02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“Dichiaro ufficialmente chiusa questa Esposizione. Sfida vinta da un’Italia che se unita mostra al mondo doti e qualità”: così il Presidente Mattarella. L’Expo è stata una “storia di successo”. Martina: “missione compiuta”. Focus: Numeri & curiosità

“Dichiaro ufficialmente chiusa questa Esposizione. La sfida non è stata vinta da qualcuno contro qualcun’altro. È stata vinta da un’Italia che, quando si unisce in un impegno comune, evitando che le naturali diversità producano eccessi di antagonismo, sa esprimere grandi doti e mostrare al mondo le sue originali qualità”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiuso l’Expo 2015 Milano. Dopo 184 giorni in cui si è parlato di cibo e dunque di agricoltura, ambiente, diritti, educazione, cultura e di tutti i grandi temi che ruotano attorno al “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, oltre 21,5 milioni di visitatori (5 solo ad ottobre, e di cui 6,5 stranieri) da 140 Paesi, 54 pavillon e per la prima volta i 9 cluster di Paesi diversi, ma uniti da un cibo comune, dal caffè al riso (con l’Africa continente più rappresentato), ed un impatto sul Pil che alcune proiezioni si spingono ad ipottizzare fino a 0,3-0,4% (dallo 0,2 iniziale, pari a 2,7 miliardi di euro, secondo Confcommercio).
Numeri che parlano di una storia di successo, detto da chi se ne intende come il segretario generale del Bie-Bureau International des Expositions Vicente Loscertales - che ha consegnato la bandiera di Expo ad Astana per il 2017, ponte verso Dubai 2020 - ma anche dal presidente del Parlamento Ue Martin Schulz. Anche se “non dicono tutto - ha detto il Commissario Expo Giuseppe Sala - ma a noi dicono che abbiamo fatto un buon lavoro. Abbiamo stupito il mondo con la nostra creatività e lo abbiamo conquistato con una grande prova di civiltà, l’eredità che Expo potrà esprimere. Abbiamo trasmesso una risposta chiara alle tensioni e alla violenza che spesso dominano le strade del mondo. La compostezza, l’educazione e il rispetto, insieme a tanta allegria e divertimento, sono stati la risposta migliore sulla direzione che dovrà prendere il nostro Pianeta”. “Missione compiuta - ha sottolineato il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina - per qualcuno sembrava impossibile. Non sono serviti supereroi, ma la fatica e la passione di tante persone che hanno unito le forze, spesso in silenzio, e hanno dato il massimo. C’è anche in questo la forza di un saper fare italiano. Abbiamo raccontato ciò che siamo e ciò che possiamo fare per la pace e la cooperazione fra i popoli. Abbiamo imparato che la nostra identità, il nostro passato, non può essere una rendita di posizione, ma rimane forte se si apre al futuro. L’anima di Expo, garantire cibo sano, sicuro e sufficiente al mondo intero e raggiungere l’obiettivo fame zero al 2030 parte da qui, con la Carta di Milano, e ci dovrà vedere protagonisti ancora ogni giorno”.
E così dalle lunghe code ai padiglioni si è passati in un solo giorno al silenzio e al deserto lungo il decumano ed il cardo dell’Esposizione italiana, dall’hashtag #orgoglioexpo che per tutta la giornata di chiusura ha spopolato sui social network (“È stato bello crederci, grazie a tutti Viva l’Italia #orgoglioexpo” ha scritto il Premier Matteo Renzi su Twitter), al #thedayafter con cui un po’ di malinconia sta viaggiando sul web. Il messaggio più bello dell’Esposizione? Quello del Regno Unito (tra i padiglioni più belli, con il suo alveare ricco di significati, accanto ad Israele con le sue innovazioni tecno-agricole): “il Regno Unito è un alveare d’innovazione e creatività che contribuisce a nutrire il pianeta”.
Un’Expo che sarà ricordata anche come piattaforma diplomatica, con le sue 300 visite istituzionali tra cui quelle di 60 capi di Stato e di Governo, dal Presidente Mattarella, per tre volte, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, più volte all’Esposizione per incontrare da Putin a Cameron, da Hollande alla Merkel, passando per Netanyahu, senza di menticare Michelle Obama (che Expo aveva anche aperto con un messaggio, accanton a quello di Papa Francesco), e Ban Ki-moon. E molti di questi incontri sono avvenuti attorno ad una tavola, dove anche il vino è stato protagonista (molti i brindisi con le celebri bollicine Ferrari). Proprio il vino è un altro motivo per cui questa Expo si ricorderà, con il primo padiglione dedicato, Vino - A Taste of Italy, voluto dal Ministero delle Politiche Agricole, con la regia di Veronafiere-Vinitaly (con il Trentodoc brindisi ufficiale), ma anche con il Franciacorta Official Sparkling Wine dell’Esposizione Universale.
