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250 miliardi di euro, il 15% del Pil nazionale italiano, export che viaggia verso il record di 36 miliardi di euro nel 2015, il lavoro che cresce e tanti primati: ecco la “Giornata dell'agricoltura” di Coldiretti ad Expo, con il premier Matteo Renzi

Non Solo Vino
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo

Un settore agroalimentare che vale il 15% del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro di fatturato, alimentato da 1,6 milioni di aziende agricole, con tanti primati importanti (dalla redditività per ettaro alla sicurezza alimentare fino alla sostenibilità), e con un export che, anche grazie all’effetto Expo, viaggia verso un record 2015 a 36 miliardi di euro, a +10% sul 2014. Ecco in estrema sintesi, il quadro del settore tracciato da Coldiretti nella “Giornata dell’Agricoltura Italiana”, di scena oggi ad Expo, alla presenza, tra gli altri, del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

“L’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa - dice Coldiretti - con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati come avviene in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea”.

“L’Italia è l’unico Paese - sottolinea la Coldiretti - che può vantare 272 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) superiori a quelle registrate dalla Francia, oltre 20.000 agriturismi, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%). Ma l’Italia è anche il Paese con le regole produttive più rigorose nelle caratteristiche dei prodotti alimentari, dal divieto di produrre pasta con grano tenero a quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino che non valgono in altri Paesi dell’Unione Europea, dove si assiste ad un crescendo di diktat alimentari finalizzati a surrogati, sottoprodotti e aromi vari che snaturano l’identità degli alimenti”.

E sul territorio nazionale c’è anche il maggior numero di agricoltori biologici a livello europeo. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Sinab, il nostro Paese conta 49.070 imprese biologiche, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente, mentre cresce anche la superficie coltivata, salita a quasi 1,4 milioni di ettari (+5%). Le aziende bio italiane sono il 17% di quelle europee, una percentuale che ci rende campioni continentali del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell’Ue) e Polonia (25.944, 10% di quelle europee).

“Il modello produttivo dell’agricoltura italiana è campione anche nella produzione di valore aggiunto. Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal settore è - sottolinea la Coldiretti - più del doppio della media Ue a 27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Non solo: siamo i primi anche in termini di occupazione, con 7,3 addetti% ettari a fronte di una media Ue di 6,6 (elaborazione su dati Commissione Europea)”.

Ma è un settore che vede anche un forte tasso di innovatività delle imprese, con una su tre che, negli ultimi 10 anni, ha mostrato una forte tendenza alla multifunzionalità, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo ma anche le attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

“Il successo dell’agricoltura italiana sta nella sua sostenibilità e nella sua bellezza che derivano da straordinarie qualità, varietà, distintività e articolazione sul territorio che non hanno uguali al mondo”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un risultato che è figlio di cura, di equilibrio, di tradizione e di innovazione, di buon lavoro, di rispetto, i quali rendono il ,ade in Italy a tavola esclusivo, quindi ‘prezioso’ e quindi vendibile su tutti i mercati della terra. Se siamo ai vertici mondiali per la produzione biologica - ha continuato Moncalvo - se progressivamente abbiamo scalato addirittura il ranking nella produzione di “caviale”, se la nostra rete di mercati in vendita diretta è la più estesa in Europa, se l’agricoltura giovane italiana è la più numerosa e più innovativa d’Europa, se i nostri formaggi e i nostri vini sono i più ricercati (e imitati) è perché in questi anni abbiamo costantemente “mantenuto” e “innovato” per garantire competitività al settore agroalimentare”.

Che, va sottolineato, è cresciuto negli anni soprattutto grazie all’export, che nel 2015 sembra destinato ad un nuovo record storico, quello dei 36 miliardi di euro in valore.

“Nei primi sei mesi dell’anno l’export agroalimentare è cresciuto dell’8%, sotto la spinta dell’Expo, ponendo le basi per raggiungere a fine 2015 la storica cifra di 36 miliardi di euro. A determinare il forte balzo in avanti - sottolinea la Coldiretti - sono stati proprio i primi due mesi dell’esposizione universale, con una crescita salita al 10% nel bimestre maggio giugno, di tre punti percentuali superiore a quella registrata nel quadrimestre che ha preceduto Expo (da gennaio ad aprile)”.
I due terzi delle esportazioni interessano i Paesi dell’Unione Europea con una crescita del 5%, ma il made in Italy a tavola fa registrare un vero e proprio boom soprattutto negli Stati Uniti con un +28%, in Cina (+18%) e nei mercati asiatici in generale (+24%), anche se il miglior risultato è quello che viene dall’Oceania, con un +29%, pur se l’importo è contenuto. Solo in Russia l’export si è quasi dimezzato, per effetto dell’embargo.

