamente le violazioni sulle indicazioni geografiche, lottando anche contro l’Italian sounding. Allo stesso tempo promuoviamo la conoscenza da parte degli utenti della Rete dei nostri prodotti di qualità e la presenza commerciale delle nostre vere Dop e Igp. Non dimentichiamo che l’Italia è leader in Europa con 264 prodotti riconosciuti, con un fatturato al consumo nazionale di quasi 9 miliardi di euro. Queste cifre possono crescere ancora se recuperiamo gli spazi occupati ora dai falsi”.
“Aicig e il sistema dei Consorzi - ha detto il Giuseppe Liberatore, presidente dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche - sono molto attivi nella tutela delle denominazioni sul web. In questa direzione, appare opportuno segnalare l’impegno che l’Associazione sta conducendo con Ismea nella creazione di un portale dedicato alle Ig (www.dop-igp.eu), progettato con l’obiettivo di sviluppare a regime applicazioni che consentano agli addetti alla vigilanza, ma anche ai consumatori, di effettuare segnalazioni alle competenti autorità su specifiche irregolarità riscontrate soprattutto in fase di commercializzazione. La stipula di un protocollo d’intesa sottoscritto con Mipaaf ed eBay, in tema di tutela e valorizzazione dei prodotti Dop e Igp, è evento da accogliere con estremo favore e rappresenta un ulteriore passo avanti nell’azione di salvaguardia da condurre costantemente a presidio delle nostre eccellenze agroalimentari”.
“Con questo accordo l’Icqrf - ha aggiunto Stefano Vaccari, capo Dipartimento Icqrf - che negli ultimi mesi ha intensificato i controlli sulle commercializzazioni online in molti Paesi europei, rafforza ulteriormente la sua azione di tutela delle produzioni italiane di qualità, garantendo così non solo i consumatori ma anche i produttori dell’autentico Made in Italy. Attraverso il Programma VeRO, l’Ispettorato potrà infatti attivare ancora più rapidamente le procedure di tutela delle Indicazioni geografiche nel territorio europeo”.
“Il Protocollo siglato oggi - ha concluso l’avvocato Andrea Moretti, Responsabile Affari Legali di eBay in Italia - rappresenta uno strumento prezioso per fare rete con istituzioni e consorzi nella tutela e nella valorizzazione dei prodotti Dop e Igp. La lotta alla contraffazione - prosegue Moretti - è da sempre uno dei temi principali per eBay e proprio per facilitare la cooperazione con i titolari dei diritti di proprietà intellettuale, fin dal 1998 abbiamo creato il Programma di verifica dei diritti di proprietà (VeRO, Verified Rights Owner). I partecipanti al programma VeRO - conclude Moretti - possono segnalare le inserzioni eventualmente in violazione e richiederne la rimozione”.
Focus - Ismea, cauto ottimismo tra le industrie alimentari per il 2014, torna a crescere la fiducia
Ritorna la fiducia tra le imprese dell’industria alimentare italiana, dopo oltre due anni di sentiment negativo. Lo rileva l’Ismea sulla base dei risultati dell’indagine trimestrale condotta a marzo su un panel di 1.200 industrie italiane del settore. L’indice che misura la confidence delle aziende ha assunto nel primo trimestre di quest’anno un valore positivo, pari a 1,6 (in un campo di variazione compreso tra -100 e +100), maturando una crescita di 6 punti rispetto al valore del trimestre precedente e di ben 17 punti sui primi tre mesi del 2013. Determinanti, ai fini dell’evoluzione positiva della fiducia, i giudizi sulle attese di produzione che risultano in netto miglioramento sia su base trimestrale che annua, mentre gli ordini correnti vengono indicati inferiori alla media del periodo e le scorte di magazzino in lieve accumulo sui livelli normali stagionali.
Settorialmente, emerge dall’indagine Ismea, la maggior parte dei comparti produttivi, nei primi tre mesi dell’anno, ha beneficiato di una congiuntura positiva o in miglioramento, con performance migliori per le industrie delle acque minerali e delle bevande analcoliche, dei gelati, della lavorazione del pesce, del vino, del riso e della pasta, che hanno registrato un livello dell’indice superiore alla media. Di converso, per le industrie dei settori oleario, molitorio e della macellazione delle carni rosse l’indice si è rivelato negativo.
Quanto all’analisi su base territoriale, il clima di fiducia è risultato positivo e in miglioramento in tutte le aree del Paese, ma con gradi d’intensità diversi. L’indice più elevato è stato registrato dalle imprese del Centro, seguite da quelle del Nord Ovest, del Nord Est e del Mezzogiorno. La crescita della fiducia rispetto al trimestre precedente, invece, risulta più marcata nel Nord Ovest (+27,6), meno evidente nel Nord Est (+5,1) e al Centro (+4,8), più debole nel Mezzogiorno (+0,3).
