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Wine2Wine - Focus sul Canada: mercato di grande interesse per l’Italia enoica, che è la seconda esportatrice nel Paese, dopo la Francia, ma che richiede accortezza, conoscenza dei territori, e del loro variegato sistema di distribuzione

Il Canada è uno dei più importanti mercati vinicoli al mondo, “terzo nella classifica mondiale dei più grandi compratori di vino”. Nonostante questo il Canada è anche uno dei mercati più complessi, con un sistema ibrido che vede i Monopoli di Stato affiancati anche da importatori e agenzie private, a seconda delle province di cui si compone il paese nordamericano. Ogni territorio richiede, dunque, un approccio diverso. Per illustrarne il variegato scenario, il suo potenziale e i modi con cui accedervi, al “Wine2Wine” di Verona, è stata organizzato un forum su “I molteplici mercati del vino canadese”.
Quello canadese, ha ricordato in apertura Ian D’Agata (Vinitaly International Academy), “è forse il più importante mercato di vino del mondo perché tre dei primi quattordici compratori sono canadesi. E’ un mercato che va conosciuto. Alcune aziende italiane vendono in questo Paese” che conta 35 milioni di abitanti, “anche un terzo o addirittura il 40% della loro produzione. E’ un mercato che ha delle difficoltà intrinseche, ma è meno complicato di quanto si possa pensare”.

Il giornalista Richard Sagala (Ecole in Vino Veritas) ha offerto, invece, una panoramica del mercato: “i vini italiani - ha detto - sono amati in Canada, indipendentemente dalle varie specificità. C’è però un grande squilibrio e asimmetria tra le varie province: ad esempio, il Quebec è il primo territorio in termini di volumi e fatturato che genera”. Quello del Quebec, è stato spiegato, è il mercato del vino più sofisticato del Paese e per inserire i prodotti le aziende possono seguire due strade: attraverso il Quebec Liquor Board (Saq), oppure tramite importazioni private. “Per il suo passato francese il Quebec importa sopratutto dalla Francia, mentre l’Italia è al secondo posto. Il gusto per il vino qui è classico, e sono preferiti vini con forte identità. In Ontario, invece, solo un terzo dei consumatori ha un’inclinazione classica. Il resto del Canada ha un approccio più nuovo, ma il marchio italiano molto è attraente. I bianchi italiani continuano a essere dominati dal Pinot Grigio, che è un vero e proprio passaporto per fare affari in Canada. Nell’approccio ai mercati canadesi va poi ricordato che vengono penalizzate le bottiglie pesanti”. Inoltre, ha spiegato ancora Sagala, va ricordato che il “costo di un vino viene triplicato quando arriva al consumatore”.
Altro aspetto cruciale il sistema dei monopoli e delle agenzie private che influenza non poco l’approccio al mercato, per questo “è di fondamentale importanza trovare un buon importatore che vi aiuti sia rispetto al monopolio che tra i privati”. Michaela Morris (House Wine e collaboratrice con il Monopolio di Stato della Columbia Britannica) ha spiegato che “ogni provincia canadese è diversa da punto di vista culturale. Ognuna ha una commissione per il vino e gli alcolici, e ognuna ha regole diverse. La Columbia Britannica, in particolare, è il terzo mercato del vino in Canada. Qui il clima è diverso dal resto del Paese, siamo vicini al mare e si consuma molto pesce. Per questo i canadesi che abitano qui vogliono vini bianchi e biologici. Il prossimo anno l’Italia sarà l’ospite d’onore della fiera vinicola locale ed è attesa crescita dell’11% per i vini del Paese ospite”. Nella British Columbia, ha spiegato ancora Michaela Morris, “il prezzo medio dei vini è di 13 dollari ma per quelli italiani sale a 18 dollari. Ci sono, tra gli altri, marchi ben conosciuti come Masi, Santa Margherita …”. Tra le tipologie di vino le più famose nel territorio sono il “Prosecco e il Pinot Grigio. Allo stesso tempo c’è stata una rinascita Chianti Classico in ultimo anno e c’è forte interesse anche per il Barolo, il Brunello di Montalcinoe il Barbaresco. E’ in atto un effetto sostituzione e sono preferiti i vini italiani più blasonati a quelli francesi di Bordeaux”.
Un approfondimento sulla Provincia di Alberta, dove non esiste il sistema di Monopolio come nel resto di Paese, è stato offerto da Gurvinder Bhatia (Vinomania): “Alberta è un mercato del vino - ha osservato - in crescita. L’economia locale e il reddito disponibile sono molto alti, ed il consumatore è evoluto. Il mercato è privatizzato dal 1993 e non ci sono barriere di ingresso ai prodotti. Solo l’immagazzinamento e la distribuzione sono gestite dal monopolio. Qualunque cosa entri nella provincia di Alberta entra nel magazzino doganale per poi essere inviata ai punti vendita privati. L’Italia enoica è terza in volume e sta aumentando la sua quota”. Anche in Alberta, ha concluso, “è cruciale trovare un buon importatore che capisca il mercato. Un mercato da 4 milioni”.

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