Crescono tutti i principali settori del Made in Italy, con il prodotto più esportato in valore che si conferma il vino (2,5 miliardi in sei mesi e una crescita del 7%) davanti all’ortofrutta fresca (+9%) e all’olio che fa segnare un +11%. Aumentano pure la pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con un +8% e i formaggi (+2%).

“Analizzando le performance dei prodotti nei singoli Stati si scoprono aspetti sorprendenti - evidenzia Coldiretti – a partire del successo del vino tricolore in casa degli altri principali produttori, con gli acquisti che crescono in Francia (+8%), Stati Uniti (+19%), Australia (+5%), Spagna (+4%) e nel Cile (+63%). Ma va sottolineato che nel Paese transalpino, patria dello Champagne, lo spumante tricolore fa addirittura segnare un incremento in doppia cifra, con un +24%. Va forte anche la birra che conquista i paesi nordici, dalla Germania (+37%), alla Svezia (+5%), fino ai pub della Gran Bretagna (+3%). Oltre al vino, i francesi gradiscono anche il formaggio italiano, le cui vendite sono cresciute del 2%, ma i latticini nostrani vanno forte anche in Cina (+39%). Nel gigante asiatico, che alcuni vorrebbero come inventore degli spaghetti, trionfa anche la pasta che registra un +34%”.

“Il record fatto registrare dall’export - aggiunge ancora Moncalvo - è il frutto del lavoro di un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che rende l’Italia competitiva anche all’interno dei processi di mondializzazione dell’economia e delle idee. Per tutti noi conta dunque che il nostro Primo Ministro, in visita da Obama, porti una bottiglia di vino. È un gesto che non dimenticheremo perché ovunque all’estero ci sia un prodotto che nasce dalle nostre campagne, per noi c’è un pezzo di Italia che ci rappresenta. E un impatto positivo - aggiunge Moncalvo - ci attendiamo dalla vittoria delle nostre tenniste agli US Open alle quali il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha voluto giustamente rendere omaggio”.

Tuttavia non ci si può sedere sugli allori. “Occorre - rileva la Coldiretti - che questo patrimonio sia difeso, portando sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dando completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. L’andamento sui mercati internazionali potrebbe, infatti, ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. In quest’ottica è particolarmente significativo per la Coldiretti il piano per l’export annunciato dal Governo italiano che prevede, per la prima volta, azioni di contrasto all’italian sounding a livello internazionale”.

“Siamo grati al premier Matteo Renzi che ha voluto mettere a disposizione 260 milioni per rilanciare l’export alimentare e combattere le imitazioni”, ha concluso il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “anche se, come ha osservato il primo Ministro, sono ancora poca cosa, servono a sconfiggere il pessimismo e allontanano l’inerzia di ieri”.

Focus - Coldiretti: “i primati dell’agricoltura italiana”

Il settore agroalimentare rappresenta il 15% del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro di fatturato, alimentato da 1,6 milioni di aziende agricole.

Il modello produttivo dell’agricoltura italiana è campione nella produzione di valore aggiunto. Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal settore è - sottolinea la Coldiretti - più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Non solo: siamo i primi anche in termini di occupazione, con 7,3 addetti% ettari a fronte di una media Ue di 6,6 (elaborazione su dati Commissione Europea).

L’Italia è il Paese più forte al mondo per prodotti ‘distintivi’ con 272 prodotti Dop e Igp e 4.886 specialità tradizionali regionali che salvaguardano la biodiversità e difendono la tradizione.

L’Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale. Siamo il paese - rileva la Coldiretti - con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%).

L’agricoltura italiana è tra le più sostenibili. Con 814 tonnellate per ogni milione di euro prodotto dal settore, non solo l’agricoltura italiana emette il 35% di gas serra in meno della media Ue, ma fa decisamente meglio di Spagna (il 12% in meno), Francia (35%), Germania (39%) e Regno Unito (il 58% di gas serra in meno).

L’Italia è il primo paese europeo per numero di agricoltori biologici. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Sinab, il nostro paese conta 49.070 imprese biologiche, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente, mentre cresce anche la superficie coltivata, salita a quasi 1,4 milioni di ettari (+5%). Le aziende bio italiane sono il 17% di quelle europee, una percentuale che ci rende campioni europei del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell’Ue) e Polonia (25.944, 10% di quelle europee).

L’Italia dispone della più ampia rete di fattorie e mercati degli agricoltori in vendita diretta a chilometri zero che abbatte l’inquinamento determinato dai trasporti con quasi diecimila riferimenti della rete di Campagna Amica (scarica la App farmersforyou).

