Proprio nei giorni in cui si tirano le somme sulla vendemmia 2014, che si è conclusa da poco più di una settimana, 38 marchi e più di 100 cuvée, nella “Giornata Champagne”, organizzata dal Bureau du Champagne in Italia (www.champagne.it), oggi a Firenze nel Palazzo Borghese di Firenze, residenza della sorella (Paolina, ndr) di Napoleone Bonaparte (che aveva origini toscane, ndr), con un evento, riservato ai professionisti, che ha portato i marchi di maison e vigneron della Champagne sul mercato del Belpaese.
Ma torniamo alla vendemmia 2014: “quello delle uve di Champagne, è stato un iter che, quest’anno, tra aprile e luglio, ha fatto registrare tempi di crescita record, ben oltre la media decennale. Exploit in parte rallentato da un agosto freddo e umido, ma riconquistato grazie alla forte escursione termica tra il giorno e la notte, che ha caratterizzato il clima nei giorni precedenti la raccolta. Le forti piogge di agosto hanno provocato un significativo aumento del peso dei grappoli, ma non hanno compromesso in alcun modo la salute delle uve. I vigneti, infatti, hanno permesso di raggiungere l’obiettivo di resa disponibile pari a 10.100 kg, consentendo di selezionare solo le migliori uve raccolte. Infine, i mosti mostrano una buona alcolicità potenziale media, acidità pronunciata e promettenti proprietà sensoriali, suggerendo un buon futuro per la vendemmia di quest’anno, in particolare per lo Chardonnay”. “Le rese per ettaro della vendemmia 2014 sono invariate rispetto a quelle dello scorso anno - spiega a WineNews Thibaut Le Mailloux, direttore comunicazione del Comité Champagne - e si tratta della conferma di una visione di lungo periodo, che privilegia la qualità e non i volumi, nonostante non stia ai vigneron prendere determinate decisioni. Per avere un’idea sull’annata, però, dobbiamo aspettare la degustazione delle basi a gennaio 2015. Guardando al resto del mondo, invece - conclude Le Mailloux - credo che ci siano tanti terroir con grandi potenzialità su cui puntare, a partire da alcune regioni della Cina”.
Ma la “Giornata Champagne” è soprattutto l’occasione per fare il punto sullo stato di salute dell’export, con gli ultimi dati, relativi al primo semestre 2014, che sottolineano come le spedizioni di Champagne hanno registrato un incremento pari all’1,4% sullo stesso periodo del 2013. Per l’Unione Europea, invece, sempre nel primo semestre 2014, l’export è cresciuto dell’8,3% sul primo semestre 2013. Dati incoraggianti, sottolineati anche dallo stesso Le Mailloux: “lo Champagne, nonostante la crisi interna, resiste in Francia, mentre a livello europeo sembra che le cose stiano andando molto bene, ma è ancora presto per arrivare a delle conclusioni, perché la maggior parte delle vendite si fanno negli ultimi 4 mesi dell’anno”.
Sul tavolo, inoltre, la querelle tra Prosecco e Champagne, che, per Le Mailloux, in realtà, “non c’è nessuna querelle, perché si parla di terroir diversi, ce ne sono tanti altri nel mondo, e credo che ci sia spazio per tutti. Noi - continua Le Mailloux - dobbiamo imparare a guardare ai Paesi emergenti, in particolare alla Cina, al Brasile e all’India, dove il gusto per le bollicine si sta ancora formando: in futuro avremo dei consumatori che guarderanno con occhi nuovi al mondo delle bollicine. Peculiare, per noi, è, invece, la situazione della Cina, fuori dalla top 10 dei nostri mercati di riferimento, perché rispetto alla popolazione i consumi sono bassi, e il motivo è prettamente culturale: i cinesi - conclude Le Mailloux - storicamente prediligono i superalcolici e il vino rosso”.
Da ricordare, inoltre, la decisione della Francia di proporre ufficialmente la candidatura di “Coteaux, Maison e Cantine della Champagne” al Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, di cui è atteso il pronunciamento nella riunione annuale del Comitato Unesco, che andrà in scena nell’estate 2015.
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