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La Norvegia ama il vino italiano. Così tanto che l’Italia è il primo Paese esportatore e l’unico, con gli Usa, a registrare una crescita dei volumi: dai 14 milioni di litri del 2010 agli attuali 17 milioni. Così una ricerca dell’Università di Torino

La Norvegia ama il vino italiano. Così tanto che l’Italia è il primo Paese esportatore e l’unico, insieme agli Usa, a registrare una crescita dei volumi venduti: si è passati dai 14 milioni di litri del 2010 agli attuali 17 milioni, con un +23,8%. Tutti gli altri competitors perdono quote di mercato: Spagna (-13%), Francia (-22,9%), Cile (-0,3%) e Australia (-41,6%). Cresce in parallelo il fatturato: il giro di affari del vino rosso italiano è stato di 337 milioni di euro nel 2014 (+35,2%), sui 249 milioni nel 2010. Emerge da una ricerca condotta dal Disafa - Università di Torino, coordinata dal Consorzio I Vini del Piemonte (www.ivinidelpiemonte.it) e supportata dalla Banca d’Alba e della Regione Piemonte, di scena ad Alba, nel seminario “La Norvegia: un mercato straordinario per i vini rossi piemontesi”.
Presente anche l’ambasciatore italiano in Norvegia Giorgio Novello: “l’Italia è al primo posto nella vendita di vino rosso con una fetta di mercato del 40%, nonostante le difficoltà imposte dal Monopolio - dice l’ambasciatore - nel 1988 l’Italia vendeva il 5%, i francesi oltre il 50%. Oggi la situazione è capovolta. Vale la pena investire in Norvegia? Per me sì: il mercato è medio, per dimensioni, ma molto ricco. I norvegesi sono solo 5,2 milioni, ma a ricchezza pro capite sono secondi solo al Lussemburgo”. In Norvegia il reddito pro capite è attorno ai 90.000 euro all’anno: “il triplo del nostro - precisa Novello - e le esportazioni crescono, così come crescono i consumi di vino. I norvegesi sono affidabili e pagano. Le tasse sono molto alte, ma colpiscono di più i vini base. Affermarsi in Norvegia, vuol dire avere la possibilità di affermarsi anche nel Paesi vicini: Danimarca, Finlandia e Islanda”.
“Sul mercato norvegese sono presenti 2.440 etichette di rossi italiani - spiegano i ricercatori universitari Stefano Massaglia e Alessio Marco Lazzari - e 6.023 di rossi mondiali. Tra gli italiani, spicca il Piemonte con 838 etichette. I bag in box rappresentano ancora il 60% del mercato. L’Italia vende in Norvegia bag in box per 162 milioni di euro, registrando in cinque anni un più 39,9%, e quasi 10 milioni di bottiglie (+20%) pari a un valore di 174 milioni di euro (+32,9%). In media una bottiglia italiana di vino costa 23 euro. I francesi sono meglio piazzati, subito dietro gli italiani”.
Nella classifica delle principali Regioni esportatrici, tra le prime venti, si classificano sei italiane: il Veneto è al primo posto con 6,3 milioni di litri (+117%) e 130 milioni di euro di fatturato. Seguono la Puglia (4,1 milioni di litri e 70 milioni di euro), il Piemonte (2,6 milioni di litri e 56 milioni di euro +28,2%), la Toscana (1,9 milioni di litri e 38,3 milioni di euro, +17,2%). L’Abruzzo è al 12esimo posto (1,5 milioni di litri e 25,9 milioni di euro) e la Sicilia al ventesimo con 356.000 litri e 7,3 milioni di euro (+25,2%). Le tre principali denominazioni italiane sono, Valpolicella (2,8 milioni di litri e 63 milioni di euro), Salento (2,3 milioni di litri e 33,2 milioni di euro) e Piemonte Barbera (1 milione di litri e 17,4 milioni di euro). Seguono Barbera d’Alba, Amarone, Chianti, Barbera d’Asti, Langhe, Bardolino, Barolo, Montepulciano d’Abruzzo, Barbaresco, Gattinara, Brunello di Montalcino e Dolcetto d’Alba. Il vino più caro, però è francese, lo Chambertin, venduto a un prezzo medio di 221 euro a bottiglia. Mentre tra gli italiani, vince l’Amarone, venduto mediamente a 71,15 euro, seguito dal Recioto di Valpolicella a 66,86 euro, dal Lessona a 65,13 euro, dal Brunello di Montalcino a 64,60 euro e dal Barolo a 63,76
Daniele Manzone e Andrea Faccio, direttore e presidente del Consorzio I Vini del Piemonte, sottolineano “l’ottima performance del vino piemontese sul mercato norvegese. Il Piemonte è di moda in Norvegia e ci sono altri spazi. Occorre fare azioni di pr con giornalisti, sommelier e ristoratori, oltre a posizionare meglio i nostri vini sui prezzi considerando anche che è mercato orientato alla qualità e all’eccellenza”. I norvegesi bevono vini italiani, ma non è l’unica buona notizia: “ora vogliono vedere l’Italia. Quest’anno si calcola siano stati oltre 400.000 i norvegesi venuti a fare le vacanze in Italia. Ed è un turismo destinato a crescere”.

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