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Anche le aste Geraldini & Romani si sono spostate verso Oriente: prossima tappa, Hong Kong, il 2 novembre, con il top delle etichette del Belpaese protagoniste delle aste enoiche internazionali, dal Masseto al Sassicaia, passando per l’Ornellaia

Anche le aste enoiche di Geraldini & Romani, prima casa d’aste specializzata in vini italiani, da qualche tempo, si sono spostate verso Oriente, ad Hong Kong, centro nevralgico delle vendite all’incanto delle migliori bottiglie del mondo, incluse le etichette top del Belpaese che, anche grazie alla casa d’aste italiana, dal 2011, si sono fatte conoscere, tra degustazioni ed eventi enogastronomici ad hoc, nelle maggiori città della Cina. Il prossimo appuntamento, culmine di un altro road show in salsa cinese, che farà tappa a Shenzen e Qingdao, con i vini della Tenuta dell’Ornellaia, Chaozhou con i vini de Le Macchiole, e Guangzhou, con una selezione dei Grand Cru d’Italia (la classificazione dei 30 vini top secondo Geraldini & Romani, ndr), andrà in scena il 2 novembre, al ristorante italiano Giando, dello Chef Gianni Caprioli, uno dei punti di riferimento della gastronomia tricolore di Hong Kong. Sotto il martello finiranno 963 lotti, fra bottiglie e grandi formati, prevalentemente vini italiani, ma ci sarà spazio anche per il resto del mondo, soprattutto per la Francia, senza dimenticare Spagna, California e Australia.
Il tema è “The Collector’s Auction”, perché il fil rouge del catalogo è rappresentato da 6 collezioni private italiane (tra cui spicca, come segnalano Gelardini & Romani in una nota, le bottiglie di “Ornellaia - Collezione del Fondatore, “una parte delle bottiglie di Ornellaia che il Marchese Lodovico Antinori trattenne per se nel 1997 quando cedette la proprietà della Tenuta, tutte in casse firmate personalmente dal Marchese”) che, ad Hong Kong, non si limiteranno a portare Super Tuscan e grandi vini di Piemonte e Toscana, ma anche etichette di Regioni meno conosciute, dall’Abruzzo alla Campania: un segnale di come, ormai, anche in Asia la cultura per l’enogastronomia italiana stia diventando sempre più profonda e solida.
Tra i lotti top del Belpaese, le tre bottiglie di Sassicaia 1985, quotate 2.270 euro, stessa cifra cui è valutata la Imperiale (6 litri) di Sassicaia 1998. Attesa anche per i lotti di Masseto: su tutti, la magnum del 1997, quotata 800 euro, e le sei bottiglie di 2001, valutate 3.000 euro. Altra protagonista, come sempre, l’Ornellaia, tra i cui lotti spiccano le dodici bottiglie del 1988, quotate 1.800 euro. Restando in Toscana, da segnalare sicuramente i tanti lotti di diverse annate di Solaia, ma anche di Tignanello, di Brunello Riserva Biondi Santi e di Paleo Le Macchiole. Anche il Piemonte è ben rappresentato, specie con le bottiglie di Gaja, dal Barbaresco al Barolo, Conterno e Giacosa, senza dimenticare il Veneto, con Quintarelli, Allegrini e Dal Forno.
Se a guidare, in termini numerici, è senza dubbio l’Italia, folta è anche la rappresentanza francese, con il meglio di ogni terroir. Da Bordeaux, spiccano le due bottiglie di Château Margaux 2000 (850 euro), le sei bottiglie di Château Lafite Rothschild 2002 (1.700 euro), la verticale (dal 1969 al 1978) di Château Mouton Rothschild (1.600 euro), le 6 bottiglie di Château Latour 2006 (1.900 euro) e le dodici bottiglie di Château Haut-Brion 2002 (1.900 euro). Dalla Borgogna, il re mondiale delle aste, Romanée-Conti, è presente con diversi lotti: su tutti, la magnum di Romanée-Conti, Domaine de la Romanée-Conti 2003, top lot assoluto, con una valutazione di 12.000 euro, la stessa della magnum di Romanée-Conti, Domaine de la Romanée-Conti 2006. Tra gli Champagne, svettano la magnum di Collection Krug 1979 (1.400 euro) e le doppie Magnum di Dom Pérignon Moët & Chandon 1995 (1.500 euro).
Info: www.grwineauction.com

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