Focus - Lavoro: Coldiretti, balzo record assunti in agricoltura al sud (+11%)

È l’agricoltura del Mezzogiorno a far segnare il maggior tasso di crescita nelle assunzioni nel 2015 con un aumento record del 11% dei lavoratori dipendenti che sale addirittura al 31% se si considerano le sole donne. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat sul secondo trimestre dell’anno, nella “Giornata dell’Agricoltura italiana ad Expo”.

“A livello generale - rileva Coldiretti - gli occupati dipendenti nelle campagne italiane aumentano del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il quintuplo rispetto alla media italiana. A trainare la crescita è il risultato fatto registrare nel Mezzogiorno, con un balzo in avanti dell’11%, ma anche l’aumento delle lavoratrici nei campi, considerato l’incremento del 10% delle assunzioni di donne in agricoltura registrato nello spazio di dodici mesi, contro una crescita del 3% dei lavoratori maschi. Un trend che si accompagna alla crescita dell’agricoltura rosa, con quasi una azienda su tre (28,9%) che è oggi a conduzione femminile, con un impatto importante sul profondo rinnovamento del settore. Tra gli occupati, dipendenti e indipendenti è boom anche tra i giovani sotto i 35 anni, con un incremento del 10% che sale al 21% se si considerano i soli giovani del Sud. La dimostrazione del fatto che l’agricoltura è oggi capace di offrire prospettive di lavoro sia a chi vuole intraprendere con idee innovative sia a chi vuole trovare una occupazione anche temporanea. Basti ricordare che - evidenzia la Coldiretti - più di due giovani italiani su tre (68%) sognano di lavorare d’estate in campagna, partecipando alla raccolta della frutta o alla vendemmia, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè”.

“Ma la crescita degli occupati dipendenti regolari nel Mezzogiorno rappresenta anche il miglior antidoto contro il problema del caporalato, che colpisce spesso la componente più debole dei lavoratori agricoli. Serve - sottolinea il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute ed il lavoro, con una equa distribuzione del valore. E questo non è possibile se i pomodori nei campi sono sottopagati a 8 centesimi al chilo e le arance ancora di meno. Su questo sta lavorando l’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare guidato da Gian Carlo Caselli che la Coldiretti ha promosso e sostenuto. Le stesse iniziative annunciate dal Governo per debellare il fenomeno - precisa Moncalvo - sono un vero punto di svolta insieme all’impegno avviato con la rete del lavoro agricolo di qualità”.

“Le campagne possono offrire prospettive di lavoro - continua il presidente di Coldiretti - sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea ed è anche per questo che noi non possiamo tollerare oltre, forme di lavoro, come il caporalato, che fanno retrocedere il Paese agli inizi del 900 e poco importa quanto siano isolate, contro quel tipo di sfruttamento si sono battuti i nostri bisnonni e i nostri nonni, portando a casa conquiste di civiltà del lavoro che sono diventate universali”.

Una necessità per tutelare la componente più sana dell’imprenditoria che rappresenta la stragrande maggioranza, come dimostra l’“esercito” di 322.000 occupati stranieri assunti regolarmente che assicurano la sopravvivenza di molti distretti produttivi di eccellenza del Made in Italy, dalle stalle del nord dove si munge il latte per il Parmigiano Reggiano alla raccolta delle mele della Val di Non, dal pomodoro del meridione alle grandi uve del Piemonte. Oggi sono immigrati quasi un quarto dei lavoratori regolari nelle campagne italiane.

“Ma il rilancio del Sud passa anche - sottolinea Coldiretti - dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse inutilizzate del Meridione, o meglio il “Capitale inagito”, come lo ha definito l’ultimo Rapporto Censis sulla situazione del Paese. E Coldiretti ha presentato una serie di progetti che sta sviluppando insieme ai principali gruppi industriali e bancari d’Italia. Progetti che realizzano nuovi e moderni strumenti di gestione delle relazioni contrattuali lungo le filiere, che vogliono rappresentare un modello di coimprenditorialità, di sostenibilità economica, ambientale e del lavoro, dove al produttore agricolo è assicurata la giusta remunerazione, così come al lavoratore, nel rispetto dell’ambiente e del consumatore. Partendo per ora dalle filiere dell’olio d’oliva, della carne bovina e suina, del grano duro, del tabacco si stanno costruendo accordi di filiera e di coimprenditorialità per riorganizzarle e renderle motore di sviluppo nel Sud Italia e di nuove opportunità per i tanti giovani del Sud che sono rimasti nei loro paesi, ma anche per coloro che sono stati costretti ad abbandonarli. I progetti agiranno su tutti gli aspetti economici a disposizione dei territori e degli agricoltori, dalla fornitura di mezzi tecnici per la produzione e la gestione del rischio attraverso la riorganizzazione dei Consorzi Agrari, il supporto all’export agro-alimentare per mezzo di FAI international, un migliore accesso al credito con CreditAgri Italia, sino al recupero dei siti inquinati destinandoli a produzioni no food.