Infine, il focus curato dall’Ismea sulle caratteristiche dell’offerta dell’industria alimentare nel 2014, in termini quanti-qualitativi, ha messo in evidenza uno scenario improntato alla cautela, riconducibile agli elementi di incertezza che ancora permangono nello scenario economico del nostro Paese. Nel dettaglio, l’82% delle imprese intervistate ha dichiarato che quest’anno manterrà invariato il proprio piano di produzione, senza apportare cambiamenti nel livello della manodopera occupata, il 7% ha manifestato la volontà di ridimensionare la produzione e solo il 9% si è espresso in senso contrario, indicando intenzioni di ampliamento.
Sul fronte qualitativo si profilano invece possibili cambiamenti dettati da una buona propensione all’innovazione delle imprese intervistate. Il 23% del campione ha dichiarato di voler realizzare investimenti per innovazioni sia di prodotto sia di processo; un altro 3% solo investimenti per innovazioni di prodotto e un 11% solo per innovazioni di processo.
Focus - Nielsen: “Le vendite nel largo consumo tornano a salire. Ruolo attivo delle promozioni, “faro” per le famiglie italiane
“I primi mesi del 2014 evidenziano il ritorno alla positività per i volumi del largo consumo”. Così Romolo de Camillis, direttore Retail di Nielsen Italia, nel Convegno “Quale futuro per la promozione delle vendite”, organizzato da Nielsen e Università di Parma oggi a Cibus. Considerando l’orizzonte temporale 2008 - primi quattro mesi dell’anno, emerge come dopo i segnali negativi registrati nel 2012 e 2013, il trend del grocery a valore e il volume di vendite a prezzi costanti abbiano cominciato a risalire rispettivamente del +0,8% e +0,3%. De Camillis rimarca come in questi anni il contesto distributivo sia radicalmente cambiato, in particolare per quanto riguarda l’ambito retail che è passato da una fase di sviluppo alla maturità. Una conferma viene dalla scelta strategica di riduzione dell’offerta di superficie da parte di Ipermercati e Supermercati; dopo anni di costante crescita della metratura media - passata dai 10.000 mq del 2007 agli 11.409 del 2014 - la percentuale riscontrata nei primi tre mesi del 2014 è di un calo dello 0,5%. Ai tradizionali ipermercati e supermercati si stanno sempre più affiancando i discount (con una crescita in termini di fatturato del +11,4% nel periodo 2010/2013) e i drug store (+7,8% nel periodo 2010/2013). Gli italiani si confermano un popolo interessato alle promozioni: secondo i dati Nielsen ShopperTrends Italia 2013, la risposta delle famiglie italiane rispetto alla crescita dei prezzi vede al primo posto (55%), come intenzioni dichiarate, la risposta “compro solo l’essenziale e taglio il superfluo”, seguita a brevissima distanza proprio dalla “ricerca attiva di prodotti in promozione” (53%). La decisione di comprare meno in generale si attesta al terzo posto (33%) e al quarto l’indicazione di passare a marchi più economici (22%). In ultimo, la strategia di acquisto in quantità per ottenere prezzi migliori (9%). Considerando i trend legati al ciclo di vita delle promozioni, il periodo 2000-2007 ha visto il largo consumo crescere anche senza queste ultime; nel successivo triennio 2008-2011, al contrario, il largo consumo è cresciuto solo attraverso le promozioni. Negli ultimi due anni di crisi - 2012 e 2013 - le promozioni sono cresciute, a differenza del largo consumo. Per Nielsen, il prossimo futuro confermerà un ruolo attivo delle promozioni che torneranno a far crescere il largo consumo.
Focus - Arriva la polizza assicurativa specifica contro il rischio di credito nell’export alimentare by Atradius
Secondo per importanza nel nostro Paese, il settore dell’alimentazione attraversa una fase di vivace dinamismo. Il mercato interno si caratterizza per un’elevata competitività tra le aziende, da margini contenuti e dalla necessità di ottimizzare i processi di gestione del credito per mantenere una sana gestione del flusso di cassa aziendale. Sul fronte dell’export, gli operatori del settore si presentano con credenziali di eccellenza, pienamente riconosciute dai compratori esteri. Due aziende italiane su cinque operano sui mercati internazionali.
L’export si rivela dunque una carta vincente per gli operatori italiani dell’alimentare. Tuttavia sui mercati internazionali non ci sono garanzie. L’andamento delle economie e l’espansione dei mercati comportano la necessità di affrontare rischi politici e commerciali piuttosto complessi.
Se da un lato l’internazionalizzazione delle imprese italiane avanza, dall’altro e’ importante non sottovalutare i rischi legati al processo di esportazione e ai mancati pagamenti: se i clienti non pagano, o lo fanno in ritardo, si rischia di non ottimizzare i propri flussi finanziari, dato che i crediti commerciali costituiscono in media tra il 20% ed il 40% dell’attivo.