Da oggi inizia la nuova vita dell’area: a tutti l’idea migliore sembra esser quella di continuare ad accogliere giovani (oltre 2 milioni gli studenti che hanno visto Expo), vera eredità dell’Esposizione in termini di educazione alimentare, con un Campus universitario.

Focus - 1,5 milioni di firme per la Carta di Milano. Ma dall’Hangar Bicocca a Milano a Palazzo Vecchio a Firenze, passando per Pompei, “Expo delle Idee” continua nel 2016
“Un milione e mezzo di firme per la Carta di Milano (tra cui quelle di Sergio Mattarella, Matteo Renzi, Angela Merkel, Francois Hollande, Dilma Rousseff, Evo Morales, Akie Abe, Alassane Ouattara, Amartya Sen e Shirin Ebadi) sono la testimonianza della partecipazione attiva e consapevole delle persone a Expo. La Carta ha assolto al suo compito: riempire di significato e di responsabilità la piattaforma espositiva, provocare animate discussioni, impegnare cittadini, associazioni, imprese e istituzioni a riflettere sulla sfida della sicurezza alimentare più di quanto non abbia mai fatto una esposizione in tutta la sua lunga storia. La connessione profonda che si è realizzata tra Expo, i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile approvati dalle Nazioni Unite a fine settembre e la prossima conferenza sul clima di Parigi descrive la forza impressa dal nostro Paese per collocare pienamente l’Esposizione nell’agenda internazionale. L’obiettivo Fame zero entro il 2030 ha dato anima all’Esposizione e i grandi paradossi del nostro tempo, a partire da spreco, obesità e malnutrizione, hanno costretto tutti a misurarsi con impegni e responsabilità nuove per affermare una vera democrazia del cibo. Il nostro lavoro va avanti. Il 6 febbraio 2016 tornerà “Expo delle Idee”, ad un anno dal primoappuntamento dell’HangarBicocca a Milano (seguito da Palazzo Vecchio a Firenze e Pompei, ndr), che fu l’avvio della scrittura della Carta. Expo ha rappresentato il tempo della semina, ora siamo pronti a coltivare le sue idee e a raccogliere frutti importanti”. Così il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, sul documento eredità dell’Expo italiana (in 19 lingue, con una versione anche per i bambini, 5.000 esperti coinvolti nella sua scrittura, 3,5 miliardi di potenziali lettori) e che è stata consegnata al segretario Onu Ban Ki-moon.
Intanto è online “20 idee per il Post Expo”, ebook con le conclusioni dei lavori dell’ultimo appuntamento di “Expo delle Idee” il 10 ottobre nel sito espositivo e tutto il percorso della Carta di Milano, curato dal Laboratorio Expo.
Info: www.fondazionefeltrinelli.it/laboratorio-expo - www.politicheagricole.it

Focus - Guidi (Confagricoltura): “ora è mettere a frutto rete relazioni avviate dal sistema Paese, con e grazie a Expo”. I numeri della Coldiretti: “per 74% italiani Expo è stata un successo”
“Al mondo Expo lascia un messaggio forte affidato alla Carta di Milano, che indica un percorso di crescita, di consapevolezza del ruolo che riveste l’agricoltura per nutrire il Pianeta, ma anche per una sua evoluzione attenta all’ambiente e alla sostenibilità. Ora è il momento di mettere a frutto la rete di conoscenze e relazioni avviate dal sistema Paese, con e grazie all’Expo: un patrimonio cui istituzioni e privati debbono poter attingere, una grande piattaforma che serva ad internazionalizzare, innovare, aggregare in Italia e all’estero”. Così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi sull’eredità dell’Esposizione Universale, da cui ripartire “per internazionalizzare, innovare, fare rete in Italia e fuori, anche con i Paesi che oggi consideriamo concorrenti sulla produzione mediterranea, trovando nuovi percorsi comuni sui mercati mondiali, promuovendo una nuova integrazione pubblico-privato su scala internazionale”.
