Lionel Messi perde la partita contro una cantina portoghese. Il fuoriclasse del Barcellona voleva registrare un marchio con il suo nome, “Leo”, per commercializzare una linea di vini prodotta dalla cantina argentina Valentin Bianchi, come già riportato da WineNews, ma anche altre bevande, alcoliche e analcoliche, birre e succhi di frutta. Non aveva, però, fatto i conti, riporta il quotidiano “La Repubblica” con una piccola imprenditrice portoghese, Maria Leonor Pires Freitas Campos, titolare di una cantina a gestione familiare a Setúbal, Ermenegilda Freitas, che già distribuisce un vino con una marca simile, “Leo d’Honor”.
All’inizio (febbraio 2012) sembrava che tutto dovesse filare via liscio senza problemi: Messi registrò il marchio e la sua richiesta venne approvata nel giro di una settimana. Ma a quel punto scese in campo la signora Freitas, con la presentazione di una protesta formale all’Ohim, l’Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno.
Dopo attenta analisi del caso, a giugno dello scorso anno la “divisione reclami” si pronuncia contro il calciatore argentino: seppure non uguali, i marchi sono troppo simili. E poco importa che Messi abbia deciso di sconfinare anche nel campo dei succhi di frutta e bevande di vario genere: c’è comunque il vino in comune con i portoghesi, e due “Leo” all’interno dei confini dell’Unione Europea sono di troppo.
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