L’export continua a sorridere al vino di Borgogna: come raccontano i numeri del Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne (Bivb), ripresi dal portale francese “Vitisphere” (www.vitisphere.com), sui primi 7 mesi 2015, il valore delle spedizioni è cresciuto del 5%, pari a 20,6 milioni di euro. Diverso l’andamento in termini di volumi, con le vendite in calo del 3,8%, dalle 46 milioni di bottiglie dello stesso periodo del 2014 alle attuali 44,4 milioni di bottiglie: nulla di cui preoccuparsi, la spiegazione sta esclusivamente nella “mancanza di vino - come ha spiegato il co-presidente Bivb Claude Chevalier - in un mercato che continua a crescere”.
Le differenze tra i diversi mercati, però, sono enormi: da una parte, ci sono Paesi come Stati Uniti, Canada, Cina, Hong Kong, Taiwan, Singapore e Thailandia, che continuano a crescere; dall’altra, gli europei, Belgio, Germania, Olanda, in evidente calo, perché “legati maggiormente - come racconta l’altro co-presidente Bivb, Louis-Fabrice Latour - alle vendite in gdo, molto più suscettibili alle dinamiche di prezzo, ma siamo sicuri che con la commercializzazione dell’annata 2014, molto più abbondante delle precedenti, i prezzi torneranno concorrenziali, e le vendite recupereranno anche in Europa, mentre in Usa ed Asia siamo convinti di continuare a crescere sensibilmente”.
Per il fronte interno, l’analisi è più complessa, e riguarda il dato complessivo del 2014: sul circuito tradizionale, che rappresenta il 27% delle vendite, c’è da registrare il -2,6% della ristorazione sul 2013, risultato legato in modo particolare al calo dei ristoranti che offrono i vini di Borgogna, passati dal 63% al 59%, ma anche di una riduzione del numero di etichette, passato, in media, dalle 8,1 del 2013 alle 7,8 del 2014. Va meglio ai “cavistes”, i commercianti, che, nel 2014, hanno registrato una crescita delle vendite nel 33% dei casi, mentre il 40% ha registrato vendite stabili sul 2013, ed il 26% ha chiuso in calo.
Le vendite in gdo, che valgono il 23% del mercato dei vini di Borgogna, nel primo semestre 2015, mostrano un calo del 7% nei volumi, a fronte di una live crescita dei valori, del +0,8%. Il limite è sempre quello delle raccolte, da record negativo, del 2010, 2012 e 2013, ma adesso l’obiettivo, sottolineato dal Bivb, deve essere quello di riconquistare le quote di mercato perse nell’ultimo anno.
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