É una corsa contro il tempo quella che aziende e consorzi del vino italiano stanno affrontando, in questi giorni, per presentare i progetti di promozione nei Paesi Terzi a valere sui fondi regionali dell’Ocm vino, che, complessivamente, ammontano ad oltre 70 milioni di euro. Un po’ perchè il bando nazionale che fa da riferimento anche a quelli delle Regioni è uscito più tardi del solito (il decreto del Ministero delle Politiche Agricole è del 22 maggio), un po’ perché alcune Regioni importanti, Veneto e Piemonte in testa (insieme, nel 2014, hanno esportato vino per oltre 2,3 miliardi di euro, poco meno della metà dei 5,1 miliardi del totale Italia) non hanno ancora pubblicato i propri bandi, forse anche rallentati, in questo processo, dallo svolgersi delle elezioni Regionali. Le scadenze per presentare i progetti, in linea di massima, sono concentrate tra la fine di giugno ed i primissimi giorni di luglio.
Ad ogni modo, la novità più importante, dovuta in parte anche alla non disponibilità dei fondi gesti a livello nazionale (30 milioni di euro) già impegnati per finanziare le annualità di progetti pluriennali già in atto, è l’apertura di molte Regioni (pubblicati tra gli alti i bandi di Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia), seppur con vincoli stretti e tetti di spesa non altissimi, ai progetti multiregionali, una delle voci più discusse e meno utilizzate delle campagne passate.
A partire da un’altra big dell’export enoico made in Italy, la Toscana, “che, nel suo bando, appena pubblicato - spiega a WineNews Silvana Ballotta, ceo dello studio specializzato Business Strategies, www.bsnstrategies.com - dopo anni di chiusura, ha aperto a questo tipo di progetti, stanziando un budget di 1 milione di euro per quelli in cui sarà capofila, e 500.000 euro per gli altri. È, forse, la novità più importante, ad oggi, di questa campagna Ocm. Anche se, tanto in Toscana, che, tra le altre cose, ha riservato 2 milioni di euro del suo budget totale ai progetti presentati dai soli Consorzi di tutela, come in altre Regioni, la tendenza generale è quella di privilegiare, nei punteggi, le aziende più piccole e le loro aggregazioni, quelle che non hai mai beneficiato di Ocm o che vanno in Paesi nuovi, e di finanziare più progetti ma con tetti di spesa più bassi che in passato. E questo, se da un lato accontenterà più realtà, rischia di ridimensionare l’efficacia dei progetti stessi, la loro ricaduta a lungo termine sui mercati. Un aspetto su cui riflettere e che andrà monitorato e valutato. In ogni caso, è evidente come, in ogni bando, sia richiesto un elevato livello di qualità e di dettaglio nella presentazione dei progetti”.
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