Anche l’Italia del vino, da ieri, è entrata nel club dei Paesi capaci di valorizzare la propria ricchezza enoica, con i “I Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”, dove si producono due dei vini più prestigiosi al mondo, Barolo e Barbaesco, diventati ufficialmente Patrimonio Unesco. Per il Belpaese è il sito n. 50, ma è dal 1999 che i nostri vicini puntano forte sui propri territori enoici: la Francia, in quell’anno, riuscì per prima a valorizzare i suoi paesaggi vitivinicoli inserendo Saint Emilion tra i Patrimoni Unesco. Da allora, è iniziata una sorta di gara, e così a Saint Emilion sono seguiti Wachau in Austria, l’Alto Douro in Portogallo, la regione del Tokaj in Ungheria, la Pico Island sempre in Portogallo e il Lavaux in Svizzera.
La notizia, attesa, è stata accolta con gioia e soddisfazione da tutto il mondo del vino, non solo in Piemonte, da dove Pietro Ratti, presidente del Consorzio di tutela Barolo e Barbaresco, commenta: “è il giusto riconoscimento ai vignaioli che hanno preservato le colline di Barolo e Barbaresco con i loro vigneti sapientemente coltivati nel rispetto delle tradizioni e del sapere contadino. Per noi l’Unesco è uno stimolo a continuare a fare bene con ancora maggiore responsabilità al fine di lasciare ai nostri figli questo meraviglioso territorio che ci hanno consegnato i nostri padri”. “Essere inseriti nell’elenco dell’Unesco - commenta Filippo Mobrici, nuovo presidente del Consorzio di tutela del Barbera Vini d’Asti e del Monferrato - vuol, dire riconoscere l’eccezionale valore mondiale del territorio piemontese, della sua storia, della sua identità, della gente che vive qui. È un premio ai contadini, agli uomini e alle donne, che hanno tutelato nei decenni paesaggio e ambiente. È un grande motivo d’orgoglio. Adesso solo una parola: responsabilità”.
Da Roma, il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha sottolineato come si tratti di “un riconoscimento fondamentale per affermare il valore culturale della nostra agricoltura. È la prima volta, infatti, che l’Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo, patrimonio dell’umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale. Un risultato prezioso per il nostro made in Italy perché rafforza il posizionamento a livello di mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro paese. Al tempo stesso l’Unesco ha riconosciuto, con l’iscrizione delle Langhe-Roero e Monferrato nella sua Lista di eccellenza, l’essenzialità dell’agricoltura e degli agricoltori quali sentinelle nella conservazione del paesaggio”.
Per il presidente nazionale della Coldiretti, il piemontese Roberto Moncalvo, “è un atteso riconoscimento al lavoro di intere generazioni di agricoltori che hanno realizzato nel tempo un territorio unico ed inimitabile di una bellezza straordinaria ma capace anche di esprimere produzioni da primato conosciute ed apprezzate in tutto il mondo”. Un successo per il Piemonte e per l’Italia intera, sottolinea la Coldiretti, alla vigilia del semestre di presidenza dell’Unione e dell’Expo “che potrà contribuire alla ripresa di un Paese in cui turismo, cultura e alimentazione rappresentano le leve strategiche determinanti per uscire dalla crisi. Si consolida - continua Moncalvo - il primato mondiale dell’Italia nel turismo enogastronomico che da solo vale 5 miliardi, ed è in continua crescita. Le ricadute positive del riconoscimento potrebbero portare tra l’altro ad una crescita del turismo intorno al 30% nei primi cinque anni sulla base degli effetti sui siti promossi in passato”.
L’Italia, così, rafforza il proprio primato nella World Heritage List, dove in realtà ci sono già diversi territorio in cui la vite, il vino ed il paesaggio vitivinicolo hanno comunque un ruolo importante, dalla Val d’Orcia all’Etna, dalle Cinque Terre alla Costiera Amalfitana. E poi, in attesa di riconoscimento l’Italia ha anche le Colline del Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene, che il prossimo anno verranno giudicate insieme alla candidatura della Francia che, per il 2015, punta forte su Borgogna e Champagne.
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