
Montefalco, uno dei territori più prestigiosi del vino italiano grazie al suo Sagrantino, si prepara ad un matrimonio di spettacoli “aerei” e cultura “terrena”, ma di alto livello, nel fil rouge del suo grande nettare rosso, recuperato e rilanciato dalla griffe Caprai. Dal 19 luglio al 2 agosto, nei cieli sopra i vigneti e lungo la Strada del Sagrantino, sarà di scena la prima “Sagrantino International Challenge Cup”, che chiamerà a raccolta oltre 25 equipaggi di mongolfiera da tutto il mondo, con gare e tour a partire dal “Parco Acquarosa”, organizzata con Agpim, Associazione Gran Premio Italiano Mongolfieristico. E, sempre dal 19 luglio al 30 dicembre, a Montefalco, sarà visitabile anche la mostra “Benozzo Gozzoli. La Madonna della Cintola”, curata da Antonio Paolucci, direttore Musei Vaticani (che è valsa alla città anche la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella), e che vedrà il capolavoro del pittore di origine fiorentina ma molto legato all'Umbria e a Montefalco, e allievo di Beato Angelico, tornare “a casa” dopo 167 anni, nel Museo Civico di Montefalco.
Dipinto nel 1450-52 a Montefalco da Gozzoli, infatti, l’affresco fu donato, nel 1848, a Papa Pio IX che concesse a Montefalco il titolo di “città”. Opera che è stata restaurata con uno straordinario lavoro eseguito dai laboratori dei Musei Vaticani, anche grazie ai fondi raccolti dal protocollo d’intesa siglato tra il Comune di Montefalco, Consorzio di tutela dei Vini di Montefalco, Sistema Museo e il Club dei Lions di Foligno. E non è la prima volta che il tessuto economico del Sagrantino di Montefalco si veste da “mecenate” del suo territorio, visto che è stato tra i protagonisti del riacquisto, all’asta, di uno dei documenti e attestati di stima più antichi e prestigiosi per la città, firmato dallo stesso Benozzo Gozzoli, che tra le innumerevoli opere nelle chiese e nei palazzi più importanti dell’epoca a Roma, Firenze e San Gimignano, per esempio, realizzò gli affreschi della Chiesa di San Francesco e del Convento di Santa Chiara, nelle cittadina umbra.
Nel 1452, Gozzoli, inviò una lettera al signore Brancacci Fiorentino di Firenze, in cui rifiutava l’ingaggio proposto dalla famiglia toscana, tra le più potenti dell’epoca, per completare l’opera iniziata a Montefalco. Territorio che oggi, anche per grande merito del suo vino principe, il Sagrantino, vive di grande cultura.
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