In questo contesto si inserisce la polizza assicurativa sul credito per il settore alimentare presentata da Atradius (www.atradius.it), che, si legge in una nota, “consente di proteggere i bilanci dal rischio di mancato pagamento dei clienti in Italia ed all’estero, e di coprire il fatturato a credito da una serie di rischi aggiuntivi, che vanno dalla copertura di contratti alla copertura degli ordini confermati, ai rischi di natura politica per i crediti all’esportazione. La polizza si integra con una serie di servizi a valore aggiunto, tra cui un servizio di recupero crediti giudiziale e stragiudiziale, i cui costi sono normalmente in carico ad Atradius. Ancora: il servizio di Buyer Rating, che fotografa un’istantanea dell’affidabilità del portafoglio crediti dell’azienda assicurata, sulla base dei rating attribuiti dagli analisti rischi”.
“In questi anni di crisi, il settore agroalimentare italiano ha dato un contributo importante alla tenuta del nostro Paese - commenta Massimo Mancini, Country Manager di Atradisu per l’Italia. Per questo occorre offrire un sostegno efficace alle aziende di tutta la filiera agroalimentare. Sappiamo bene che un’azienda non può crescere con successo, in particolare sui mercati esteri, senza contemplare il comune rischio d’impresa. Per questo - continua Mancini - vogliamo sostenere i nostri clienti riducendo il loro rischio d’impresa, facendoci carico del rischio commerciale delle vendite. Una gestione oculata del rischio può portare ad ottenere risultati straordinari”.
Il Gruppo Atradius fornisce assicurazione del credito commerciale, cauzioni e servizi di recupero crediti a livello mondiale, con una presenza di 160 uffici in 45 Paesi. Con una quota del mercato mondiale dell’assicurazione del credito di circa il 31%, Atradius ha accesso a informazioni commerciali su 100 milioni di imprese nel mondo e delibera ogni giorno oltre 20.000 limiti di credito. I prodotti offerti aiutano a proteggere le imprese nel mondo dai rischi di mancato pagamento dei clienti derivanti dalla vendita di beni e servizi a credito.
Il Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, a Cibus: “qui c’è la realtà dell’alimentare italiano che con Expo 2015 potrà fare un salto di qualità”
“Cibus è la piattaforma fieristica per capire e promuovere la realtà del comparto alimentare italiano ed il progetto strategico per il suo sviluppo. Se useremo bene la leva di Expo 2015 ed il padiglione “Federalimentare4Expo”, le imprese alimentari faranno un grande salto di qualità”: così il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, oggi a Cibus. “Qui tocchiamo con mano il saper fare italiano - ha detto ancora Martina - di imprese nominalmente piccole, ma in realtà giganti per quello che fanno. Qui, oltre il padiglione per le imprese, c’è una filosofia fatta di know how,creatività ed esperienza”.
Focus - Cinque nuove Dop e cinque Igp debuttano a Cibus
Cozza di Scardovari, Miele Varesino, Pecorino di Picinisco, Puzzone di Moena/Spretz Tzaorì, Strachitunt: sono le cinque nuove Dop registrate dall’Unione Europea presentate a Cibus, e riconosciute con l’attestato da parte del Ministro delle Politiche Agricole. Come successo ad altrettante Igp: Maccheroncini di Campofilone, Melone Mantovano, Pasta di Gragnano, Patata dell’Alto Viterbese, Trote del Trentino.
“Queste denominazioni rappresentato tante piccole e grandi realtà - dice Giuseppe Liberatore, Presidente dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche - dietro queste denominazioni non c’è solo il prodotto ma c’è il territorio, la gente, il lavoro, l’economia; sono tanti piccoli distretti che emergono grazie a questo riconoscimento e che li rende riconoscibili in tutto il mondo. L’Italia esprime il massimo dal punto di vista della qualità ma oltre a questo i prodotti a Denominazione significano anche tracciabilità e garanzia per il consumatore, al giorno d’oggi elementi fondamentali non solo per il mercato nazionale ma anche per l’export”.
Focus - Prosciutto di Parma, nel 2013 un giro d’affari 1,5 miliardi. Usa primo mercato estero, ma cresce l’Europa
Il Prosciutto di Parma ha chiuso il 2013 con un giro di affari complessivo di 1,5 miliardi e una produzione di circa 9 milioni, un livello quantitativo ormai stabile da qualche anno. Il principale mercato di sbocco rimane quello italiano, dove viene distribuita il 72% della produzione. All’export, sono andati oltre due milioni e mezzo di prosciutti marchiati con la corona, per un incremento pari al 2% e un fatturato alla produzione di 237 milioni.
Per questa crescita dell’export, il contributo maggiore è arrivato dal mercato europeo (+3%), stabile il mercato extraeuropa (-0,4%). Gli Usa si sono confermati il primo mercato estero con 500.000 pezzi esportati, seguiti da Germania (450.000) e Francia (420.000). Proprio all’estero sono destinate la maggior parte della confezioni pre-affettate: delle 73 milioni vendute lo scorso anno, 56 lo sono state all’estero e 17 milioni in Italia. Per i numeri del Consorzio, invece, le aziende produttrici sono 150. Numeri importanti, per una filiera che parte da 4.199 allevamenti e passa attraverso 130 macelli, con 3.000 addetta alla lavorazione”.
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