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“La soddisfazione per quanto fatto insieme alla filiera del vino negli ultimi 20 mesi, e la consapevolezza di quanto ci sia ancora da fare, soprattutto sul fronte dell'internazionalizzazione (puntando su Ocm e Vinitaly)”: parla il Ministro Martina

Italia
Il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina

La soddisfazione per quatto fatto insieme alla filiera del vino negli ultimi 20 mesi, “soprattutto ad Expo”, ma anche la consapevolezza di quanto ci sia ancora da fare per aumentare la competitività di un settore comunque brillante, che ha alle viste “passaggi delicati, dal nuovo sistema dei diritti di impianto dal 2016 all’internazionalizzazione”, che passa anche attraverso la difesa dei nomi dei vini legati ai vitigni che qualcuno, in Europa, paventa di “liberalizzare”: così ha parlato il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, in un messaggio nel convegno “Da un grande passato nasce un grande futuro” che, nel forum “wine2wine” a Verona, ha dato il via ufficiale al conto alla rovescia per Vinitaly 2016, l’edizione del cinquantesimo (10 al 13 aprile 2016, www.vinitaly.com).
“È giusto dire che in questi ultimi 20 mesi, con il lavoro che abbiamo fatto insieme - ha detto Martina - abbiamo portato a casa dei risultati importanti. Penso in particolare a quanto realizzato insieme ad Expo Milano 2015, e colgo l’occasione per ringraziarvi tutti di cuore per il lavoro svolto, la professionalità, la tenacia, utilissimi per voi e altrettanto utili per noi. Siamo stati in grado di rappresentare al meglio l’Italia e abbiamo raccontato benissimo l’esperienza vitivinicola italiana, raggiungendo dei numeri significativi, quindi missione compiuta. Poi - aggiunge il Ministro - credo che abbiamo completato una serie di passaggi delicati per il settore vitivinicolo. Penso in particolare a quello che avverrà il 1 gennaio 2016, quando con il nuovo sistema per i diritti di impianto applicheremo uno scenario nuovo, lo abbiamo curato per bene nel dettaglio e siamo riusciti a generare uno strumento utile che consentirà a tanti territori di gestire bene questo passaggio. Sono contento che sulla promozione abbiamo confermato che il sistema vitivinicolo italiano sa usare bene le risorse europee che ha a sua disposizione: il fatto che il 99% delle risorse Ocm sia stato utilizzato dà la misura di una capacità delle aziende agricole/vinicole di fare bene il proprio mestiere. E poi abbiamo ancora da fare un lavoro importante sulla promozione e l’internazionalizzazione che è la partita vera che ci giocheremo nei prossimi mesi”.
In questo senso, tante sono le sfide all’orizzonte per il vino italiano, a partire dal confronto con la Commissione Europea che, come sottolineato anche dall’eurodeputato ed ex Ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro, vorrebbe “liberalizzare” l’utilizzo di nomi di vini italiani legati ai vitigni.
“Su questo, la nostra posizione è molto ferma. Nessuna ipotesi può mettere in discussione i diritti acquisiti e gli strumenti di lavoro fondamentali come quelli che abbiamo utilizzato fino ad oggi. Daremo battaglia in Europa, perché non si può certo cambiare lo scenario, senza considerare la storia di questa esperienza. Credo ci siano i margini per costruire anche su questo punto il giusto equilibrio. Però deve essere chiaro che noi teniamo all’esperienza che abbiamo costruito in tutti questi anni di storia vitivinicola, su questo fronte non abbiamo nessuna intenzione di cedere”.
E poi c’è la promozione sui mercati esteri, dove tante sono le opportunità da cogliere. “Penso in particolare al Piano straordinario per la promozione e l’internazionalizzazione del made in Italy agroalimentare - dice Martina - che stiamo implementando con il viceministro Calenda: c’è un bel lavoro di selezione dei mercati a livello globale, su cui concentriamo anche risorse che il Governo da tempo non metteva su questo fronte. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando anche con le più importanti fiere del settore, Veronafiere in primis, perché si specializzi e si finalizzi ulteriormente la gamma degli interventi a sostegno. Credo che tra Ocm da una parte e questo Piano per l’internazionalizzazione abbiamo due strumenti validi e molto forti da usare soprattutto nei prossimi mesi”.
In questo senso, sarà fondamentale il ruolo di Vinitaly: “in tempi non sospetti dissi che Vinitaly è ormai una piattaforma importante per l’intero sistema vitivinicolo italiano. Bisogna assolutamente continuare a lavorare in sinergia perché in Vinitaly coesiste un concentrato di professionalità e una potenzialità nel racconto del vino italiano in giro per il mondo che è formidabile. Quindi tutto quello che si può fare per dare una mano e per sviluppare questa sinergia per lavorare ancora fianco a fianco deve essere messo nel piano d’azione, perché abbiamo davanti un’occasione sia per il territorio che per l’intera esperienza agroalimentare ed economica italiana. Non dobbiamo avere paura del confronto e del lavoro di squadra, per altro in questi ultimi anni abbiamo dimostrato di saper lavorare insieme e di saper fare rete in modo costruttivo e produttivo. Questi 50 anni hanno raccontato la storia del vino italiano, dai problemi alle opportunità, dai momenti difficili alle grandi occasioni. In questi anni Vinitaly è stata in tutto e per tutto l’agenda che ha consentito al vino italiano di costruirsi, rinnovarsi e raccontarsi per fare salti di qualità in avanti. Credo che come per tutti i cinquantenni inizi ora per Vinitaly una seconda vita, la seconda stagione. In questo passaggio non si celebra solo una storia, ma si può costruire concretamente un pezzo di futuro. Ed è per questo che vorrei dire e augurare a Vinitaly e a tutti i suoi attori che l’hanno così sapientemente animata con passione in questi 50 anni. Vinitaly è a tutti gli effetti la piattaforma del vino italiano, e più spingiamo Vinitaly più spingiamo l’esperienza della viticoltura italiana nel mondo. Noi ci siamo e dobbiamo cooperare e continuare a lavorare con una sinergia tale da portare risultati concreti per il comparto e per l’intero Paese”.

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