Dalle aziende ai “consumatori”, secondo Colidretti/Ixè è uscito soddisfatto ben l’88% dei visitatori nazionali che per raggiungere l’obiettivo hanno speso complessivamente 2,3 miliardi, ma ci sono anche 2 ore e 45 minuti trascorsi in media in fila senza battere ciglio tra i record fatti segnare dall’Esposizione. Che per 3 italiani su 4 (il 74%) è stata un successo del nostro Paese, mentre il 16% è indifferente, solo il 7% la ritiene un insuccesso. Tra gli interventi illustri è stato giudicato come più significativo di tutti quello di Papa Francesco all’apertura della kermesse dal 42%, seguito dalla visita di Michelle Obama con il 22%, dall’intervento del segretario generale Onu Bank Ki-moon (20%). Per il 49% il momento memorabile è stata l’accensione dell’Albero della Vita che supera le feste dedicate ai singoli prodotti (frutta, latte, gelato, birra..) scelte dal 23%, la presenza dei giovani agricoltori da tutto il mondo con Slow Food (16%) e l’incontro dei 30.000 agricoltori della Coldiretti con il presidente del Consiglio Matteo Renzi indicato dal 15%. Gli italiani hanno speso complessivamente 2,3 miliardi per visitare Expo tra viaggio, alloggio, spese varie fuori, e ingresso e consumazioni all’interno, tra le quali 570 milioni per il mangiare. Una maggioranza del 32% ha scelto una cucina esclusivamente italiana, il 25 % solo quella straniera, il 34% ha provato sia la straniera che quella italiana. Sul podio dei padiglioni stranieri preferiti sale il Giappone con il 21% dei consensi, seguito dalla Cina con il 9 %o e dal Kazakistan con l’8%, ma apprezzati sono stati anche gli Emirati Arabi e Israele entrambi con il 7%. Per quanto riguarda i padiglioni italiani che sono piaciuti di più al primo posto c’è Palazzo Italia, con il 26%, seguito da Perugina con il 15%, da Coldiretti con il 12% e da Coop e Eataly con l’11%. Molto apprezzato il padiglione Zero dal 21% dei visitatori.
“L’Expo - ha detto il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo - ha aiutato a restituire dignità e valore al lavoro nei campi dove sono impegnati nel mondo 570 milioni di aziende e oggi sono più vicini gli ambiziosi obiettivi che sono stati fissati all’inaugurazione: “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. Il protagonismo degli agricoltori italiani è stato uno dei fattori chiave perchè ha permesso di far toccare con mano la realtà delle campagne italiane dove nasce il successo dei prodotti agroalimentari made in Italy nel mondo”.

Focus - Expo, i Pavillon più significativi? Dall’Austria alla Santa Sede, dalla Gran Bretagna al Giappone, dalla Germania alla Francia: parola del Bie
Per il Bie Day, la Giornata del Bureau International des Expositions, i pavillon più belli dei Paesi dell’Expo 2015 Milano sono stati premiati. Per i Cluster - sezione Allestimenti - il primo premio è andato al Montenegro per “i valori didattici dei suoi display”, argento al Venezuela, medaglia di bronzo al Gabon. In merito allo “Sviluppo del tema”, il migliore è l’Algeria (“meravigliosa combinazione di elementi tradizionali e ricca informazione sulla varietà agricola del Paese”), seguito dalla Cambogia e dalla Mauritania.
Categoria padiglioni (con dimensione inferiore ai 2.000 metri quadri), per gli allestimenti il primo premio è andato all’Austria (“L’audacia dell’esperienza sensoriale nella quale i visitatori sono coinvolti”), argento all’Iran e bronzo all’Estonia. Lo “sviluppo del tema” ha visto trionfare il padiglione della Santa Sede per “la chiarezza e sobrietà con le quali il tema espositivo è proposto nei suoi eventi quotidiani”, seguito da Monaco e dall’Irlanda. Infine, il padiglione con l’architettura più centrata è quello del Regno Unito (“unione tra contenuti, display ed esperienza spaziale”), subito dopo Cile e Repubblica Ceca.
Passando ai più grandi (oltre 2.000 mq) l’allestimento migliore è quello del Giappone per “l’armoniosa combinazione tra la rappresentazione della natura e l’innovazione tecnologica”, vincente sulla Repubblica di Corea e sulla Russia. A sviluppare il tema nella maniera ideale ecco la Germania per “l’efficacia nella trasmissione di contenuti innovativi in merito all’agricoltura, al cibo e allo sviluppo”, seguita dall’Angola e dal Kazakhistan. Per l’architettura, primo premio alla Francia (“l’innovativo concetto di un mercato del cibo coperto e di un paesaggio vivace ed aperto”), poi il Bahrain e la Cina.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024