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Da Santiago de Compostela a Roma e poi Gerusalemme, non viaggiavano solo i pellegrini, ma anche i frutti che portavano con sé: come i vitigni. Da Spagna, lungo la Via Francigena, è arrivato in Italia il Tempranillo, che ha trovato dimora in Toscana

In pellegrinaggio da Santiago de Compostela verso Roma e poi Gerusalemme, portando con sé i frutti più preziosi della propria terra e della propria identità culturale. Tra questi i semi della vigna. E’ arrivato così in Toscana il Tempranillo, un vitigno spagnolo la cui migrazione è stata verificata da accurati studi del produttore Leonardo Beconcini su dei cloni delle vigne di famiglia, in collaborazione con l’Università Agraria di Milano e con l’Istituto Sperimentale di Selvicoltura di Arezzo. La ricerca ha accertato che i misteriosi cloni presenti nei vigneti dell’azienda Pietro Beconcini erano di Tempranillo, e, grazie a questa scoperta, con il Decreto 2754 del 12 giugno 2009, è stato iscritto all’Albo toscano.
“L’azienda - spiega Beconcini - sorge a poche centinaia di metri da una zona archeologica di posta romana ed in prossimità di Ponte ad Elsa. Si presuppone dunque che il luogo fosse un transito da secoli dei fedeli e che sia stato utilizzato come una delle direttrici per Roma della Via Francigena”. Inoltre, la zona di San Miniato, ed in particolare Ponte ad Elsa era nella direttrice che tagliava da Altopascio, nota sede di un ospedale e centro di accoglienza dei pellegrini.
“Si ipotizza che famiglie di pellegrini spagnoli - continua il viticoltore - possano aver portato semi di vite Tempranillo e abbiano diffuso questa pianta nelle vicinanze di San Miniato, seminandola appunto, come era usanza dell’epoca”. Leonardo Beconcini ha creduto nelle potenzialità di questo vitigno forestiero, e lo ha coltivato a San Miniato.
Dalla prima annata prodotta sono ormai passati dieci anni e per festeggiare il primo decennale, n ei giorni scorsi a Firenze, è andata in scena una gara cromatica tra due eccellenze del territorio, il tartufo bianco di San Miniato e i calici carichi di colore del Tempranillo. A sposare “il bianco e il nero” la cucina stellata dello chef Marco Stabile, dell’Ora d’Aria di Firenze, che ha preparato un menu a misura delle otto annate in degustazione di “Vigna alle Nicchie”.
Info: www.pietrobeconcini.com

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