“Con questi progetti contiamo di accelerare un processo di crescita per l’agricoltura del Sud, di cui si vedono già alcuni segni”, ha concluso il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la ri-partenza nel sud e nelle isole, non ha i caratteri (come è accaduto in passato) dell’assistenza o dell’intervento statale, ma si nutre di Sud stesso, di impresa spesso giovane e vocata all’internazionalità”.



Focus - Il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “agricoltura capace di reagire alla crisi economica”

“L’agricoltura italiana, con la qualità e la affidabilità dei suoi prodotti, rappresenta un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Il comparto, caratterizzato da una forte presenza di piccole e medie imprese, è stato capace di reagire alla crisi economica e sta registrando negli ultimi mesi un significativo aumento delle esportazioni, nonostante le difficoltà in alcuni importanti mercati di sbocco”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nella Giornata dell’Agricoltura italiana ad Expo. “Rivolgo un cordiale saluto – si legge nel messaggio - a Lei, Presidente Moncalvo, alle autorità convenute e a tutti i partecipanti alla convention Coldiretti, che quest’anno si tiene a Milano, presso l’esposizione universale, dove l’associazione è presente da protagonista, fornendo il suo prezioso contributo al successo della manifestazione.

Desidero in particolare esprimere il mio apprezzamento per l’organizzazione del padiglione dedicato agli agricoltori italiani che vuole raccontare nella sua complessità e varietà il lavoro nelle campagne. Qui le secolari tradizioni si uniscono oggi indissolubilmente ad una forte spinta innovativa a salvaguardia di un patrimonio inestimabile di cultura e tutela dell’ambiente rurale, segni distintivi della nostra identità nazionale.

In questo scenario, nel quale emergono incoraggianti segnali di ripresa, il settore lascia intravedere ulteriori opportunità di sviluppo in termini imprenditoriali e occupazionali anche nel Mezzogiorno. Lo slancio creativo dei giovani e delle donne è in questo senso determinante. Le nuove forme di conduzione e organizzazione multifunzionale dell’azienda agricola sono tra i risultati positivi di una realtà che ha saputo evolversi anche grazie al contributo della ricerca scientifica e dell’apporto di diverse professionalità. In questa direzione si muove anche la recente legge sull’agricoltura sociale. Un provvedimento importante soprattutto per tutti quei giovani imprenditori e cooperatori sociali che, attraverso l’attività agricola, aiutano le persone svantaggiate e in difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, offrendo loro sostegno e opportunità concrete di riabilitazione, nell’ambito di un progetto di solidarietà e inclusione sociale. La Coldiretti attore sociale, da ormai settant’anni, della trasformazione ed ammodernamento delle nostre campagne, svolge un’indispensabile attività di raccordo tra le imprese agricole e le istituzioni, per farsi portatrice delle istanze e delle aspettative degli operatori del settore, a tutela dei prodotti Made in Italy contro ogni forma di contraffazione e a difesa della dignità del lavoro. A questo proposito desidero esprimere il mio convinto sostegno alla Confederazione per l’impegno nella lotta contro il lavoro nero e il caporalato, fenomeni dolorosi ed inaccettabili di illegalità che colpiscono soprattutto le categorie più vulnerabili, donne, giovani e i cittadini stranieri. Gli ultimi tragici eventi che hanno sconvolto la coscienza civile dell’Italia, hanno fatto emergere in modo chiaro ed evidente le dimensioni drammatiche di una piaga sociale che deve essere eradicata definitivamente con coraggio e assoluta determinazione, con il concorso di tutte le forze sociali. Le iniziative legislative annunciate in questi giorni per reprimere questa odiosa pratica di sfruttamento rappresentano una risposta dovuta che spero potrà dare al più presto risultati positivi.Con questo spirito, giunga il mio personale augurio di buon lavoro a tutti i partecipanti alla riunione e a tutti gli agricoltori italiani che svolgono la loro attività con passione, dedizione, amore per la terra e per i suoi frutti. A loro va il mio particolare riconoscimento per il ruolo fondamentale a favore della crescita e dello sviluppo sostenibile ed equilibrato del nostro Paese”.

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